Libri / Marco Pappalardo spiega “Educarsi ed educare al web”

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Marco Pappalardo spiega nel suo ultimo libro come “Educarsi ed educare al web”. Pappalardo è un cooperatore salesiano di Catania, ex membro della Consulta per la pastorale giovanile della Cei e dell’Ufficio per le comunicazioni sociali dell’arcidiocesi di Catania. Negli ultimi anni lo abbiamo scoperto come instancabile scrittore; lo abbiamo incontrato per parlare della sua ultima fatica.

Chi è Marco Pappalardo? Si presenti ai nostri lettori

Sono un docente di lettere, insegno a Caltagirone all’istituto superiore Majorana – Arcoleo da quasi 5 anni. Per diverso tempo ho insegnato all’istituto don Bosco di Catania, dove mi sono formato come docente. Qui ho vissuto anche delle importanti esperienze dal punto di vista sociale. Insieme agli studenti, alle persone senza dimora e migranti, alle famiglie in difficoltà. Con incontri che continuiamo a portare avanti ogni lunedì sera, insieme ai ragazzi e ad altri amici che sono, per lo più, ex allievi.

Sono anche giornalista pubblicista, scrivo per Avvenire, per Credere, per la Sicilia e per alcuni blog che trattano di questioni giovanili, religiose e della scuola.
Ho anche la passione per la scrittura saggistica e ho pubblicato diversi libri che riguardano la scuola, i bambini, i ragazzi, gli adolescenti e gli adulti. Alcuni trattano di argomenti religiosi. I libri sono stati pubblicati da diverse case editrici.

Pappalardo, ci parli del suo ultimo libro “Educarsi ed educare al web” della San Paolo editrice

Il libro vuole essere un percorso di accompagnamento per adulti, ragazzi e giovani per vivere il web non come pesci nella rete ma come persone responsabili.
Il libro è scritto a quattro mani con Alfredo Petralia che è un mio collega, uno storico amico. Lui si occupa di informatica per la scuola, quindi dall’ infanzia fino alle scuole superiori, insieme abbiamo messo poi tutta la parte educativa.

Il testo ha come obiettivo far comprendere che non solo i ragazzi e i bambini hanno bisogno di educarsi ed essere educati, ma anche  noi adulti. E questo  per due motivi. Intanto perché arriviamo dopo a queste tecnologie e ci chiamano primitivi digitali. Quindi rischiamo non solo di rimanere indietro, ma anche di non essere all’altezza di affrontare alcune questioni. A maggior ragione, se educatori, dobbiamo conoscere, sapere, per poter aiutare i piccoli e i ragazzi in questo tipo di percorso.

Fare del web un uso maturo e responsabile

Un’altra intenzione del libro è quella di far vedere il web non come qualcosa di negativo in partenza. Di fatto il web è uno strumento neutro, il problema è come si usa e chi lo usa, con quale responsabilità e con quanta competenza.

Abbiamo strutturato il libro in 31 capitoli, più un appendice sulla didattica a distanza, che è nata durante il lockdown.  Allora il libro era quasi pronto e, alla fine, dopo averci riflettuto, abbiamo aggiunto questa parte, però in chiave educativa, non tecnica.marco-pappalardo-web

I capitoli partono dall’attualità, da un articolo di giornale o da un fatto che ha a che fare con il mondo del web.  Poi c’è una riflessione tipo educativa, che dà sempre l’aspetto positivo però della speranza, della strada da percorre, della via da intraprendere. Ci sono poi tre o quattro provocazioni che possono essere domande o spunti di riflessione, approfondimenti. A volte qualche info grafica su tematiche importanti o suggerimenti per chi vuole mettersi in gioco sul campo e approfondire.

Pappalardo, il libro “Educarsi ed educare al web” allora non è concluso, quindi, è sempre aperto…

Proprio così, infatti a tal proposito abbiamo collegato una pagina Facebook  “Educarsi ed educare al web”. Qui aggiorniamo i capitoli condividendo altre storie, altri fatti, ciò che ci avviene nel web. Cerchiamo, insomma,  di dare uno strumento di sostegno.
Dietro il libro “Educarsi ed educare al web”, c’è un progetto che io e Alfredo Petralia portiamo avanti nelle scuole e nelle realtà educative di vario tipo.

L’intento è quello di accompagnare la lettura del libro, per chi sceglie di farlo, per gruppi, soprattutto classi, di realizzare incontri con l’autore. Per il momento, a distanza, quando sarà possibile approfondiremo in presenza questi  temi.

Per lei avere frequentato e lavorato con i salesiani è stato un punto di partenza importante? E poi essere un docente sicuramente l’ha aiutata molto?

Chiaramente, la formazione salesiana che non riguarda solo l’insegnamento, ma è un istituto che ho frequentato da quando ero ragazzo, mi è stata utile.
Anche l’esperienza dell’oratorio, che ho continuato poi con il volontariato, mi ha dato gli strumenti per rileggere quello che era il metodo educativo di Don Bosco, cioè il sistema preventivo.

L’insegnamento, infatti, non evita di affrontare le cose già accadute, ma asserisce che è importante prevenire e quindi formare per poter essere responsabili nella scelta.
Poi c’è la vita ordinaria quotidiana, nel senso che io imparo moltissimo, come penso tanti insegnanti, dalle classi, dai ragazzi, da ciò che dicono. E se ci mettiamo in questa disposizione di ascolto attivo e attenti, riusciamo anche ad andare un po’ oltre.

Poi c’è lo studio, nel senso che bisogna provare e approfondire, perché, in un campo enorme e in evoluzione come quello del web, se stiamo fermi ne veniamo sommersi e superati.

Lei ha pubblicato tanti libri. Ma quando lo trova il tempo di scrivere?

Le cose che si fanno con passione, trovano sicuramente gli spazi necessari per essere realizzate, ma è vero che c’è sempre un po’ di sacrificio.  Di solito sono preziosi i momenti dell’estate, per esempio questo libro “ Educarsi ed educare  al web” l’ho ideato, in buona parte, durante una settimana di vacanza al mare. Mentre mia moglie andava a fare il bagno, io sotto l’ombrellone scrivevo in pezzetti di carta  parti dei capitoli. 

Professore Pappalardo, dopo il libro “Educarsi ed educare al web”, quali progetti futuri?

Ad aprile uscirà, sulle stesse linee di padre Pino Puglisi, sempre con le edizioni  Paoline, ma con un disegnatore diverso, un libro sul giudice Livatino, un’edizione per ragazzi. Stessa idea del “3 P” per questo libro che dovrebbe avere come titolo “Non chiamatelo ragazzino”. Il titolo viene fuori da una provocazione, fu detta dall’allora presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, e quindi la riportiamo. Tra l’altro è arrivata la bella notizia della Beatificazione, che dovrebbe essere a maggio. Sarà un fatto epocale, un laico, impegnato per la giustizia, viene finalmente visto come modello e testimone.  Nel frattempo ho lavorato insieme a due mie amiche alla realizzazione di testi nuovi per un catechismo. Sono quattro volumi di catechesi che abbiamo completato in due anni.

Quanta creatività ed ardore nelle parole e nell’impegno di Marco Pappalardo. Un entusiasmo che non è solo tipico dello scrittore, ma di chi si lascia andare per farsi forgiare dalle mani di Dio.

                                                                                                         Mariella Di Mauro