In quest’anno del Giubileo della Misericordia, in un giorno che si identifica nel 27 ottobre 2016, la speranza, il perdono… trovano riscontro tangibile. E’ approdato così, stamani, nella casa circondariale San Michele ad Alessandria, il libro di fra’ Fabio Scarsato, autore dell’ opera “Wanted. Esercizi spirituali francescani per ladri e briganti” edito Emp (Edizioni Messaggero Padova).
L’iniziativa, promossa dalla cooperativa sociale Company &, è stata presentata – secondo la nota stampa emessa – nel carcere cittadino ed ha proposto il lavoro già iniziato nelle settimane passate, a detenuti, studenti del liceo a indirizzo scienze umane, la casa editrice e lo scrittore stesso, la lettura di brani delle fonti francescane per poi avere il suo culmine questa mattina, nel dialogo che si è fatto confronto.
La finalità è instaurare una comunicazione tra gli abitanti del carcere ed i futuri professionisti così da calarsi nella concretezza di questo mondo, spesso visto isolato. L’esordio con un quesito: la misericordia di Dio vale per tutti, anche per chi ha commesso reati? E vale per qualsiasi tipo di reato? Fra’ Fabio cita il buon ladrone crocifisso assieme a Gesù e narra altri aneddoti francescani su briganti, ladri poi divenuti amici di Dio.
Il libro, “wanted” “ricercato” come spesso appare nei film western, in questo caso assume un significato tutto nuovo, l’autore lo ribattezza quale redenzione, vita nuova, poiché la Misericordia può dirsi davvero tale quando riesce a trasformare in santo il peggiore dei ladroni, mettendo in evidenza come ci sia sempre speranza. Inserito nel vocabolario “penitenziario”, ciò viene tradotto come lo scontare una pena attraverso la possibilità di rivedere la propria vita con esempi positivi, aiuta il reinserimento sociale e riduce le recidive.
Ed ancora il frate narra l’aneddoto dei briganti di Montecasale contenuto nello Speculum Perfectionis, facendo notare come l’intuizione di San Francesco di “sporcarsi le mani” cercando i briganti fra i boschi e sedersi intorno a un tavolo, gli ha permesso di stabilire un dialogo con loro e ridargli dignità. «Il mondo – ha detto fra’ Fabio – non si divide in maniera netta in buoni e cattivi: non può funzionare così. Nessuno di noi è così cattivo da non essere anche un po’ buono, né così buono da non essere anche un po’ cattivo. Il problema di fondo non è quanto sono briganti gli altri, ma con che occhi noi guardiamo i briganti. San Francesco non ha convertito i briganti, ma i frati!».
Come è stato scritto nella prefazione dai redattori di «Ristretti orizzonti», il giornale della Casa di reclusione di Padova, “questo incontro tra santi e briganti, tra spiritualità e criminalità, non è un gesto da poco per i ladri e i briganti, di ogni epoca e luogo”; e ancora: «la galera è il luogo in cui difficilmente recuperi la tua umanità, messa a rischio ogni giorno dalle scelte sbagliate che hai compiuto e dal fatto che la vita detentiva ti infantilizza e ti inchioda al reato, ti trasforma da uomo in un “reato che cammina”.
La stessa cooperativa che ha ideato l’incontro è impegnata all’interno del carcere in un progetto di agricoltura e apicoltura che vede, quale obiettivo ultimo, il reinserimento lavorativo dei detenuti e collabora da 5 anni con il liceo “Balbo” di casale Monferrato in un progetto per la legalità.
Aggiunge il formatore della cooperativa, fra’ Giuseppe Giunti: «Oggi San Francesco “ricambia” la visita della Regione Piemonte ad Assisi del 4 ottobre visitando una delle “periferie esistenziali” care al papa in vista del “Giubileo dei Carcerati” del prossimo 6 novembre a Roma».
Presenti alla conferenza stampa anche Domenico Arena, direttore della Casa di reclusione San Michele di Alessandria, Renzo Sacco, educatore e progettista della Cooperativa Coompany&; Piero Valentini e Paolo Bellotti dell’Area educativa del carcere di Alessandria; Antonella Pintus, docente al liceo Balbo di Casale Monferrato, con alcuni allievi delle classi V dell’istituto con indirizzo di studio in scienze umane.
Maria Pia Risa