Libri / Nel diario di Pasquale Pennisi la sua parabola umana e politica

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Presentazione diario di Pasquale Pennisi

Nella sala “Cristoforo Cosentini” della biblioteca “Zelantea” di Acireale, si è svolta la presentazione del diario di Pasquale Pennisi “Lo specchio delle mie giornate”.
Pasquale Pennisi di Santa Margherita è stato uno degli uomini di spicco dell’Acireale fascista degli anni ’30, però la storia lo ha dimenticato, come ha ribadito la nipote Ghiselda Pennisi che, nel 2024, insieme a Marcello Proietto, ha dato alle stampe il suo diario.
Dall’opera, Pennisi risulta un uomo profondamente cattolico, allorché profondamente fascista. Un uomo formatosi alla F.U.C.I., che ha sposato l’ideale mussoliniano, anche dopo il 1945, a guerra ormai finita.copertina Lo specchio delle mie giornate

Pasquale Pennisi nato ad Acireale nel 1908 e morto a Roma nel 1979, discendeva dalla nobile casata dei baroni Pennisi. Da parte di madre, dalla famiglia catanese dei Sangiuliano – il ministro degli esteri Antonino di Sangiuliano era suo zio.
Dopo aver compiuto gli studi liceali ad Acireale, completa gli studi universitari a Roma, dove inizia a partecipare alla politica locale. Affianca alla vita politica l’attività giornalistica, a favore del regime, tant’è che questo, nel dopoguerra, lo condannerà all’emarginazione.
Al referendum del 1946 si esprime per la monarchia, non rinnegando mai fino alla morte, che lo coglie nel 1979, la fede fascista.presentazione del diario di Pasquale Pennisi

Nel diario di Pasquale Pennisi la sua parabola umana e politica

Vedo una sala gremita, vorrei salutare e ringraziare il pubblico – ha esordito il presidente dell’Accademia degli “Zelanti e dei dafnici” Michelangelo Patanè. La figura di Pennisi è divisiva. Il fascismo è stata una dittatura. E non capisco come abbia potuto conciliare cattolicismo e fascismo, soprattutto dopo le leggi del 1938”.

Dal diario di Pasquale Pennisi, Pasqualino per gli intimi, si può ricostruire la sua parabola umana e politica – ha spiegato il relatore Tiziano Torresi. Politicamente, dopo la caduta del fascismo, ebbe incarichi di scarsa rilevanza. E, come uomo, il suo essere profondamente cattolico quindi fascista: in una pagina del suo diario si scaglia con toni feroci contro l’armistizio dell’8 settembre e l’alleanza con il nemico. Il diario riporta anche episodi come il fidanzamento e il matrimonio con Elda, la nascita dei figli, la morte del padre. Un uomo che, in fin dei conti, è stato un escluso, ma grazie a un lavoro certosino la sua memoria è stata portata alla luce”.pubblico alla biblioteca Zelantea

Parlare di mio nonno mi emoziona sempre – ha concluso in lacrime Ghiselda Pennisi. Quello che ho potuto capire, quando ho letto il suo diario, è che nonostante le ombre, mio nonno è stato un grande uomo. E, anche senza averlo mai conosciuto, gli ho reso omaggio”.

Come possono non essere in contrasto cattolicesimo e fascismo? Questa contraddizione è la rappresentazione concreta di Pasquale Pennisi: un uomo tetragono, rigido nelle sue convinzioni, reazionario. Un uomo che, senza nostalgie, deve essere studiato storicamente.

                                                                                                        Giosuè Consoli