Libri / Giovanna Cardillo guida alla scoperta degli altarini di Puntalazzo

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Casella, Ardizzone, Alibrandi, Mammino, Aiola e Cardillo

“Scoprire gli altarini” è il titolo del libro scritto da Giovanna Cardillo, ma è anche un modo di dire di derivazione liturgica, riferito a segreti svelati con malizia. Indica infine, come in questo caso, la riscoperta di cose preziose che il tempo e l’abitudine hanno reso opachi ed invisibili, ai più.

Gli altarini si trovano nei territori di Montargano e Puntalazzo, due frazioni collinari del comune di Mascali. La prima, molto piccola, qualche decina di abitanti, gode di uno spettacolare ed unico paesaggio della costa ionica, della presenza dell’origano fra i muretti di pietra lavica e, in agosto, nella strada che la collega a Puntalazzo, di un festival del Jazz che attira persone e turisti. alla scoperta degli altarini

Puntalazzo, nei secoli scorsi, era il luogo di villeggiatura di alcuni ricchi proprietari acesi, che in zona possedevano vasti vigneti. Negli ultimi decenni la popolazione si è ridotta notevolmente, meno di 400 abitanti. Ma le persone che sono rimaste, specie quelle discendenti dalle antiche famiglie locali, tutte residenti nel centro storico, hanno ereditato dagli antenati la cura, l’attenzione e l’amore per il loro paese.

Qualche esempio: la corale polifonica “Dei Mater Alma” che durante le funzioni religiose solenni, accompagna ed esalta la liturgia. Il giornalino bimestrale “Scripta Manent”, scritto e curato da “giornalisti” tutti locali. Le infiorate lungo la ripida via del Signore, per la festa del Corpus Domini. Gli allegri, chiassosi e colorati “Incanti” che movimentano le domeniche estive, in preparazione della festa dell’Assunta. La granita di nocciole nel bar della piazza, e tanto altro ancora.

Una passeggiata alla scoperta degli altarini

Domenica 20 ottobre alle 10,00, grazie alla bella giornata di sole, i partecipanti si incontrano nella piazza di Puntalazzo. E guidati con passione e competenza da Giovanna Cardillo, autrice del libro, iniziano il cammino esperenziale per alcune vie del paese.
La prima edicola votiva si trova a pochi passi dalla piazza, ed ha una storia interessante alle spalle. Anticamente in quel luogo vi era una grotta di origine lavica rifugio degli abitanti del quartiere, durante i bombardamenti della guerra. Sicuramente in quei momenti di paura, la preghiera rappresentava conforto e balsamo per l’anima. Fu così che quando negli anni ’60 del Novecento, in quel luogo fu costruita una casa privata, anche la Madonna, per volere della comunità, ebbe la sua casa. Davanti ad un altarino

L’itinerario prosegue per via del Signore dove si trovano diverse edicole votive, di antica data. Di esse, purtroppo, non si conoscono le origini e i motivi che hanno spinto gli antichi proprietari a chiedere protezione, dedicando l’altarino alla Sacra Famiglia, alla Madonna o ad un santo, oppure a ringraziare per una grazia ricevuta.  Alla fine della salita della via, c’è un’edicola di recente costruzione (2015), dedicata al Sacro Cuore di Gesù.

Sosta alla Pro loco di Puntalazzo

Il gruppo dei partecipanti e dei relatori si sposta nei locali della ProLoco di Puntalazzo, situati in un luogo chiamato “o munti”, una collina di origine lavica tutta terrazzata, dove fin a diversi decenni fa, si coltivava la vite e successivamente le nocciole.

Questa seconda parte dell’incontro prevede la proiezione delle foto delle edicole votive presenti nei territori di Montargano e Puntalazzo e che sono contenute nel libro. Poi la recita di antiche poesie che ricordano avvenimenti accaduti in questi territori, e i brevi interventi dei sei relatori. Dopo la sintetica introduzione di Giovanna Cardillo sull’origine e motivazione di questa pubblicazione, iniziano gli interventi, ciascuno intervallato sia dalla proiezione delle edicole votive, e in due casi dalle poesie in lingua sicliliana, lette da Saro Caltabiano.

Mons. Giovanni Mammino, rettore del seminario vescovile di Acireale, fa un richiamo alla a civiltà contadina, ed in particolare al vissuto del tempo e alla dimensione spirituale.  Il quel contesto, sottolinea, il tempo era rallentato, si camminava a piedi, c’era modo di osservare, di fermarsi per prendere fiato, guardando un altarino, e magari proseguire il cammino con qualche riflessione sulla vita quotidiana, sulle preoccupazioni, sulla necessità di un aiuto dall’Alto.

Giovanna Cardillo
Giovanna Cardillo

Gli altarini della prof.ssa Ardizzone

Il secondo intervento è affidato alla prof.ssa Nellina Ardizzone, presidente della sezione acese dell’UNESCO. Il suo è stato un intervento emozionale, frammenti di memoria della sua infanzia. Il ricordo della casa familiare a Cannizzaro dove trovavano accoglienza due altarini: uno interno privato, dedicato alla Madonna delle lacrime di Siracusa, mentre l’altro, inserito nella facciata esterna della casa, conteneva una statua del Cuore di Gesù.

Prosegue il prof. Antonino Alibrandi, citando il contenuto di antichi documenti, dai quali si evince che fin dalla fine del 1400 i territori collinari della contea di Mascali erano coltivati a vigneti, e che a Puntalazzo erano presenti nuclei familiari. Nella seconda metà del ‘600, un documento riporta la presenza della famiglia acese Scuderi, quale proprietaria di terreni nella zona di Puntalazzo.

Il dr. Leonardo Vaccaro, presidente dell’associazione Mascali 1928, ci parla delle “trazzere” antiche e rapide vie di collegamento fra terreni di diverse proprietà, fra i quartieri e i paesi limitrofi. Oggi questi sentieri di campagna non esistono più, perché sommersi dai rovi.gruppo a Puntalazzo

La dott.ssa Carmela Cappa funzionario della Soprintendenza BB. CC. AA. di Catania, fa riferimento al decreto legislativo del 2004, che consente la verifica di interesse culturale di beni appartenenti a vari enti.  Nel caso di beni appartenenti ai privati, esempio le edicole votive, l’applicazione della legge spesso risulta difficile. I proprietari temono, infatti, che il vincolo, anziché valorizzare, accresca i problemi in caso di ristrutturazione o vendita dell’immobile.

Infine l’intervento del presidente della ProLoco, ing. Alfio Casella che ricorda gli 8 eventi realizzati dall’associazione, finalizzati alla conoscenza e valorizzazione di questo territorio. Originario di Montargano, dopo il diploma a Giarre, Casella si laurea al Politecnico di Milano. L’ottima carriera professionale svolta a Milano e l’ ”Amore” per la terra d’origine, lo hanno spinto nella realizzazione di un’impresa imprenditoriale a Puntalazzo. Ha comprato dalla famiglia acese Badalà, “U munti” con annessa casa padronale, cantine e case coloniche, trasformandoli in agriturismo e ristorante tipico. La sua vita, da alcuni anni, è scandita dalla continua rotta aerea Milano – Catania e ritorno.

E proprio con un elegante buffet di prodotti tipici e un calice di prosecco, si conclude questa piacevole ed interessante mattinata trascorsa a Puntalazzo.

 

                                                                                                   Rosa Maria Garozzo