Libri / “La magnifica visione” di Sebastiano Gesù presentato postumo al Museo del cinema di Catania

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A poco più di un anno dalla sua scomparsa e a tre mesi dall’intitolazione a suo nome di due sale del Museo del Cinema che si trova all’interno del complesso fieristico Le Ciminiere  di Catania, lo scorso 21 ottobre è stato presentato il nuovo volume di Sebastiano Gesù “La magnifica visione. Il paesaggio siciliano nel cinema”, 40due Edizioni, illustrato dagli amici Elena Russo e Sebastiano Pennisi, che ne hanno curato la stampa, e dal prezioso contributo del regista cinematografico Pasquale Scimeca e del presidente del Centro Studi Cinematografici della Sicilia Ignazio Vasta.
Sebastiano Gesù, originario di Santa Venerina, è stato uno dei protagonisti della vita culturale della città etnea in quanto storico e critico del cinema, ma non solo. Docente di Storia e Critica del Cinema alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università degli Studi di Catania e del Centro Sperimentale di Cinematografia nella sede di Palermo, ha diretto molti festival di cinema: dal 2004 al 2007 ha fatto parte dell’Etna Filmcommission della Provincia Regionale di Catania e dal 2005 al 2009 è stato direttore artistico della Sezione Cinema di Etnafest.
Negli anni immediatamente precedenti l’entrata dell’Italia nella prima guerra mondiale, Catania è stata una delle capitali italiane dell’industria cinematografica proprio grazie alle sue ricerche. Dunque, la presentazione del suo nuovo volume si è trasformata anche in un momento celebrativo e di ricordo soprattutto per gli amici che hanno collaborato con lui nei suoi importanti progetti e hanno tastato l’impegno e la passione unica di Sebastiano per il cinema.
“La magnifica visione. Il paesaggio siciliano nel cinema” si presenta come una sintesi delle sue indagini intorno alle poetiche del cinema girato in Sicilia riassumendo, capitolo per capitolo, e soprattutto attraverso le molte immagini di cui è ricco, tutti i saggi e gli scritti che il critico ha dedicato all’amore per la sua terra natia e per il cinema. Ne viene fuori un catalogo attento, un catalogo immaginifico di quei film girati nell’isola in cui il paesaggio è una delle componenti principali anzi, ne diventa significativamente il componente principale grazie alla sua natura ambigua, spesso scenario del mito classico e popolare, ed alla sua solarità che si accompagna a un’idea di eterna bellezza ma anche di costante contraddizione; dunque un itinerario straordinario di un amore infinito in cui la Sicilia è scelta come set cinematografico.
Quello di Sebastiano Gesù vuole essere uno studio critico del concetto di paesaggio ma uno studio critico d’avanguardia perchè “supportato”: vedere e capire il cinema con altri mezzi che sanno catturare l’attenzione di una società ormai troppo distratta. Quindi, un concetto di paesaggio che non ha semplicemente a che fare con l’aspetto visivo ma al suo interno racchiude anche il paesaggio letterario, altrettanto ricco e variegato, e il paesaggio dell’anima, quello cioè che rispecchia le trasformazioni, gli interventi operati dall’uomo proprio in relazione alla sua di anima.

Museo del cinema

Tre aspetti, dunque, tre elementi che lui cerca di far emergere con una singolare metodologia di analisi: da un’idea generale, infatti, ricavata da una visione d’insieme delle cose, resa possibile guardando un soggetto dall’alto, per raccontare il paesaggio siciliano nel cinema bisogna poi lasciarsi cadere, cadere nel vuoto – magari chiudendo gli occhi perché non si tratta una ricerca accurata bensì un attingere casuale – fino ad atterrare nel particolare.
Simulando questo approccio, Sebastiano Gesù atterra, per esempio, in mezzo al mare e chi trova? Trova Visconti, con la Terra Trema, trova Verga e I Malavoglia, e così entra in queste dimensioni e comincia a raccontarle. Poi torna su e si lascia cadere nuovamente fino ad atterrare a Ragusa dove trova i fratelli Taviani, anche per quest’ultimi una dimensione non solo fatta di cinema ma anche di letteratura e di paesaggi dell’anima; con essi troviamo infatti le novelle di Pirandello che è uno scrittore che parla fondamentalmente di anime.

Sebastiano Gesù

Per apprezzare quest’opera straordinaria – che il giornalista Umberto Cantone  ha definito un atlante di celluloide – bisogna estrapolarne le parole chiavi, quali, ad esempio, “viaggio” o “avventura”. Quello che Sebastiano, infatti, ci permette di fare è un viaggio nel cinema sulla Sicilia, ma una Sicilia che il cinema stesso ha resa più vera di quella reale ed è anche un’avventura ma un’avventura dello sguardo, come ci indicano chiaramente le due citazioni all’inizio del volume di Marcel Proust e di Andrè Gide: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nel possedere nuovi occhi”e, ancora, L’importanza sta nel tuo sguardo, non nella cosa guardata”.
Alla fine della presentazione, è stato proiettato un documentario intitolato “Verga al cinema” realizzato, con la supervisione dello stesso critico e saggista cinematografico, nell’ambito di un progetto scolastico del Liceo Artistico  statale “ M. M. Lazzaro”, volto ad esprimere l’aspetto pedagogico del cinema ispirato alla letteratura verghiana.

   Cristiana Zingarino

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