Libri / L’Etna e l’eruzione del ’23 filmati da Jean Epstein nel volume di Mario Patanè e Laura Vichi

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filmato di Epstein su eruzione Etna

La Zelantea ha ospitato un evento organizzato dall’Accademia degli Zelanti e dalla Città di Acireale: la presentazione del volume Il cinema(tografo) visto dall’Etna, Jean Epstein e l’eruzione del 1923. Il libro è curato da Mario Patanè, esperto di cinema, e da Laura Vichi, docente ad Arles in Francia e studiosa di storia del cinema.
Incontro doppiamente importante sia per la partecipazione di qualificati relatori ed ospiti sia perché occasione di conoscenza dell’Etna nell’immagine grafica, fotografica e cinematografica.

Il libro curato da Patanè e da Vichi tratta dell’eruzione che colpì i territori di Linguaglossa nel 1923, cinque anni prima di quella di Mascali del 1928. Il flusso lavico distrusse due abitati, Cerro e Catena, volgendosi minaccioso verso Linguaglossa. Per l’occasione giunsero a Linguaglossa a osservare il fenomeno il re d’Italia Vittorio Emanuele III (che non venne poi in occasione dell’eruzione del 1928). E anche l’allora Capo del Governo, Benito Mussolini.copertina del libro

La reliquia di S.Egidio fermò l’eruzione del 1923

Il vescovo di Acireale del tempo, monsignor Fernando Cento, era giunto a Linguaglossa a portare appoggio morale e materiale alla popolazione, contribuendo all’organizzazione dei primi soccorsi. Si propose al vescovo di esporre davanti al flusso lavico la reliquia del santo francese Egidio, nome in francese Gilles, patrono di Linguaglossa. La reliquia era legata a una bella leggenda del XVI secolo.

Allora il flusso lavico si sarebbe fermato davanti alla reliquia, che era il bastone pastorale in argento, donato dal santo, dopo esserle comparso in sogno, a una vecchietta paralitica che rischiava di essere travolta dalla lava. Il vescovo Cento accettò e anche nel 1923 fu posta la reliquia davanti al muro di lava. E si ripetè il miracolo (o, per i non credenti, ci fu un esaurimento naturale del magma). A due chilometri da Linguaglossa, infatti, la lava si fermò e non toccò il paese.

Epstein filmò l’eruzione dell’Etna del 1923

Nel giugno del 1923, in occasione dell’eruzione, giunse in Sicilia Epstein, un giovane regista francese che la filmò in un documentario, La montagne infidèle. Si tratta del primo documentario sull’Etna: precedenti riprese filmate, ad esempio di Gaetano Ponte, avevano carattere cronachistico.

Stefano Branca
Stefano Branca, direttore INGV

Recentemente ritrovato in Spagna, il filmato è stato restaurato e arricchito di base musicale dal maestro acese Giuseppe Romeo, docente al Conservatorio di Catania e presente all’incontro in Zelantea. Egli ha voluto ricreare il suono della “muntagna” unendolo alle sue splendide musiche originali, Etna danza e Ciuri di zagara. Il regista Epstein, tre anni dopo l’eruzione, nel 1926, pubblicò un saggio: Le cinématographe vu de l’Etna, resoconto appassionato dei giorni delle riprese del film, inserito nel libro in oggetto.

Il filmato di Epstein nel libro della Confraternita S.Egidio di Linguaglossa

Il volume, stampato a cura della Confraternita di S. Egidio di Linguaglossa, ha avuto il patrocinio del Dipartimento di Scienze Umanistiche della nostra Università di Catania e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, sezione di Catania. Il direttore dell’Osservatorio, Stefano Branca, ha contribuito con un suo intervento al volume ed ha relazionato nell’incontro.

