Giovanni Vecchio, Ferro da stiro, poesie, Tipografia “R.Guarrera”, Acireale 2015
Interessante la lettura delle scultoree poesie dell’acese Giovanni Vecchio, ex funzionario delle Terme S. Venera di Acireale, dall’animo nobile e generoso, che idealizza sentieri di pace nel mondo percorso da continui brividi di violenza.
L’analisi delle poesie ci rivela il suo supremo desiderio d’essere nella società “gemma virente”, impegnato in “una vita nuova, piana”. In “Sarò” manifesta apertamente le sue integre convinzioni: “Mai conflitti o ricatti / – non apprezzo menzogne, / falsità di profeti coniati -.” E ancora in “Forse un bimbo” lo scopriamo alla ricerca del bene con concretezza, indignato di quanto nel mondo impedisce l’agire retto: “Vorrei rassettare questo mondo, / vivere in un globo diverso / dove non c’è discordanza: / farei spazio a quel che è la vita.”
La speranza, per Giovanni Vecchio, nella poesia esortativa “Voi”, prelude all’approdo dell’animo, agitato da ingiustizie, nel porto della serenità: “ Voi, assetati di giustizia, / non credete morta la speme: / desto, il sol, torna ancora.”
Pregne di valori e di affetti profondi, varie poesie, all’indirizzo di persone care, in grado di promuovere il rinnovamento dell’animo suo esacerbato. La poesia “Miryam” è icastica nella sua essenzialità: “Grido la gioia / che hai dato / al mio cuore /…./ Vedo te, regina, / in un mondo verace!!”. Densa d’amore , la poesia “19 Dicembre 2012 (E’ nata una stella)”: “ ….Viene il nonno con la barbetta / a modellare la tua bavetta /…./Tu offri luce, vita, speranza,/ sei principessa dell’abbondanza.”
Singolare è la predilezione di Giovanni per la Natura, per la sua bellezza; in “Primavera sicula”, dipinge un paesaggio allettante, iridiscente.
Il libro, con dedica a Giovanni De Rubertis, è corredato da una incisiva prefazione di Ludovico Anastasi; da una lineare post-fazione di Francesco Paolo Tronca; da una copertina con uno schizzo artistico, agreste, dell’Autore.
Anna Bella