Libri / “Viaggio in Sicilia di Paul de Musset” nella traduzione del prof Francesco Calì

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Michelangelo Patanè e Francesco Calì

Un affollatissimo incontro si è tenuto il 6 dicembre nella sala Cosentino della Biblioteca Zelantea di Acireale, per la presentazione del nuovo volume del professore Francesco Calì. “La Sicilia di Paul de Musset, 1843“.
Il libro è stato presentato dal professore Giuseppe La Barbera, studioso di letteratura di viaggio. Ha introdotto la serata il presidente dell’Accademia degli Zelanti dottor Michelangelo Patanè. L’autore era presente.

Paul de Musset poeta e scrittore, all’età di 39 anni, convinto dell’importanza del viaggio e affascinato dall’Italia, parte per visitarla e vi rimane per circa un anno. In questo viaggio, la Sicilia costituisce una tappa particolarmente importante e vi rimane per circa due mesi. Di questa esperienza farà un resoconto in un libro pubblicato poi nel 1844, di cui il professore Calì ci consegna una sua traduzione.

Nella sua esposizione, il professore La Barbera, ha parlato della sua passione per i viaggi e della grande possibilità che ha avuto, essendo corrispondente del quotidiano La Sicilia, di potersi interessare ad argomenti sempre nuovi di viaggio e poterli pubblicare.
Queste ricerche hanno aumentato la sua passione per i viaggiatori. Dai racconti di questi protagonisti, secondo il professore La Barbera, si riescono a conoscere più cose del nostro Paese che seguendo uno studio scientifico.
Dal libro che ha presentato, ha detto che si rileva il modo come in quel periodo storico i viaggiatori appartenti a diversi paesi, consideravano la Sicilia. Ognuno di loro in base alla propria professione ha lasciato appunti, scritti, disegni.presentazione libro di Paul de Musset

Il viaggio in Sicilia di Paul de Musset

Il giovane de Musset era partito per l’avventura e, a quei tempi, arrivare in Sicilia non era facile. Tutti i viaggiatori, come De Musset, arrivavano fino in Calabria oppure sbarcavano a Messina o a Palermo e da lì viaggiavano attraversando la costa in senso orario oppure antiorario.
Le strade siciliane non erano praticabili, in modo particolare quelle delle zone interne. Infatti, proprio per questo, la zona di Ragusa non era annoverata nei diari dei viaggiatori. Inoltre, c’è da dire che i viaggiatori si spostavano per conoscere i templi e i teatri greci. E in provincia di Ragusa c’era una forma architettonica, il barocco, non ancora conosciuto e apprezzato come lo è oggi.
La città di Acireale, col suo barocco, è stata avvantaggiata perché si trova in una località di passaggio e quindi è stata conosciuta.

Una volta scoperta la Sicilia, i viaggiatori divennero numerosi perché a loro risultava più semplice recarsi in Sicilia che in Grecia occupata dei turchi. Inoltre vi trovavano gli stessi monumenti.

Il professore La Barbera continua dicendo che una volta scoperta, l’isola, divenne famosa tanto che molti scrittori ne parlavano nelle loro opere spesso senza esserci realmente stati.
Anche Stendhal, che era innamorato della Sicilia per quello che aveva letto ne parlava nei suoi libri. Come se lui stesso fosse stato un viaggiatore dell’isola, ma di fatto non c’era mai stato.

Una traduzione fedele del libro di de Musset

Comunque il libro di De Musset ottiene un enorme successo e nelle varie edizioni che si susseguono, l’autore aggiunge sempre qualcosa di nuovo. Questo metodo rendeva difficile far capire agli interessati l’itinerario del viaggiatore. Ma il vero itinerario si trova nel primo libro pubblicato cioè nella traduzione del professore Cali. La Barbera ritiene la traduzione di Calì fedelissima del francese. La fedeltà del lavoro riesce a trasmettere al lettore ciò che il viaggiatore ha vissuto.

Durante la serata si sono avuti altri interessanti interventi, come quello di Ilaria Di Pietra, docente del Gulli e Pennisi di Acireale, anche lei appassionata di letteratura di viaggio. Ha apprezzato molto il lavoro del professore Calì che, secondo lei unisce completezza di riferimenti e di informazioni ad una struttura molto rigorosa. Senza togliere, però, il piacere della lettura. La professoressa ha confermato la qualità della traduzione che ha restituito la forza suggestiva e il linguaggio del periodo che è affascinante e a tratti poetico.
Altri interventi da parte dell’architetto Teresa Di Blasio e del professore Giovanni Vecchio.

Mariella Di Mauro