In premessa gli interventi di Luca Stagnitta, sindaco di Linguaglossa, di Salvatore Castorina, governatore della Confraternita di S. Egidio, di Marina Paino, direttore del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, e di Stefano Branca.Pubblico alla Zelantea

Tutti gli interventi

A seguire, dopo l’introduzione dei curatori Mario Patanè e Laura Vichi e all’interno della sezione dedicata all’eruzione del 1923, i contributi di Stefano Branca sugli aspetti tecnici di quell’eruzione. Poi quelli del canonico Orazio Barbarino su sant’Egidio, e di Antonio Patanè sull’attività del vescovo Cento a Linguaglossa a favore della popolazione. La sezione sull’Etna, il cinema e Jean Epstein vede gli interventi di Mario Patanè sull’Etna come set cinematografico e di Laura Vichi. Altri di Chiara Tognolotti, Joel Daire, Rosa Cardona, Daniel Pitarch, Roberto Chiesi sulla cinematografia e la produzione teorica di Epstein.

L’incontro di presentazione del volume è stato introdotto dai saluti istituzionali del presidente dell’Accademia degli Zelanti, Michelangelo Patanè. Ha visto le relazioni di Eugenio Magnano di San Lio, docente presso l’Università di Catania e di Stefano Branca, direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania. Oltreché quella di Mario Patanè, esperto di cinema.

Magnano di San Lio
Il prof. Eugenio Magnano di San Lio

Il professore Magnano ha centrato nel suo intervento gli aspetti innovativi della cinematografia di Epstein, che col documentario sull’Etna scopre la quarta dimensione, quella del tempo. L’Etna, natura che si muove, è raffigurata nei momenti che precedono l’eruzione, nella fase distruttiva e di nuovo nella rinascita successiva alla colata. Il cinema, arte nuova, non va disturbato con la contaminazione di altre arti ed è capace di rendere l’anima delle cose.

Le suggestive riprese di Epstein

Per questa finalità artistica perseguita da Epstein il suo documentario non ha rilievo tecnico-scientifico, ha sostenuto Stefano Branca. Non fornisce dati sull’eruzione e non permette rilievi tecnici, ma fornisce suggestioni su un’eruzione a partire dalla quale Gaetano Ponte, figura importante per la nascita dell’INGV, realizzò i primi sorvoli aerei sulle colate.

L’immagine del nostro vulcano, prima legata alle rappresentazioni grafiche di studiosi e dei viaggiatori stranieri del Gran Tour, era cambiata a partire dall’Ottocento. Quando ai disegni si affiancarono le foto. Una di esse, del 1865 di una studiosa francese, ritrae i Monti Silvestri. Del barone Sartorius von Waltershausen, autore insieme a Peters della nostra meridiana della Cattedrale di Acireale, è la prima carta geologica dell’Etna. La prima al mondo di un vulcano attivo. Dei primi del Novecento sono infine gli scatti di Ponte, che fanno parte del Fondo Ponte, circa tremila foto ora comprese nell’Archivio Toscano.

Dalla scoperta del filmato nasce il libro

Mario Patanè spiega l’occasione compositiva del volume, che nasce quasi per caso quando si pensava a un convegno a Linguaglossa per il centenario dall’eruzione. Laura Vichi gli aveva comunicato la scoperta in  Spagna di alcune copie domestiche del film La montagna infedele di Epstein. Erano spezzoni riuniti insieme con i sottotitoli in castigliano. Questo film non si vide nell’ Italia allora fascista ma circolò in Francia. Un aiuto di Epstein inserì dopo di lui in un film, L’age d’or, alcune immagini dell’eruzione successiva, quella del ’28 di Mascali. Al tempo di Epstein ancora il cinema era muto. Nel restauro si è dotato il film di una colonna sonora con le musiche del maestro Romeo.

Presenti all’incontro il vicepresidente del CAI di Acireale, Concetto Scuto, ed Enzo Di Mauro, assessore alla Cultura del Comune di Acireale, insieme alla consigliera Mariateresa Pizzo.  Enzo Di Mauro preannuncia una sorpresa: un evento per la cittadinanza che coinvolgerà in estate Mario Patanè, che, a suo dire, “rappresenta la storia del cinema”. In attesa dell’estate, il prossimo appuntamento sul tema Etna sarà per il 3 maggio, quando Stefano Branca tratterà dell’eruzione del 1971.

 

                                                                   Maria Ortolani

 

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