Libri / La pittura di Pietro Paolo Vasta nella Basilica di San Sebastiano

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afffresco Paolo Vasta

Una recente pubblicazione del giornalista Antonio Trovato, dal titolo ‘Pietro Paolo Vasta – La volta della Basilica di San Sebastiano  in Acireale’, offre un dettagliato resoconto dell’attività pittorica che l’artista acese svolse in quel luogo tanto caro agli acesi. Luogo che  vollero costruire a partire dal secolo XVII per onorare il Santo bimartire.

A lui era in precedenza intitolata la chiesetta che ancor oggi sorge poco distante, in via Vittorio Emanuele ed è intitolata a Sant’Antonio di Padova. Fu la Confraternita di San Sebastiano ad adoperarsi perché fosse edificata per il Santo  (lo si ricorda come protettore avverso l’epidemia di peste del 1646) una nuova e più sontuosa dimora. In tal senso fu acerrima la rivalità con la Confraternita di San Pietro, che in quegli stessi anni si adoperava per l’edificazione della propria Basilica, che sorge in piazza Duomo, di fianco alla Cattedrale.

Già autore di testi sulla città di Acireale e le sue numerose chiese e feste, il giornalista Trovato rivolge in questa sua nuova pubblicazione l’ attenzione alla Basilica di San Sebastiano.
Egli dedica la redazione dell’opera  alla compianta mamma nata proprio il 20 gennaio, giorno della festa del Santo Compatrono di Acireale. La donna portava il nome del Santo del quale era talmente devota,  da seguire sempre con appassionato e rinnovato vigore tutte le celebrazioni. La festa esprime una tradizione che richiama ogni anno grandi folle di popolo.
E, pur avendo tagliato il traguardo del mezzo millennio di vita, ha dovuto in questi ultimi anni subire uno stop forzato, a causa della pandemia.basilica San Sebastiano

La pittura di Pietro Paolo Vasta nella Basilica di San Sebastiano

Il testo proposto dal giornalista Trovato offre un’indagine dettagliata ed accurata sull’opera del Vasta, una delle più vivaci e brillanti proposte artistiche del ‘700 siciliano. Dopo alcune pagine, dedicate al profilo biografico del Vasta, il giornalista  si addentra nell’illustrazione dell’opera pittorica che l’artista acese portò a compimento. In  particolare del grande affresco che ricopre l’intera superficie della volta dell’abside soprastante l’altare maggiore della Basilica di San Sebastiano.

La formazione artistica del Vasta si era sviluppata nella bottega dei fratelli messinesi Filocamo, con i quali nel 1714, appena diciassettenne, si trasferì a Roma. Successivamente rientrò ad Acireale, sua terra natìa, dove cominciò ad affrescare varie chiese. L’ultima sua opera lo vede al lavoro nella chiesetta di Sant’Antonio di Padova. Qui, intento ad affrescare la volta dell’abside, fu improvvisamente mortalmente colpito da apoplessìa, tanto che l’opera fu poi completata dal figlio Alessandro.Pietro Paolo Vasta

L’affresco nel presbiterio della Basilica

Il Capitolo dei Canonici della Basilica di San Sebastiano affidò al Vasta il compito di affrescare la volta del presbiterio della chiesa. Questa in precedenza affrescata dal pittore Venerando Costanzo, detto ‘Varvazza’, la cui opera, evidentemente, non aveva particolarmente entusiasmato la committenza. Il Vasta vi dipinse alcune scene in cui il Santo, soldato alle dipendenze dell’imperatore romano Diocleziano, si adoperava per la conversione della gente al cristianesimo. E proprio perché scoperto in tale sua fervorosa attività, fu costretto a subire per ben due volte il martirio.

L’opera pittorica del Vasta eseguita nella Basilica di San Sebastiano (mirabilmente descritta dal giornalista Trovato nelle pagine del suo agile volumetto), costituisce un succedersi di scene ove l’artista rappresenta momenti dell’apostolato del Santo, con una vivacità ed una brillantezza di colori che ha veramente pochi eguali nell’intero panorama artistico contemporaneo e non.

Nando Costarelli  

 

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