Il Sole delle tenebre, edito da Porto Seguro Editore (2021) è un libro originale, che mette in luce la vita popolare della Sicilia orientale, specie le zone dell’Etna, del Simeto e di varie città, tra cui Catania. Prodigiosa è la fantasia dell’autore, Mario Antonino Paternò, che attinge a leggende, magie e visioni mitologiche. E’ appassionato dei racconti di Giuseppe Pitrè, ama il linguaggio dialettale, siculo antico, con la traduzione in italiano.
Nelle 551 pagine del libro predominano la magia, l’incantesimo, il contrasto tra il bene e il male, la luce e le tenebre. Mario Paternò riesce a rappresentare efficacemente le caratteristiche dell’Etna, il vulcano più alto d’Europa, con le sue grotte di multiple rocce, a prima vista inaccessibili. E con le fiorenti campagne nella loro bellezza multiforme. Nella lettura predomina la meraviglia, suscitando l’improvvisa voglia di conoscere meglio un vulcano così straordinario.
Una panoramica su Paternò apre “Il sole delle tenebre”
Interessante l’introduzione, una panoramica su “Paternò sulla collina, frammento di un diario”. Sulla sommità, il centro storico della città, a cui si accede attraverso “l’Arco”, una porta antica. I ruderi del Castello Normanno, residenza estiva di Ruggero II, poi “a Matrici” e il rudere di san Francesco con il convento.
La collina è il posto preferito dai ragazzi, tra cui Nino, uno dei due protagonisti, personaggio rappresentato fino alla vita adulta. La collina viene da lui esaltata: da essa “si possono vedere secoli di storia. Dai Sicani ai Fenici, ai Greci e ai Romani e così via fino ai nostri giorni. Siamo stati terra di conquista. Abbiamo un’identità fortissima e amiamo questa terra”. Il quartiere antico si espande fino alla chiesa di San Jabbicu “San Giacomo”.
Nino e Naeno protagonisti
L’altro protagonista del romanzo è Naeno, impegnato nella lotta contro il male. Su di lui favolose storie in cui la magia campeggia a pieno ritmo, con episodi strabilianti e anche drammatici, specie le ardue lotte per la sussistenza. Spesso dominano i cattivi Ciclopi, ma talvolta sono sconfitti. Altrettanto interessante è il personaggio di Nino adolescente, figlio di donna Ciccina e don Jetano, “sentinelle di luce”, capace di costruire marchingegni, in contatto con maghi. Divenuto adulto, Nino lascia la sua terra.
I personaggi di quest’opera di fantasia sono nel complesso un centinaio. Ne citiamo alcuni, con nomi comici o strani, inventati dall’Autore: Sarisha, altra “sentinella di luce”; Cacciatori del Vento, esercito di Raghibla; il re Gaeno e la regina Frania; Thurio, fratello della regina; le Erinni, personaggi mitologici, mentre di fantasia popolare sono Marabbecca e Mahara De Rutti; Nzudda, guardiana del regno di Hibla; Linfracato, Re dei Cacamarruggi; Geana, drago; Caiordo, re di Ramaccunianna, e Fetusia, la regina; infine, Lampu di Luna, cirneco dell’Etna. Le località: Katanè, toponimo città; Licodiana, città dei Nebrodi.
Il sole nelle tenebre: eterna lotta tra bene e male
Il libro è un puzzle di episodi singolari e alcuni colpiscono più di altri. C’è “A rutta ammucciata – La grotta nascosta”, riguardante Nino, che conosce la tecnica della carta pesta, con la quale si realizzano i carri allegorici del Carnevale di Paternò, in concorrenza con quelli del Carnevale di Acireale. Una sorpresa è il capitolo “L’antro oscuro”. Naeno dinanzi a possenti porte di granito e acciaio, invoca la ”Luce eterna”, per spalancarle. Nelle sue mani appare una sfera luminosa, che, scagliata, le frantuma.
Il capitolo su “Nino nel continente” inizia con una poesia, sull’”amore più grande che ti accarezza i capelli”: la confidenza tra lui e la mamma è incrollabile, ma stavolta c’è di mezzo un problema, ovvero la possibilità di due lavori, l’uno a Palermo, l’altro a Roma. . Nino lascerà Paternò per il Continente. Torna una volta l’anno per le ferie: è “sospeso tra due mondi, uno complementare dell’altro”. In un’eterna lotta tra bene male, nell’incontro tra fantasia e realtà, alla fine è la magia a trionfare.
Anna Bella