Giovanni Paolo II, Memoria e identità, Rizzoli, Corriere della sera, 2020
Questo libro, edito in Italia nel febbraio 2005, due mesi prima della morte di Giovanni Paolo II, e ripubblicato nel 2018 da Mondadori, è importante per il suo pensiero storico- religioso sulla questione del male nel Novecento, il nazismo e il comunismo; e per l’attentato del maggio 1981 in Piazza San Pietro, da lui stesso valutato come “una delle ultime convulsioni delle ideologie della prepotenza scatenatesi nel XX secolo”.
Le argomentazioni risultano da conversazioni tenute nel 1993 a Castel Gandolfo da Giovanni Paolo II con due filosofi della Polonia, Jòzef Tischner e Krzysztof Michalski, fondatori dell’”Istituto di scienze umane” a Vienna; inoltre, da rilevare i punti di vista del Papa e del suo segretario, Stanislao Dziwisz, sul drammatico attentato del 13 maggio 1981.
E’ una sintesi filosofico- storica, sociale ed ecclesiale, molto acuta, del Novecento, dilaniato da due nefande guerre mondiali; risorto in alcuni continenti con l’abolizione delle colonizzazioni e quindi la nascita di nuovi Stati; in campo internazionale, da rilevare la fondazione di centri sociali per l’elevazione di quanti non vivono con dignità umana. Giovanni Paolo II, sul piano intellettuale ed ecclesiale, è ammirevole.
Molto approfondita la prefazione di Andrea Riccardi, sulla figura di Wojtyla, quale ardente patriota polacco ed europeista, capo della Chiesa cattolica; il sottotitolo del libro, “Conversazioni a cavallo dei millenni”, viene messo in luce, per indirizzare i fedeli a discernere i “segni dei tempi”, indicati dal “Vaticano II”, e “la memoria materna” della storia, per quanto riguarda la Chiesa.
Giovanni Paolo II sottolinea lo sconvolgimento dell’Europa da parte di Hitler con l’ideologia del “male”, ovvero il nazismo: i campi di concentramento e la terribile “soluzione finale” di milioni di Ebrei. Dopo l’89, il Papa, ammirato dal resistente laico della Cecoslovacchia, il presidente Havel, approva la tendenza alla democrazia, nei Paesi dell’Est d’Europa, riacquistata la libertà, e in altri Paesi del mondo.
Molto vigorosa, l’introduzione di Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, identica al suo discorso pronunciato a Roma il 22 febbraio 2005, in occasione della presentazione del libro, definito “uno sguardo alla sua biografia interiore”. Approfondita, la sua percezione dell’esperienza conoscitiva di Giovanni Paolo II sul potere del male e sulla sua eliminazione, attraverso la fede nel Dio creatore e la tradizione filosofica cristiana; la ragione viene in aiuto, guidando la volontà nella scelta del bene e nella resistenza al male, considerato solo negazione con un limite temporale ed ontologico.
Il Papa segnala l’enciclica “Gaudium et spes” del Vaticano II sulla Redenzione, rilevando anche il valore della sofferenza, che consuma il male per mezzo dell’amore: l’uomo vincitore del bene è Cristo, autore del vero umanesimo. Inoltre, Giovanni Paolo II sostiene dei principi fondamentali: nella vita mistica di suor Faustina Kowalska si constata l’esperienza della misericordia di Dio. L’amore per Maria, portatrice della memoria, è garante dell’identità della Chiesa; infine, Patria e Nazione rientrano nella memoria. In conclusione, con l’unione di tutte le memorie umane, si svela la pace, vera redenzione.
Anna Bella