Libri / Il ritratto intimistico di Paolo Borsellino nell’opera di Alessandra Turrisi, a 25 anni dalla strage di via D’Amelio

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Palermo, via Mariano D’Amelio, ore 16,58, 19 luglio 1992. Una data che è e rimarrà per sempre nella memoria di tutti noi. Finisce lì, tragicamente, ad appena 57 giorni dalla strage di Capaci, la vita del dottore Paolo Borsellino. Nei libri e nei racconti Paolo Borsellino è il magistrato, l’uomo di legge, l’uomo del pool antimafia che insieme al dottore Giovanni Falcone voleva sconfiggere “Cosa nostra” la MAFIA.
Ma allora esiste la mafia! Si voleva mettere in dubbio l’esistenza di questa terribile piovra che c’è ed è presente, ma qualcuno ha fatto capire, sacrificando la propria vita, che purtroppo esiste. “La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”. Queste parole sono del dottore Giovanni Falcone che insieme a Paolo Borsellino ha condiviso gli anni della fanciullezza, i giochi spensierati nello stesso quartiere di Palermo, la Kalsa, antico quartiere di origine araba abitato da professionisti, commercianti e da esponenti della media borghesia, dove entrambi erano nati, ed anche il duro e impegnativo lavoro in magistratura e la fine orribile che ha chiuso il loro percorso terreno ma che non ha minimamente offuscato la loro memoria e la loro abnegazione e il costante impegno nella lotta alla criminalità organizzata.

La giornalista Alessandra Turrisi, nel venticinquesimo anniversario della morte del dottore Borsellino pubblica un libro dal titolo “Paolo Borsellino l’uomo giusto”. La giornalista palermitana  ci riporta indietro di 25 anni, a quel fatidico 19 luglio, quando il corpo del magistrato verrà dilaniato da 90 chilogrammi di esplosivo posti all’interno di una FIAT 126. In quel tragico pomeriggio d’estate perderanno la vita anche i cinque uomini della scorta, Emanuela Loi, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Agostino Catalano. Unico sopravvissuto Antonino Vullo che stava parcheggiando un’auto della scorta. Resti di corpi dappertutto, la salma del giudice sarà ricomposta dal medico legale, il volto è completamente intatto, anche i baffi con la bruciatura di nicotina, ma dalla cintola in giù solo cuscini.
Le pagine del libro danno voce non solo al lavoro e all’impegno costante del magistrato con le vicende giudiziarie, le controversie all’interno del palazzo di giustizia, ma anche all’uomo che aveva creato una bella famiglia con la moglie Agnese e i figli Lucia, Manfredi e Fiammetta. Da voce anche alla parte più intima e forse meno conosciuta di Borsellino, il rapporto profondo e sincero con gli amici, con alcuni colleghi, gli uomini della scorta, la sua religiosità. Attraverso i ricordi di Diego Cavaliero ex pubblico ministero a Marsala, Giovanni Paparcuri, unico superstite della strage di via Pipitone dove perse la vita il padre del pool antimafia Rocco Chinnici, il prete  Cosimo Scordato, il magistrato Matteo Frasca, monsignor Francesco Ficarrotta e il cardiologo Pietro di  Pasquale con il quale Paolo Borsellino avrebbe dovuto incontrarsi proprio quella sera. C’è anche la testimonianza del barbiere del giudice, Paolo Biondo, che ricorderà che, mentre era da lui, aveva appreso la tragica notizia della strage di Capaci.  Viene prepotentemente fuori la personalità del magistrato, con il suo coraggio ma anche le sue fragilità, con il rispetto dell’imputato che deve essere accusato solo se ci sono prove di ferro, la paura per l’incolumità dei familiari, la certezza che di lì a poco tutto si sarebbe compiuto. Il 13 luglio disse: “ so che è arrivato il tritolo per me”, alla moglie Agnese disse “la mafia mi ucciderà quando gli altri lo decideranno” e il 17 luglio inaspettatamente salutò ad uno ad uno i colleghi abbracciandoli.
19 luglio1992, ore 16,58 finisce tutto. Avevano deciso.

Gabriella Puleo

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