Libri / “L’anima della scuola”: riportare al centro il valore della parola

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L'anima della scuola

“L’anima della scuola” di Rossella Barzotti e Roberto Cetera (Edizioni San Paolo).
Attraverso un linguaggio semplice e scorrevole, gli autori attirano l’attenzione sull’importanza di concetti chiave come possono essere espresse dalle parole, da domande da porsi, dalla vocazione e l’anima. Concetti chiave che dovrebbero essere sempre presenti nell’intera struttura della scuola. Secondo gli autori, la scuola ha perso la sua anima ed ha bisogno di essere recuperata. Ed è proprio da questa riflessione che bisogna ripartire per ricostruire una scuola più umana e realmente moderna.

Ultimamente, i dibattiti sulla scuola vertono principalmente intorno alla sua struttura; quindi, l’edificio e le organizzazioni interne e lavorative su cui si fonda. Il dibattito intorno alla “sostanza” o anima della scuola sembra, invece, carente e spesso assente. Gli autori sono convinti che si pone maggiore attenzione sul contorno scolastico piuttosto che su ciò che lo riempie e lo vivifica. Tutte quelle tematiche riguardanti i contenuti, i metodi, la formazione, le relazioni tra i soggetti partecipi della vita scolastica e che coesistono tra loro vengono messi in secondo piano.L'anima della scuola

Il valore della parola

Affinché si possa ricostruire bisogna considerare i cambiamenti sistematici che coinvolgono l’intero sistema, incluso il sistema scolastico. Un primo segnale di questo cambiamento è proprio un impoverimento culturale. Per contrastare questo fenomeno, secondo gli autori, si dovrebbe riportare al centro dell’educazione il valore della parola.

Questo degrado generale all’interno di una comunità ha conseguenze che tendono a creare individualismi  e difficoltà relazionali con il mondo.  Il risultato del degrado è una società di individui incapaci di ascoltare l’atro, di reagire, individui smarriti senza una guida.

Garantire individui che desiderano esercitare il proprio diritto alla formazione e stimolare i giovani a sviluppare una motivazione etica verso l’esercizio della sua piena libertà, sono obiettivi della comunità scolastica. Tra le pagine del libro si percepisce che tra le lacune scolastiche vi è la mancanza della comprensione dell’umano come vocazione specifica della scuola. Vocazione che formerebbe le coscienze di chi vive la scuola. In definitiva la funzione principale dovrebbe consistere nel formare e dirigere alla vita, gli studenti.

I parametri per stabilire se la scuola ha fatto un buon lavoro

Ci chiediamo, allora, qual è un parametro per stabilire se la scuola ha fatto un buon lavoro. Ed è con le parole tratte dal libro che si prova a rispondere:

<< L’unica cosa che veramente testimonia la reale efficacia della scuola è se quel ragazzo ha assunto in quegli anni un gusto del sapere, una curiosità intellettuale che si sostanzierà per tutta la vita attraverso, per esempio, il viaggiare alla ricerca di popoli e culture diverse, o la sete permanente di lettura, la tensione all’innovazione, un consapevole protagonismo sociale, la certezza di una propria unicità, tanto nella ragione che nei sentimenti. >>

Un ruolo molto importante all’interno dell’apparato scolastico è ricoperto da chi sente la vocazione di educatore. Ed è anche in questo ruolo che si percepisce un cambiamento ridotto ad una mera routine che trasmette informazioni prive di emozioni.

L’impoverimento generale coinvolge studenti ed insegnanti manifestandosi in vari modi. Il malessere delle due principali categorie, insegnanti e studenti, aumenta maggiormente il divario tra essi. Divario che segna una mancanza di ascolto reciproco. Gli autori confidano molto sul ruolo dell’insegnante-educatore che sa ascoltare. Capita che gli insegnanti trascurino le relazioni e l’empatia con gli studenti a causa delle pressioni imposte  dallo svolgimento della propria disciplina. Si aggiunga a questi  anche la precarietà dell’insegnante come problema strutturale.

don Milani educatore
Quello di don Milani, significativo esempio di empatia tra educatori e ragazzi

L’importanza dell’empatia tra insegnanti e studenti

Non meno importante per riuscire ad avere un contatto umano con lo studente è la formazione dell’insegnante in quanto bisogna conosce e comprendere i processi evolutivi e psicologici di una persona.
Un punto di inizio per delle buone relazioni umane con lo studente, come si evince dal testo, è l’ascolto proprio della sua parola.
L’insegnante ha l’arduo compito di guidare lo studente ad intraprendere la vita. È importante, dunque, che conosca la realtà propria e di ciò che lo circonda.
Nel testo si elencano delle problematiche a cui l’insegnante deve far fronte:
Cambiamenti sociali che coinvolgono direttamente i giovani.
Cambiamento della comunicazione e dei rapporti.
Rapporto docente-studente.

Gli autori suggeriscono per riformulare e migliorare l’anima della scuola di espandere tutte le relazioni che costituiscono il cuore della scuola utilizzando la parola come principale strumento.

Ho trovato riduttivo nel capitolo “Famiglia” specificare e differenziare i “ruoli” tradizionali in ruoli binari, materni e paterni. Ruoli che appaiono come figli di costrutti sociali, dunque poco inclusivi, e come unici possibili. Insomma, in questo capitolo trova poco spazio la possibile innovazione evolutiva tipica di una società in movimento.

 Grazia Pagano

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