Il passato non muore mai, rimane, anche quando ci sembra di averlo superato del tutto, una parte di lui sempre rimane, nascosta. Sempre lì pronta a svegliarsi e a risvegliarci da un momento all’altro.
Nell’ambito del ricco cartellone culturale “Acireale eventi” è stato presentato, domenica quattro agosto, nella terrazza della chiesa di Santa Maria la Scala (Acireale), il romanzo “Il passato non muore mai” della prof.ssa Mariella Di Mauro.
“Il romanzo – illustra la moderatrice Rita Vinciguerra – è ambientato nell’Acireale del 1910. E narra la storia di Camillo detto Millo, proveniente da una famiglia molto povera. Grazie alla sua intelligenza riesce a studiare fino ad ottenere una borsa di studio per l’università “Federico II” di Napoli. Dopo la laurea, Millo terrà conferenze di letteratura in tutta Europa. Millo, da giovane, ha una relazione con Giuseppina, donna più grande di lui, e per giunta sposata a uno dei più importanti baroni acesi. La fuga a Napoli è favorita anche dal fatto di voler fuggire dalla vendetta del marito. A Napoli Millo si sposa, ma non sarà un marito fedele; la sua indole è sempre la stessa.
Questo romanzo – conclude Vinciguerra – è fondamentalmente un romanzo d’amore. L’amore che può morire di morte naturale, o perché non riesce a superare la prova del tempo, sopraffatto dalle spire dell’abitudine, dalle lame dell’egoismo e del narcisismo”.
“Ciò che mi ha più affascinato è il racconto di una Acireale che, per certi versi, non esiste più: l’hotel “Trinacria”, il teatro “Bellini”. Il personaggio a cui mi sono affezionato è stato Mario, il figlio di Giuseppina. Mario è un personaggio secondario, però la sua evoluzione psicologica e la sua crescita da ragazzo a uomo adulto che, rinuncia a una vita agiata col padre per seguire la madre, ne fa un personaggio esemplare e moderno”, ha dichiarato il relatore il dott. Lorenzo Leotta.
“L’Acireale di quegli anni mi ha sempre interessato- ha spiegato l’autrice Mariella Di Mauro – penso che dal barocco fino agli inizi del Novecento, Acireale abbia vissuto il periodo di maggiore splendore, ne sono testimonianza i numerosi alberghi presenti al tempo.
Penso che questa città debba ritornare ad essere così.
Un altro motivo per cui la storia si svolge ad Acireale è per richiamare l’attenzione dei suoi abitanti verso la bellezza e la storia della città. Basti pensare alla Basilica di San Sebastiano e alle Terme romane, bellezza e storia a cui non facciamo caso e, ancor peggio, che diamo spesso per scontate”.
Nel romanzo l’Acireale del primo Novecento
Il romanzo ha ottenuto una menzione alla dodicesima edizione del premio Asas di Messina. La trama de “Il passato non muore mai” è semplice, non vi sono sottotesti, sottotrame, e in questo consiste la godibilità del romanzo: la linearità. I personaggi sono semplici, ma non piatti, non suscitano né antipatie, né simpatie; tutto concorre alla storia del romanzo. Perfino Millo, uomo fedifrago, con la sua intelligenza e amore per la vita non ispira più che uno scappellotto. La forma è così genuina da scadere spesso nell’ingenuità, in compenso le pagine sono abbastanza scorrevoli.
Il tema centrale di “Il passato non muore mai”, non è l’amore, ma proprio il passato, che non è una colpa che ci accompagna e, nemmeno una scure pronta a condannarci. Ma una realtà che vive accanto al presente. Il passato che non muore, ma si trasforma. Il passato, volente o nolente, orienta il presente perchè, dove c’è passato c’è memoria, e dove c’è memoria c’è coscienza. Dove c’è coscienza c’è volontà di rinnovarsi.
Le letture sono state curate da Alfio Vecchio. Sono intervenuti durante la presentazione: il parroco, don Mario Camera, che ha fatto gli onori di casa, il direttore de “La Voce dell’Jonio” Giuseppe Vecchio, la moderatrice Rita Vinciguerra, il relatore Lorenzo Leotta, l’autrice Mariella Di Mauro.
Giosuè Consoli