Libri / “Myosotis” di Iozzia e Musumeci riflette sul legame dell’uomo con la natura

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presentazione libro Myosotis

Il legame che l’uomo ha con la natura è qualcosa di prezioso e inestimabile. La natura, in tutta la sua bellezza e meraviglia, costituisce una dimensione privilegiata dell’essere umano. Innanzitutto ne è la condizione originaria; essendo egli per certi aspetti un animale. Ma la natura non è solamente quell’insieme indistinto e lussureggiante di colori: il mare, la montagna, i boschi, i fiumi, i laghi – elementi a cui associamo intuitivamente il concetto di natura – bensì una fonte d’ispirazione inesauribile.

Dagli albori dell’umanità, poeti, pittori, musicisti si sono ispirati alla musa che non invecchia mai: la natura. Le liriche greche, l’impressionismo francese, il titanismo di Wagner in Germania, sono tutti esempi nobili di quest’ispirazione continua. La natura, da due secoli a questa parte, è stata soggiogata dall’uomo. Egli ha sempre usato la natura per i suoi scopi in maniera convulsa e scriteriata: l’inquinamento e la crescente mancanza di risorse primarie ne sono l’amara prova.

Da sx: Rita Vinciguerra, Michele Greco, Teresa Musumeci e Giovanni Iozzia

Myosotis: rapporto uomo-natura

Sul rapporto che l’uomo deve riallacciare con madre natura, con l’intenzione del ritrovo della spiritualità, riflette “Myosotis”, l’ultima fatica letteraria di Giovanni Iozzia e Teresa Musumeci. Il libro è stato presentato, nell’ambito di “Marzo mese della cultura”, nei locali dell’ufficio I.A.T. della “Pro loco” di Acireale.

“Acireale è una città di cultura; ed è necessario che riprenda questa dimensione– ha esordito il presidente del consiglio comunale di Acireale Michele Greco-. Il mese della cultura ha acceso questa voglia di conoscenza”.

“Myosotis, scritto a quattro mani da Iozzia e Musumeci – ha introdotto la moderatrice Rita Vinciguerra –  ci conduce in un viaggio nella natura, a un ritorno alle radici naturali della vita, in contrasto col caos della vita odierna. C’è un approccio particolare, un’esperienza diversa; il tutto narrato con una prosa avvincente e ricca di spunti. Una natura fonte di guarigione e conoscenza per l’essere umano. La nostra società è caratterizzata da cose terribili: pedofilia, stupro, terrorismo, mafia. La cultura è come un’ascia, diceva Kafka”.

Penso, come scrivo anche nel libro, che la relazione tra madre natura e uomo sia stata interrotta – ha sottolineato con voce sottile e serena l’autrice Teresa Musumeci -. Pochi possono esercitare veramente il libero arbitrio; anzi molti neuroscienziati sostengono che il libero arbitrio sia un’illusione. Il dramma dell’inquinamento e della carenza di risorse naturali ha fatto cadere giù tante maschere fruitrici di logiche antiumane. E’  necessario renderci conto che salute mentale e salute fisica vanno di pari passo. E termino con una frase molto significativa: puoi decidere della tua vita quando impari a morire”.

Myosotis / Iozzia chiarisce il suo pensiero

“Innanzitutto, vorrei omaggiare questa città, che mi ha permesso di diventare giornalista professionista, ha esordito l’altro autore Giovanni Iozzia. Myosotis parla di una spiritualità che si ritrova nel legame con la natura. Io, essendo laureato in filosofia e amando particolarmente la materia, mi sono chiesto il perché, dai filosofi greci ai padri della Chiesa, la filosofia scolastica con Anselmo e S.Tommaso affermavano che lo spirituale e il divino sono insiti nel rapporto uomo-natura. E, invece, la filosofia dal 1600 in poi, con la figura di Cartesio, se ne distacca; diventa razionalista, fino a tralasciare dalla propria indagine il metafisico, Dio.

Heidegger, nella sua ontologia, sosteneva che il nostro essere nel mondo era una condizione ineluttabile: siamo scaraventati in quest’esistenza. Spinoza, che insieme a Kierkegaard, è il mio filosofo preferito, nel suo celebre panteismo affermava che l’uomo è in profondo legame con la natura. E non può scindersi da essa. La natura come fonte di sapere”.

Gli interventi del pubblico, che hanno animato il dibattito, sono stati molteplici poichè il tema era stimolante.
>Data la natura dell’incontro è opportuno fare qualche precisazione in merito a quanto è stato detto; d’altronde il tenore del dibattito ci permette di innalzarci dalla “prosaicità”.

Da sx: Rita Vinciguerra, Teresa Musumeci e Giovanni Iozzia

Myosotis / Alcune considerazioni

E’curioso il fatto che l’uomo sviluppi una maggiore spiritualità a contatto con la natura; e che il progresso sia l’antitesi dello spirito. Ma procediamo per gradi. I filosofi greci, Eraclito primo fra tutti, hanno sempre affermato l’autonomia dell’uomo dalla natura. E in questo consiste la novità del pensiero europeo rispetto a quello orientale: presso gli indù l’uomo è un tutt’uno con la natura; e a motivo di ciò non v’è alcuna forma di spiritualità; bensì superstizione e fanatismo. Cartesio non è il padre della filosofia moderna, come ancora insigni, ma accademici filosofi si ostinano a scrivere, invece lo è Giambattista Vico.

Con Cartesio la distinzione, iniziale, in res cogita e in res extensa si risolve in un’unità. Poi, da questa si giunge alla conoscenza di Dio e siamo tornati, un’altra volta, alla vecchia e stantia metafisica. Semmai con l’approccio innovativo alla storia e il verum factum di Vico- scusate la semplificazione, l’uomo può conoscere solo ciò che egli ha realizzato nella storia- si sono aperte le porte a un pensiero più concreto e coerente.

Gli animali vivono immersi nella natura, e in loro non è presente alcuna spiritualità. A riprova dell’ottusa e mendace equazione: natura=spirito. Lo spirito non è qualcosa di fermo, immobile; che si bea di se stesso contemplando non si capisce bene che cosa. Ma è progresso, evoluzione, forza. L’uomo, quando è riuscito a dominare la natura per i suoi scopi, ha scoperto lo spirito. Aristotele, commentando l’”Odissea”, paragona la civiltà allo sforzo che Ulisse compie nel resistere al canto alle sirene, metafora della sensuale e ingannevole bellezza della natura.

Il libero arbitrio

L’illusione del libero arbitrio, con neuroscienziati che avallano questa teoria – a parte il fatto, che ogni mese le “scoperte” della neuroscienza sono sempre diverse, e si prepongono conclusioni che non seguono la logica della loro scienza, abusandola e dandosi, come scienza, un fine che va al di là dei suoi mezzi- è non conoscere la natura dell’uomo. L’uomo, in quanto essere umano, ha in sé l’arbitrio dalla nascita. E voler separare le due cose è un procedimento tanto “ingegnoso” quanto non rispondente alla realtà.

Il libro non è un testo filosofico; bensì uno spunto per varie riflessioni. Testimonianza della grande cultura degli autori, specialmente di Iozzia, e il successo ottenuto è solo la riprova di uno stile limpido e chiaro con contenuti non sempre condivisibili.

 Giosuè Consoli