Bartolomeo Sorge, già direttore per diversi anni de “La Civiltà Cattolica” e la rivista “Aggiornamenti Sociali”, con il suo “Gesù sorride. Con Papa Francesco oltre la religione della paura” (edito da Piemme) vuole dare, per citare le sue parole tratte dall’introduzione, “un modesto – si potrebbe anche aggiungere ulteriore – contributo al discernimento evangelico, al quale Papa Francesco chiama la Chiesa e i cristiani”. La sua riflessione ed il suo discorso procede da una sintetica analisi sulla crisi attuale della società (capitolo 1). Ma, nonostante i tempi si siano secolarizzati , l’uomo sembra esser più disposto ad accettare l’annuncio di un Padre Misericordioso rispetto ad un altro tipo di padre, per esempio l’immagine distorta di dio-padre autoritario (capitolo 2). L’autore nei capitoli 4 e 5 prende in esame la richiesta di papa Francesco fatta ai credenti di tornare al Vangelo per testimoniarlo con la vita e alla chiesa di aprirsi al dialogo con il mondo moderno, desiderio espresso già dai padri conciliari nella Gaudium et Spes (vedi GS n.1). Soprattutto il papa chiede alla Chiesa di prender con coraggio la via della “riforma” rimasto troppo tempo senza risposte da parte degli uomini che formano la chiesa (capitolo 7), non dimenticando che il modo più efficace di comunicare il Vangelo è la gioia di esser cristiani (capitolo 10). Il cristianesimo non è la religione dei “no”, dei divieti, della paura. È la religione della gioia. Il cristianesimo è una libertà raggiungibile grazie alla persona di Cristo, Verità incarnata. Gesù con la sua resurrezione aiuta l’uomo a superare la sua paura più profonda, quella della morte. Gesù libera gli uomini sciogliendoli da qualunque vincolo, soprattutto libera dal peccato. La gioia, la speranza e la liberazione sono aspetti della vita cristiana inscindibili dalla Redenzione realizzata da Gesù. Essa né è la fonte primaria. Egli è “mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, per rimettere in libertà gli oppressi” (cfr. Lc 4,16-20). Le promesse messianiche fatte all’antico popolo d’Israele in Cristo sono diventate “il si” di Dio all’uomo.
Riccardo Niano secolarizzati