La presentazione di un libro non sempre coincide con un’azione autenticamente culturale. Per essere tale, essa deve coinvolgere pubblico e relatori, armonizzandone tempi, domande e risposte.
Nei giorni scorsi, nell’auditorium della sede di Riposto dell’ istituto alberghiero”Giovanni Falcone” (Ipsseoa), grazie alla felice intuizione del dirigente scolastico, prof.ssa Monica Insanguine, si è svolto un evento culturale piuttosto insolito. Agli studenti delle classi coinvolte (nel più rigoroso rispetto del protocollo anticovid) sono stati presentati due libri solo in apparenza distanti tra loro. Si tratta di #cucinandoconmimmo, tra passione e tradizione di Domenico Marino e Giuseppe Castorina dedicato all’arte culinaria e “Non vedo l’ora, raccolta di voci dalla pandemia”, silloge poetica a cura de “La Voce dell’Jonio”, rappresentata da due dei promotori, Giuseppe Vecchio e Carmela Tuccari.
Durante l’incontro, organizzato e moderato, con garbo e competenza, dalla professoressa Alfina Spinella e arricchito dagli interventi del prof. Rosario Cantarella, si è individuato il filo rosso che attraversa i due testi. Entrambi, infatti, sono stati pensati durante il lockdown, entrambi sono espressione di tante sensibilità. E, soprattutto, entrambi dimostrano che si può reagire in modo costruttivo alle avversità, traducendole addirittura in opere letterarie.
Cucina e poesia, insolita accoppiata
Gli autori del libro di cucina #cucinandoconmimmo hanno valorizzato l’aspetto culturale delle ricette raccolte, puntualizzando il forte nesso che le lega alla tradizione culinaria del territorio; l’intervento del prof. Cantarella ha ulteriormente rimarcato questo aspetto, ribadendo con passione che al “Falcone” gli insegnamenti enogastronomici non tradiranno mai la tradizione siciliana. Divertente la carrellata dei nomi più bizzarri di alcune ricette proposti da Domenico Marino ai presenti. Dagli “occhi rassi” al “mauro”, dal “capuliato” al “ripiddu nivicatu”, legati ad antichi aneddoti ripresi giocosamente da Giuseppe Castorina.
Per la raccolta di “Non vedo l’ora, raccolta di voci dalla pandemia”, invece, si è posto l’accento sulla valenza storica delle poesie, intese come istantanee della reazione alla crisi pandemica, all’interno di un quadro anagrafico variegato. Accompagnava lo sviluppo della tematica, la proiezione dei disegni di Pina Di Bella, disegnatrice – pittrice ed ex insegnante, nei quali sono dominanti i motivi della speranza e della fede.
Giuseppe Vecchio e Carmela Tuccari hanno poi tracciato un profilo generale degli autori coinvolti. Di essi si è valorizzata la voglia di raccontarsi e di comunicare al mondo, indipendentemente dalle peculiarità letterarie delle proprie composizioni.
Cucina e poesia apprezzate dai giovani studenti
L’incontro però non è stato a senso unico. Gli studenti non erano lì in veste di ascoltatori, ma sono stati i coprotagonisti dell’evento, leggendo testi poetici e facendo domande su entrambe le opere. Dinamico anche il tavolo dei relatori. Il dialogo spontaneo e la loro capacità di onorarsi a vicenda hanno offerto al giovane pubblico un esempio virtuoso di “sportività culturale”.
Quando la scuola si dimostra sensibile nei confronti della vita culturale del territorio, come ha osservato la dirigente Insanguine, non può non raccogliere occasioni formative, utili a tutti!
L.V.