Libri / Gocce di natura e sentimento nelle liriche di Carmela Tuccari

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Gocce, poesie

“Sono una goccia / vivo d’aria e di luce / solo una goccia / fra miriadi nel Cosmo / nella mia piccolezza / racchiudo l’infinito”.
Si presenta così ai lettori Carmela Tuccari nel suo libro di poesie intitolato GOCCE – GOUTTES.
Poetessa e scrittrice catanese, da anni presidente di giuria del prestigioso “Premio Internazionale “Poesia, Prosa e Arti Figurative – Il Convivio”, la Tuccari snocciola poesie e racconti pubblicati in diverse raccolte.

In Gocce/Gouttes, opera edita nel 2019 per Il Convivio Editore, l’autrice “sparge” “Gocce” della sua essenza più intima in parole e versi.
Copertina dai toni pacati impreziosita da gocce di luce e colori vicini alle sfumature dell’anima che rappresentano egregiamente l’indole mite e raffinata della poetessa.

Gocce di natura e Gocce di sentimento

La raccolta si suddivide in due parti: “Gocce di natura” e “Gocce di sentimento” ma in entrambe, i componimenti confluiscono in una poetica armonica e breve dal sapore prettamente ungarettiano: “Scende la sera/illumina la luna/il posto vuoto” (pag. 45).Carmela Tuccari

Caratterizza tutta la poesia una preferenza alla musicalità e l’essenzialità della parola abbinata quasi sempre all’analogia.
Ad ogni poesia corrisponde la versione in lingua francese che offre al lettore la gradita occasione di assaporare la dolcezza dei versi nella sonorità particolare di questa lingua. Ma anche nella versione originale, la Tuccari non manca di ricercatezza acustica: “Corda d’arco tesa./ L’anima mia strugge / frecce d’attesa /ad un vuoto bersaglio.” Pagina 62 “Incomprensione”.

Nell’essenzialità della parola scaturisce tutta la sensibilità dell’autrice: “Io… mi inebrio/d’albe e di tramonti”. Come resistere senza amalgamarsi in così tanto garbo?
Lineare, semplice e quanto mai scorrevole ma non prevedibile è il flusso di parole che porta la poetessa a svelare frammenti di se stessa ricorrendo spesso a immagini retoriche e analogiche: “Porto a spasso, legata / a un collare di seta / la mia solitudine. / Inosservata / cammino tra la gente.” (pag. 56).

In Gocce echi di Ungaretti

Non si dissociano nella memoria, durante la lettura di “Gocce” i versi di Ungaretti:
“Stamani mi sono disteso / in un’urna d’acqua / e come una reliquia/ ho riposato” sia per la brevità e l’incisività di versi e sia per le immagini scaturite ma, anche e soprattutto per la scelta dell’elemento “acqua”. Dei quattro elementi naturali, terra- fuoco-aria- acqua, l’autrice scegli di identificarsi con l’ultimo ma nei suoi versi, ella racchiude tutti gli elementi.

Se l’acqua è l’elemento primordiale della vita la Tuccari, come “goccia” si ritiene parte di un “tutto” e si fa carico dell’estrema importanza di questo vitale elemento naturale.

L’acqua si fa miracolo della vita già sotto forma di liquido amniotico e poi come pioggia, feconda la terra. Se torniamo indietro nel tempo, quante storie di prolifica natura si annoverano dopo le inondazioni del Nilo e del fertile strato di Limo lasciato dalle acque.

L’acqua simbolo di purezza e di rinascita

Senza poi tralasciare il significato spirituale dell’acqua come elemento purificatore, simbolo di purezza e anche di rinascita; presente nei riti propiziatori e religiosi.
C’è un mondo incommensurabile racchiuso nella goccia, come l’autrice stessa afferma nei versi“… nella mia piccolezza /racchiudo l’infinito”.

In alcune brevissime liriche, lo stile della Tuccari sembra evocare quello giapponese dell’Haiku, genere poetico nato nel XVII secolo. Roland Barthes saggista e critico letterario francese a proposito dell’haiku afferma: “racchiude ciò che vedete, ciò che sentite, in minimo orizzonte di parole”.

Gocce, viaggio poetico nel passato

Sotto questa luce, le poesie raccolte in “Gocce” si accolgono come sprazzi di pensiero e di anima che si disseminano in un ordine apparentemente sparso, ma ben definito.

“GOCCE” è un viaggio poetico fortemente radicato nel passato echeggiante di ricordi “… aranceti rosseggianti di globi”; di occhi spalancati sulle meraviglie del mondo: “ Canteranno le conchiglie/ sulla spiaggia deserta/ l’armonia dell’immenso”; di mani arrese alla solitudine “il vuoto si dilata in cerchi concentrici”.
Lo sguardo di una donna sulla vita e sul mondo che l’ha vista crescere.

Cinzia Aloisi