Libri / Presentato ad Acireale “Piante selvatiche e uomini dell’Etna” del prof. Arcidiacono: quando la cultura sposa la passione per la natura

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Ad Acireale, nei locali della Biblioteca Zelantea, una serata all’insegna dell’amicizia e della cultura per la presentazione del libro “Piante selvatiche e uomini dell’Etna” dell’acese Salvatore Arcidiacono, già docente di Scienze Naturali nei licei, tra i quali il liceo Scientifico “Archimede” di Acireale.
Il presidente dell’Accademia Zelantea dott. Giuseppe Contarino, nell’introduzione, chiarisce il recondito significato di ‘erbe selvatiche’, cioè erbe che non vengono seminate e coltivate, ma sono senz’altro preziose.
Il prof. Giorgio Sabella, dell’Università di Catania, in sintesi, esalta la vita dello studioso dell’Etna, Salvatore Arcidiacono, che attraverso molte escursioni ha alimentato l’innata passione nell’accurata conoscenza dell’ambiente, pubblicando in parecchi libri i suoi brillanti risultati; inoltre fa una breve ed efficace presentazione del nuovo  libro, “Etnobotanica etnea –Le piante selvatiche e l’uomo”, edizioni Danaus.
Uno schermo, su cui vengono proiettate interessanti diapositive sulle piante, nei loro particolari, è il supporto che rende accessibile al numeroso pubblico i segreti delle piante selvatiche, rivelati con splendidi sorrisi da Salvatore Arcidiacono, in uno stile comunicativo molto cordiale, con umorismo, attraverso storie. leggende e tradizioni popolari.
Particolare attenzione pone alle erbe mangerecce, quali la bieta, detta ‘secala’, i cavolicelli, i capperi, la costolina, detta cosc’i vecchia’ e altre. Rappresenta l’Etna botanica: l’insieme della scienza e della disciplina dell’agricoltura; il rapporto tra  piante e l’uomo vivente nel territorio etneo, che va dalla cima, oltre i tremila metri, alla costa dell’Jonio.
Seguono interventi programmati del prof. Giuseppe Rossi e del prof. Angelo Pagano: il primo, dopo aver elogiato il ricercatore di scienze naturali, figlio dell’apprezzatissimo preside Mario Arcidiacono della Media “Paolo Vasta”, molto impegnato a scuola nei difficili anni del dopoguerra, parla di sue entusiastiche esperienze etnee vissute assieme a lui.
Il secondo, l’ex alunno, prof. Pagano, definisce Salvatore Arcidiacono, “uno dei grandi maestri incontrati”, e sottolinea che il suo libro, “richiede studio e amore”. L’Etna,  patrimonio dell’umanità per l’UNESCO, va salvata dal degrado e valorizzata al massimo, specie attraverso i musei, in cui si custodisce quello che ha generato nel suo tempo millenario; infine va salvaguardato il territorio con le sue piante.

                                          Anna Bella

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