Nella sala consiliare “Falcone e Borsellino” del Comune di Randazzo, gremita da un numeroso pubblico, ha avuto luogo la presentazione del libro di Lucia Lo Presti “Randazzo, la Cassino di Sicilia. Indagine sul patrimonio storico-artistico distrutto e danneggiato negli anni della seconda guerra mondiale”, pubblicato da Il Convivio Editore.
Dopo il saluto del primo cittadino, prof. Michele Mangione, Gaetano Di Silvestro, in veste di moderatore, ha tracciato una breve biografia di Lucia Lo Presti, una ragazza di Randazzo che nel 2012 aveva conseguito la laurea all’Accademia di Belle Arti di Catania, specializzandosi in Restauro, e venuta a mancare a soli 28 anni il 5 giugno 2014, dopo aver lottato contro una lunga malattia.
Il volume presentato è appunto la sua tesi di laurea, che i familiari hanno voluto pubblicare non solo per onorarne la memoria, e per rendere tutti partecipi di una ricerca rilevante per la storia della città, ma anche per devolverne il ricavato alla Fondazione IEO (Istituto Europeo Oncologico) – CCM di Milano.
Si tratta di una monografia che indaga sui danni subiti dalla cittadina di Randazzo durante i bombardamenti del 1943, al fine di fare un bilancio non solo delle opere distrutte, ma anche di quelle danneggiate e ancora recuperabili.
Primo relatore è stato il dott. Giuseppe Manitta, direttore editoriale de “Il Convivio”, critico letterario e autore di numerosi volumi, tra cui apprezzati studi sul Leopardi, ma anche compagno di studi di Lucia negli anni del Liceo. Egli ha analizzato la metodologia utilizzata dall’autrice nella ricerca e nell’uso delle fonti, il metodo storico, per concludere affermando che il libro va letto anche in positivo, come un’analisi di ciò che si può ancora recuperare del patrimonio artistico e architettonico della città.
È stata poi la volta della dott.ssa Maristella Dilettoso, già direttrice della Biblioteca comunale, giornalista e autrice di articoli e testi sulla storia e tradizione locale, che si è soffermata sugli aspetti devastanti dei bombardamenti del luglio-agosto 1943 per la città di Randazzo, su come quei tragici giorni furono vissuti dagli abitanti, su quanto sia stato importante, negli anni e nelle generazioni successive, conoscere e ricostruire quale fosse in passato il volto della città.
“Cosa c’era, cosa è scomparso, cosa è rimasto, cosa è stato recuperato… ecco l’importanza di questo libro” – ha detto fra l’altro Dilettoso -Il libro è molto interessante perché è un altro tassello che si aggiunge agli scritti che costituiscono, sotto aspetti diversi, la bibliografia su Randazzo; per noi randazzesi e per quanti ne avessero la voglia, potrà essere utile a ricostruire, a immaginare com’era il nostro paese, e a non dimenticare”.
Il libro inoltre raccoglie, in modo organico, notizie che finora si trovavano in ordine sparso, e offre una vera e propria mappatura del paese, suddividendo la materia in edilizia sacra, civile, militare, e distinguendo tra patrimonio distrutto, danneggiato, e recuperato.
E certamente Lucia Lo Presti, nel momento culminante del suo percorso di studio, qual è la stesura della tesi di laurea, ha espresso un atto d’amore, ma anche di speranza e di volontà di recupero, verso il proprio paese.
Il sindaco Michele Mangione, ha concluso, anche nella sua qualità di docente, ravvisando la necessità di trasmettere ai ragazzi delle scuole i valori della tradizione locale, di educarli a conoscere la storia del proprio paese, di avviare dei progetti che incoraggino gli alunni a ricostruire, anche attraverso la conoscenza delle fonti orali, la mappatura del paese e del patrimonio scomparso, per far crescere una gioventù impegnata a raccogliere il valore della storia e della propria storia personale.
Dopo alcuni interventi del pubblico in sala, fra gli altri quello del professore Arcidiacono, dell’Accademia di Belle Arti, col quale la giovane scomparsa aveva collaborato negli ultimi tempi, nel corso di un tirocinio per il restauro di una chiesa a S. Pier Niceto, e della dott.ssa Rossella Caporale, amica e collega di studi, che tra l’altro ha osservato: “Lucia sarebbe stata felicissima, perché desiderava concretizzare con la pubblicazione questo suo lavoro”, è stato il coordinatore della serata, Di Silvestro, a chiudere dicendo: “Il messaggio che ci lascia Lucia è di amore verso il proprio paese, e di cogliere il frutto del nostro patrimonio artistico”.
L.V.