La misteriosa scomparsa di don Vito Trabìa è l’ultimo giallo firmato da Seba Ambra per i tipi della Newton Compton. Il giornalista acese, che ha già pubblicato altri libri in passato, torna con un altro scritto “noir”. Dopo L’Enigma del secondo cerchio, edito da Dario Flaccovio nel 2018. La tecnica redazionale è la medesima dell’ultimo avvincente giallo. Quella che tecnicamente si chiama da “cliffhanger”, da sospensione nel vuoto sul ciglio di un precipizio. Si tratta di un espediente narrativo in cui la narrazione si chiude con una brusca interruzione dei fatti in corrispondenza di un colpo di scena o di un altro momento culminante caratterizzato da una forte suspense. È qui che scatta la curiosità del lettore che non si ferma, deve andare avanti, mette da parte impegni, cena e dopocena perché è tutto intento a divorare il libro.
Seba Ambra / La scomparsa di don Vito Trabia
Questo giallo ruota attorno al misterioso rapimento di don Vito Trabia, braccato invano dalla polizia ma allo stesso tempo ricercato pure dagli stessi mafiosi. All’interno del libro ci sono il numero semiperfetto, l’enigma del Sator, il romanzo Todo Modo di Leonardo Sciascia, il racconto poliziesco La lettura rubata di Edgar Allan Poe, i Diavoli del giorno prima dell’Annunziato, e via discorrendo. Ogni riferimento fa parte della trama e al momento opportuno si palesa per lasciare il lettore col fiato sospeso. Sull’orlo del precipizio, aggrappato ad esso, nel dubbio se rimettersi in piedi e tornare sulla terra ferma, o lasciarsi cadere giù. Ma con un paracadute pronto ad aprirsi quando lo spettacolare panorama della narrazione si presenta in tutta la sua bellezza.
Il giallo – ne abbiamo fatto un’analisi testuale il giorno della sua presentazione avvenuta ad Acireale ad inizio mese – contiene quasi 60.000 parole. A fronte delle 88.000 del precedente romanzo L’Enigma del secondo cerchio. Al netto di pronomi, articoli determinativi ed indeterminativi, preposizioni, avverbi di negazione e complementi indiretti, i termini più ricorrenti sono Lena e Leo, 363 e 179 volte rispettivamente. Sono loro i principali protagonisti del giallo: l’ispettrice e lo psicologo. Lei, la figlia dello sbirro che avrebbe dovuto fare il dottorato ma poi entrò in polizia. Lui, il toscano smarritosi nei meandri di una chat di incontri e poi amaramente pentitosi della bravata che stava mettendo a rischio il suo matrimonio.
Libri / La misteriosa scomparsa di don Vito Trabìa di Ambra
L’ambientazione di questo romanzo è ancora una volta a Palermo. L’esoterica città di cui Seba Ambra è innamorato. Citata 64 volte in questo giallo, 43 invece in quello precedente. Palermo è città del mistero, è “piena di storie” come la definisce Lena, e su essa soffia sempre la brezza del mare impetuoso del Tirreno, soprattutto nelle fredde giornate invernali.
In questo romanzo, come nei suoi scritti giornalistici, Ambra è fedele all’espediente della svelata. Quando si occupava di giornalismo di indagine per AgendaErre diceva: “Credo che la necessità di svelare, cioè di scoprire quello che è stato velato, coperto, stia alla base del giornalismo viscerale, e quindi reale, dovunque”. A togliere il velo ogni tanto è lo scrittore, altre volte deve essere però il lettore. Così, quando cita Amorematico dei Subsonica nel suo romanzo, il lettore scoprirà da solo quali sono i versi di questa bellissima canzone “Piogge sul cuore, sezioni di un attimo. Flusso, derive, parole. Tutto si perderà”.
Saro Faraci