Nel libro dal titolo ‘Raccontarsi per riconoscersi’, la scrittrice Teresa Maria Scaravilli descrive le vicende che interessarono la sua famiglia e la sua città natale, Leonforte, popoloso centro dell’entroterra siciliano, in provincia di Enna. Ad onor del vero, le origini della famiglia di Teresa erano non leonfortesi, ma di Cesarò, nella provincia di Messina. Solo successivamente la famiglia si trasferì a Leonforte, ove la piccola Teresa vide la luce nel febbraio del 1943 e ha vissuto la propria fanciullezza ed adolescenza.
A Leonforte, paese circondato dal monte Altesina, in un territorio incastonato tra i monti Erei, Teresa nacque in casa, come avveniva per tutti i bambini di quei tempi, che vedevano la luce con l’intervento della levatrice (in siciliano ‘a mammana) e proprio a Leonforte Teresa visse tutte le tappe fondamentali della propria fanciullezza ed adolescenza (battesimo, prima comunione, cresima).
La famiglia
Tra le pagine del libro, la descrizione delle famiglie paterna e materna dell’autrice, nonché il racconto della nascita di Teresa in assenza del padre: questi, infatti, aveva sposato la moglie nel 1940, prima che fosse richiamato alle armi per lo scoppio del secondo conflitto mondiale, e la consorte rimase incinta allorchè il marito aveva fatto ritorno a casa per una licenza, ottenuta per compensare permessi non goduti, che gli consentì un provvisorio ricongiungimento con la giovane sposa.
La fanciullezza a Leonforte
Si susseguono, poi, tra le pagine le descrizioni del periodo immediatamente successivo alla nascita della piccola Teresa, che il padre riuscì solo successivamente a conoscere. Ed ancora, le giornate che la bambina trascorreva a casa alle prese con giochi dell’infanzia, spesse volte persino improvvisati, viste le disagiate condizioni economiche della famiglia, nonostante si sostentasse con i prodotti della terra, che il padre lavorava in campagna.
Tradizioni siciliane
C’è anche il racconto di secolari tradizioni, come quella di attribuire ai figli il nome dei nonni: era scontato, infatti, che il primogenito, ove fosse stato maschio, avrebbe avuto il nome del nonno paterno, e se si fosse trattato di femmina, quello della nonna paterna, cosa che avvenne per la piccola Teresa.
Trova spazio pure la tradizione dei regali ‘dei Morti’: la mattina del due novembre, infatti, i bambini ricevevano dei regali che essi credevano fossero stati loro recapitati la notte precedente dai parenti defunti. A tal proposito, in Sicilia, un proverbio recita che ‘u patri accatta, ‘a matri ammuccia e ‘u figghiu ammucca!’, cioè che il figlio abbocchi alla credenza sui parenti defunti, mentre, invece, sono i genitori, il padre ad acquistare materialmente e la madre a nascondere i regali che poi i loro bambini ricevevano.
Sognava di fare l’infermiera
Come ogni bambino, anche Teresa aveva i propri sogni ed espresse il desiderio di esercitare da adulta la professione di infermiera per affiancare i medici nelle cure dei bambini poveri, soprattutto dell’Africa, ma in ciò riceveva la completa disapprovazione della madre, timorosa che qualche medico potesse abusare di lei. Era evidente che, ancora a quei tempi, il rispetto per la donna non fosse del tutto scontato, come, purtroppo, in qualche caso, non lo è ancor oggi.
….ma la madre disapprovava
Quando, tra le lacrime, raccontava il proprio disappunto al giovane arciprete parroco della sua parrocchia, questi cercava di consolarla dicendole che forse era ancora troppo presto perché lei potesse esprimere alcun desiderio ed a quel tempo doveva solo pensare a crescere e a studiare e poi, magari da adulta, avrebbe potuto convincere la madre circa la propria volontà. Nel frattempo, sia pure ancor bambina, avrebbe potuto impegnarsi a convincere molti coetanei ad accostarsi alla frequenza dei sacramenti in parrocchia.
La svolta
Da giovinetta, poi, Teresa, laureatasi grazie alla zia Ninetta, potè coronare il proprio sogno di andare a vivere in provincia di Catania, ove la attendeva una realtà ben diversa da quella povera di Leonforte. Da quel momento, si aprivano per Teresa nuovi orizzonti, successivamente ampliatisi con il primo viaggio oltre lo Stretto di Messina.
Nando Costarelli