Sebastiano Rosario Catalano, John Fitzgerald Kennedy, Il leader del Mondo, Carthago, 2020 Reggio Calabria –
Nel primo centenario della nascita del Presidente John Fitzgerald Kennedy, maggio 2017, lo scrittore Sebastiano Rosario Catalano, suo grande ammiratore, vuole celebrarlo, come afferma nella dedica, per aver sacrificato la sua giovane vita “per un mondo migliore”, con l’eccellente obiettivo di dar vita ad un’imperitura Pace tra i Popoli, attraverso l’ONU ed altre Organizzazioni internazionali, impegnate nella libertà e nel progresso. Tali ideali, John F. Kennedy già li sostiene nella sua tesi di laurea in Scienze Politiche all’Università di Harvard, in cui prospetta scelte politiche, prima dello scoppio della seconda Guerra mondiale.
Don Antonio Pennisi, nella sua prefazione, elogiando l’opera di Sebastiano Catalano, sostiene che tra i “13 presidenti moderni” da Roosevelt a Obama, Kennedy sta al centro.
Con chiarezza e linearità, in un volume di 680 pagine, Catalano traccia la vita di John Kennedy, conclusasi con la tragedia del 22 novembre 1963, a Dallas: subisce un attentato politico il Presidente degli Stati Uniti, artefice della crisi contro la Guerra Fredda, qualificatosi “leader del mondo” per la giusta proposta della Pace tra i Popoli, in nome della solidarietà, allo scopo di garantire progresso e libertà, a livello universale.
Nel Prologo, l’Autore ricorda con emozione i suoi impegni personali a Roma, il 22 novembre 1963, alle ore 19,34, corrispondenti alle ore 12,34 nel Texas, l’ora della tragedia: tre colpi sparati contro il Presidente John Kennedy, di fede cattolica; pressoché immediata, la morte. Il 25 novembre 1963, i funerali di Stato del Presidente amato dall’intero Mondo.
Il libro è suddiviso in quattro ampi capitoli che illustrano con competente oculatezza la vita di John Kennedy e della sua famiglia. Drammatica la storia dei suoi bisnonnii, emigrati dall’Irlanda, tra il 1848 e il 49, a Boston. Patrick Joseph è il primo a farsi eleggere in America a cariche pubbliche; il figlio suo, Joseph Patrick, è il padre del Presidente degli USA, John, secondo di nove figli, nato nel 1917, durante lo scatenarsi della seconda guerra mondiale. A scuola, John Kennedy, sia dal punto di vista culturale che dello sport, s’impegna al massimo nelle competizioni, secondo lo spirito della famiglia Kennedy. Il padre Joseph, avendo a New York il centro dei suoi affari, vi trasferisce la famiglia, quando il figlio John ha dieci anni.
Questi, per la sua passione allo studio, sceglie la scuola cattolica Canterbury, ma l’anno successivo raggiunge il fratello maggiore nella scuola Protestante a Wallingford, a Choate, nel Connecticut. A scuola, nel periodo dal 1927 al 1935, si distingue per la sua originalità di pensiero e per il costante sviluppo della sua personalità, mentre la salute talvolta è piuttosto malferma. Interessante il viaggio con la famiglia in Europa, nel triste periodo del nazismo. John s’iscrive in Scienze Politiche all’Università di Harvard, ma la salute lo costringe a periodi di cura e riposo, tuttavia si laurea a 23 anni. Assieme al caro amico Lem Billing compie vari viaggi all’estero.
Nel 1937, Joseph Kennedy è nominato da Roosevelt ambasciatore presso il Regno Unito. La vita politica, molto complicata, sfocia nella terribile seconda guerra mondiale, rappresentata da Catalano in dettagliate pagine. Nel dicembre 1941, intervento degli Stati Uniti, con dichiarazione di guerra al Giappone, dove in seguito si verificherà la tragedia delle due micidiali bombe atomiche: vana, l’iniziativa dell’ambasciatore Joseph Kennedy nel coinvolgere nella diplomazia il card. Spellman in favore di una tregua, propizia alla resa del Giappone, onde evitare il lancio della seconda bomba su Nagasaki. John Kennedy, nell’agosto 1945, da giornalista, si reca in Germania, distrutta dai bombardamenti degli Alleati; visita a Berlino le macerie della fortezza di Hitler ed Eva Braun, registrando per iscritto le sue sensazioni. Dopo questo viaggio, John, ritornato negli Stati Uniti, accetta di entrare in politica, ma con riserva, date le sue tendenze per il giornalismo e l’insegnamento.
Nel 1951 riesce a pervenire a idee innovative, anche nei riguardi del Medio Oriente e dell’Asia: in un decennio il presidente John Kennedy si rende consapevole del Terzo Mondo, abbandonato a se stesso, per cui è urgente fare un passo decisivo. L’Autore con acume fa uno studio molto attento delle situazioni politiche e della bravura di John, eroe del Novecento, nei suoi magnifici interventi.
