Libri / “Gaudete et exsultate” di Papa Francesco: il Signore chiama tutti alla santità, ciascuno con una personale testimonianza

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L’Esortazione apostolica sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo “Gaudete et exsultate”, Rallegratevi ed esultate ( Mt 5,12 ), si apre con l’affermazione di Papa Francesco riguardo lo scopo di tale suo scritto. Il fine, scrive il Papa, non è quello di realizzare un trattato sulla santità, ma l’obiettivo è far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità. Perché il Signore ha scelto ciascuno di noi “per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità”(Ef1,4 ).
La chiamata alla santità è presente in diversi modi, sin dalle prime pagine della Sacra Scrittura. Dio si rivolge ad Abramo dicendogli: “Cammina davanti a me e sii integro”  (Gen17,1). Il Signore ci vuole santi, ricorda il Papa, il Signore chiede tutto, e quello che offre è la vera vita, la felicità per la quale siamo stati creati. Egli infatti, non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente, ma si è chiamati a correre con perseveranza e coraggio verso la meta. In questo cammino di santità, il Papa esorta a guardare i santi che già sono giunti ala presenza di Dio ed anche invita a guardare i cosiddetti santi della porta accanto, quelli cioè che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio.
Il Signore chiama tutti alla santità: “Siate santi, perché io sono santo”(Lv11,44; 1Pt1,16) e ricordando il Concilio Vaticano II il Papa ribadisce questo concetto affermando che “Ognuno per la sua via” è chiamato alla santità. Non bisogna quindi scoraggiarsi se di fronte a modelli di testimoni che sembrano irraggiungibili ci si sente incapaci, poiché la santità di altri testimoni deve servire per stimolare e incoraggiare, non per essere copiata, in quanto il Signore ha in serbo per ciascuno una via di santità unica specifica.
Quello che è importante, afferma Papa Francesco,  è che ciascun credente discerna la propria strada e faccia emergere il meglio di sé, quanto di così personale Dio ha posto in lui. E non che si esaurisca cercando di imitare qualcosa che non è stato pensato per lui. Tutti dunque siamo chiamati ad essere testimoni, ma vi sono diverse e molteplici forme di testimonianza, e questa diversità e molteplicità deve entusiasmare e incoraggiare ciascuno a dare tutto se stesso per crescere in quel progetto unico e irripetibile che Dio ha voluto per lui o per lei da tutta l’eternità. Questa santità al quale il Signore chiama tutti e che in questo prezioso scritto il Papa ricorda ed esorta a vivere, cresce attraverso i piccoli gesti quotidiani, gesti di attenzione ai più deboli e ai più fragili, di ascolto paziente e attento che sappia consolare il cuore, gesti che sappiano rinunciare ai diversi luoghi di pettegolezzi e di giudizi inopportuni che alimentano il pregiudizio e  mancano di carità; una santità che và formandosi nella vita di chi lavora con onestà, diligenza, sacrificio per non far mancare il necessario ai propri cari, una santità che sappia valorizzare e difendere i veri valori in un mondo che tende a disperderli e a ridicolizzarli, o peggio, camuffarli dietro ciò che appare giusto ma che in realtà è falso e ingannevole. Una sanità che cresce dentro quel luogo di silenzio e di contemplazione al quale ogni cristiano è chiamato a ritagliarsi nel quotidiano per mettersi in ascolto della Parola di Dio e capire ciò che il Signore desidera vivere con lui. Una santità che cresce e si modella in Cristo per diventare espressione  della sua vita “Ogni santo è una missione; è un progetto del Padre per riflettere incarnare, in un momento determinato della storia, un aspetto del Vangelo. Tale missione trova pienezza di senso in Cristo e si può comprendere solo a partire da Lui. In fondo, la santità è vivere in unione con Lui i misteri della sua vita”. Gesù stesso spiega il modo di come si diventa santi, nel discorso delle Beatitudini (cfr 5,3-12; Lc 6,20-23), in essi si delinea il volto del Maestro, che siamo chiamati a far trasparire nella quotidianità della nostra vita.
Nel quarto capitolo di “Gaudete et exsultate”, Papa Francesco ricorda i mezzi di santificazione, quali la preghiera, i preziosi sacramenti dell’Eucarestia e della Riconciliazione, l’offerta dei sacrifici, le varie forme di devozione, la direzione spirituale e altri.  Dopo evidenzia alcune caratteristiche della santità nel mondo attuale, indispensabili per comprendere lo stile di vita a cui il Signore ci chiama, quali:sopportazione, pazienza e mitezza; gioia e senso dell’umorismo; audacia e fervore;in comunità; in preghiera orante.
Con “Gaudete et exsultate” Papa Francesco ricorda che la santità non è cosa del passato o realtà che riguarda solo alcuni prescelti. La santità è il cammino di ogni uomo che desidera realmente essere beato, cioè, felice, perché la persona fedele a Dio e che vive la sua Parola, raggiunge nel dono di sé, la vera beatitudine.

 Letizia Franzone