Libri / Mani tese: in ascolto dei poveri con empatia

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mani tese verso i poveri

“Mani tese. Nella voce dei poveri una lezione d’amore” è il titolo del libro di Angelo Romeo, fondatore dell’Associazione Missione Solidarietà di Roma. L’ Autore, di origini siciliane, è professore associato all’università G. Marconi di Roma e professore incaricato alla Pontificia Università Gregoriana. Ha quarantadue anni.

Il libro non è una indagine sociologica sulla povertà, né dà delle indicazioni su come sconfiggerla. Il libro, partendo da alcune esperienze significative, si pone in ascolto dei poveri, delle loro tragedie, dei drammi esistenziali, delle ferite. Da ogni singola esperienza narrata, l’autore, trae elementi utili per un approccio sereno con il mondo della povertà e mostra quell’empatia che si instaura quando si entra a contatto con i poveri. Solidarietà, infatti, non è solamente dare qualcosa, ma, innanzitutto, “indossare la camicia dei poveri” (D. Tonino Bello), sentirsi uno con essi.

Nella prefazione, l’Arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, evidenzia come: <<Allontanandosi dai luoghi accademici, lasciando la cattedra, i banchi e i suoi studenti, l’Autore percorre la strada, i marciapiedi, le banchine, si muove tra i giacigli di cartone di chi vive per strada per farsi prossimo, per farsi amico di coloro che sono considerati i primi nel Regno dei cieli, per prendere parte e nutrirsi insieme alla mensa dell’amicizia. Attraverso la semplice narrazione delle storie di coloro che ben conosce e che sa riconoscere come amici di Dio, invita il lettore a compiere il medesimo percorso ed a mutare di prospettiva per giungere ad avere “gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fil 2, 5) e a farsi vero amico che “vuol bene sempre, nato per essere un fratello nella sventura” (Prov 17, 17)>>.mani tese

Mani tese per entrare in sintonia con i poveri

Missione, infatti, è uscire fuori dagli ambienti quotidiani, andare oltre, cercare, scovare; Missione è cercare di comprendere, ascoltare, relazionarsi e riesce a farci entrare in sintonia con l’altro. Non basta elargire qualcosa, occorre farsi dono, occorre farci prendere il cuore, come scriveva P. David Maria Turoldo, nella prefazione al libro “Alla finestra la speranza”,  di don Tonino Bello.
“Caro fratello Vescovo, vorrei quasi dirti paradossalmente: non inoltrarti troppo su queste strade di poveri. Vedrai quanto avrai da soffrire! Prima, perché i poveri quando sono presi tutti insieme, quando sono tanti, fanno veramente paura; ti producono dentro un ‘angoscia da cui non guarisci più. Poi, perché vedrai la gente come ti parlerà dietro, come ti farà l’anima a brani; quanti ti diranno di non esagerare, di essere prudente, di non lasciarti ingannare”.

Eh si, perché l’annuncio evangelico, per metterlo in pratica, Angelo Romeo, percorre le vie della Capitale non per osservare la maestosità delle Basiliche o dei monumenti di cui Roma è ricca (“Tu non vedrai al mondo cose più grandi di Roma”, scriveva il poeta Orazio), ma per andare a cercare gli invisibili, mettersi accanto a loro, farseli amici.

Scrive nell’introduzione: “I poveri hanno bisogno di amicizia, affetto, non è semplicemente un panino, una coperta, come ho più volte scritto e detto, che cambiano radicalmente la vita di una persona. Serve il cibo, così come i beni di prima necessità, ma ancor di più serve la solidarietà, quella solidarietà fatta di incontri, di attenzioni personali … Dentro questa semplice testimonianza, ritroverete pezzi di Vangelo e pezzi di vita da Vangelo, perché ho sempre pensato, che l’essere cristiani si riconosce quando ci caliamo in queste situazioni”.

Siamo grati all’Autore per averci offerto questo “spaccato di vita”, la cui lezione interpella ognuno di noi. Siamo grati per la profezia che ci offre e soprattutto per ricordarci che “alla sera della vita saremo giudicati sull’amore” (S. Giovanni della croce), per cui, tanto più ne doneremo, più indulgente sarà il giudizio.

Don Roberto Strano

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