Il servizio del Kennedy alla Camera si concretizza dal 1947 al 1952, mentre al Senato dal 1953 al 1960.Secondo Catalano, 20 gennaio 1961 – 22 novembre 1963 sono i “mille giorni più importanti nella storia del XX secolo: la Presidenza di John F. Kennedy negli Stati Uniti”: il più giovane presidente americano della storia entra nella Casa Bianca.
Lodevole è la sintesi di Catalano, che mette in luce il dialogo tra le grandi Potenze, per il controllo sul disarmo nucleare totale, secondo l’etica di John Kennedy. I fatti di cronaca, con relative crisi, dimostrano l’efficacia di tale impresa, che determinerà in economia il superamento dell’aborrita guerra fredda. Molto significativa e pervasa da profonda fede, l’invocazione di John, rivolta all’Onnipotente: “ Oh Dio, il tuo mare è così grande e la mia barca così piccola”.
L’inizio del 1963 e via via il procedere dei mesi segna un progredire meraviglioso di conquiste politiche, che mirano a cambiare il volto del Mondo: la riforma fiscale; l’efficacia dell’azione della NATO e insieme il ritiro di vecchi impianti missilistici dalle basi; l’attesa riunificazione della Germania; la pubblicazione dell’enciclica “Pacem in terris” di Giovanni XXIII, che interessa il mondo intero. Nella difesa dei diritti civili, John Kennedy è inflessibile, seguace del Papa.
Ad un uditorio, dimostra d’essere al fianco di Martin Luther King , fautore della lotta non violenta, per l’integrazione della razza in generale, in particolare per la difesa dei neri.
Il 21 maggio1963, su ordine di un tribunale federale, due studenti neri s’iscrivono all’Università dell’Alabama, per avere il diritto di presentarsi agli esami della sessione estiva. L’11 giugno 1963, il Presidente Kennedy parla alla televisione sui diritti civili, dimostrando un’alta coscienza morale, come aveva fatto il giorno prima nel discorso sulla pace, nell’Università di Washington.
Il viaggio del Presidente americano in Europa segna un traguardo di pace, specie nella Germania riunita e in Italia; famoso, l’incontro con Paolo VI. Particolare, la visita nella patria dei suoi avi, l’Irlanda. Il Trattato di non proliferazione nucleare è un successo clamoroso per il mondo intero; dello stesso tenore, le prime trattative diplomatiche con Cuba e il ritiro dal Vietnam. Infine, la tragedia, che sconvolge il mondo: il viaggio del Presidente in Texas, la sua morte ingiusta a Dallas. Dolore universale.
Dettagliata l’analisi dei fatti e delle ideologie politiche ed economiche, circolanti nel 1963. Ecco, quanto sostiene l’Autore: ”Lo scenario ipotizzabile oggi è quello di un delitto su commissione, studiato meticolosamente fino ai più piccoli particolari attuato con tecnica militare, affidato a specialisti, freddi e disinvolti ….. Robert Kennedy poté contare certamente su elementi di certezza probatoria….”.
Il quarto capitolo dell’ottimo lavoro storico – culturale di Sebastiano Catalano riguarda l’eredità del 35 ° Presidente degli Stati Uniti, l’indimenticabile John Fitzgerald Kennedy, preziosa in tutti i campi del sapere e dell’agire, provvidenziale per l’America e il mondo intero. “Nel 1963, il Presidente Kennedy non incoraggiò affatto una politica di riarmo …. ma ‘fermò invece il programma ABM per i missili antibalistici’. Un altro gruppo economico che non vedeva di buon occhio il programma di riduzione missilistico- nucleare proposto dall’Amministrazione Kennedy era quello di Victor Rothschild”. Infine è da notare come il Texas fosse uno degli Stati avversari della politica di pace e disarmo. Da prendere in considerazione il giudizio critico di Catalano circa la sicura rielezione del Presidente Kennedy nel novembre 1964, “probabilmente temuta in certi ambienti economico-finanziari …… Aveva impresso al suo lavoro come Capo dello Stato una impronta troppo a favore ed a sostegno del popolo?…..Risulta evidente che il Presidente Kennedy sfidasse i poteri esistenti dietro gli Stati Uniti e la finanza mondiale”.
Nella copertina, una pregevole foto di J. Kennedy, altre nel testo; citazioni di emblematiche sue frasi. Cinque, gli allegati di carattere culturale e politico-sociale: due del 1963 sul Vietnam del Sud; due interviste, una all’ambasciatore cubano, Carlos Lechuga, durante la crisi missilistica; l’altra, a Fabio Escalante, ex dirigente del servizio segreto cubano. Infine, saggio critico economico-giuridico da Roosevelt a Kennedy.
Anna Bella