Libri / La maestra “Michelina Di Stefano” nei ricordi più cari del canonico Salvatore Pappalardo

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Michelina Di Stefano, una maestra che è rimasta nel cuore dei suoi alunni e che ha continuato, anche dopo la fine del normale percorso scolastico a frequentare e a “seguire” molti dei suoi cari scolari, è la protagonista di una interessante opera del canonico professore Salvatore Pappalardo.
E’ vero che il libro ha per titolo “Michelina Di Stefano”, è anche vero che la cara maestra è parte fondamentale delle pagine di questo volume, ma il protagonista che si cela sotto il nome di Salvino Tornabene è proprio il professore Pappalardo, unico e vero personaggio principale di questo affresco di ricordi.
Pagina dopo pagina, scorre una lunga vita fatta di incontri, momenti di gioia e di ansia, scelte importanti e grandi successi nel mondo del lavoro, ricordando la prima insegnante, conosciuta nell’antico convento dei Frati Minori di Aci Catena, oggi sede del palazzo di città.
La cara insegnante aveva un cognato sacerdote che sarà una presenza affettuosa e costante della vita di Salvino Tornabene: Giuseppe Barbagallo, canonico della Collegiata Santa Maria la Catena che tanti anni dopo, vedendo approssimarsi la fine della cara cognata Michelina, chiese all’amico Salvino di potersi trasferire nella sua abitazione a Santa Maria degli Ammalati, dove il canonico si era trasferito tempo prima, condividendo  la bella casa con la proprietaria, la sua cara sorella.
Nei ricordi dell’autore si fanno strada tanti nomi di sacerdoti che hanno contrassegnato un’epoca in cui le istituzioni religiose erano tante e non mancavano le vocazioni religiose. Don Gianluca Evaristo Coco di Santa Maria la Stella, lo zio Rosario Tornabene, parroco di Santa Maria della Consolazione, don Masino Leonardi, parroco di Giarre, insegnante di storia della chiesa in seminario e poi il vescovo monsignor Salvatore Russo, il nobile canonico Mariano Fiorini, insegnante di disegno  e maestro di arte sacra in seminario, don Michele Cosentino, padre spirituale dei seminaristi e fondatore della Casa del Clero interdiocesana ad Aci Sant’Antonio. E l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo.
Toccante il racconto dell’atteso giorno della Sacra Ordinazione che si sarebbe dovuta tenere il 10 luglio 1943. Quel giorno ben altri avvenimenti avrebbero sconvolto la vita di molte persone: lo sbarco degli alleati in Sicilia poco dopo la mezzanotte. Soldati americani, canadesi  e inglesi iniziarono da lì la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Il grande giorno per Salvino Tornabene venne posticipato al 18 luglio. Quello che  emerge prepotentemente, pagina dopo pagina, è la vita intensa e piena di sinceri affetti del protagonista, gli episodi si susseguono  e citarli tutti sarebbe impossibile, la sua grande capacità di insegnante e dirigente scolastico e la sua vita sacerdotale sono stati sempre accompagnati dalla presenza di figure solide e importanti.  E poi si arriva all’ultimo toccante capitolo che racconta l’ultimo saluto tra Salvino e la maestra Michelina, ma è l’ultimo saluto? Egli dice: “Ma io non ero venuto per l’ultimo addio! Non dicevo addio, no, un addio! Ancora volevo starle vicino, ancora volevo sentire la presenza del suo giudizio, della sua parola, del suo affetto. Ancora! Ma io sento che lei mi parla ancora! Ancora, nel più intimo di me stesso”.
La cerimonia di presentazione del volume si è svolta  nella basilica di San Sebastiano in Acireale. Relatore il professore Giuseppe Speciale ordinario di Storia del diritto medievale e moderno dell’università di Catania. Il professore Speciale nella sua relazione ha sapientemente intrattenuto il pubblico presente portandolo pian piano, pagina dopo pagina, nella vita del protagonista. Presente oltre all’autore anche don Vittorio Rocca, decano dal 2015 della Basilica.

Gabriella Puleo

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