Libri / Zerocalcare a Palermo per raccontare a fumetti la causa curda

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Zerocalcare

Il fumettista Zerocalcare ha presentato a Palermo, presso il centro sociale Anomalia, il suo ultimo lavoro No sleep till Shengall che può essere interpretato come un continuo dell’acclamato Kobane Calling, pubblicato nel 2015, nel quale racconta il conflitto tra il popolo curdo e lo stato islamico.

Michele Rech, il nome dell’artista di origini toscane, cresciuto a Roma, ha sempre raccontato con i suoi fumetti tematiche di attualità. Ed ha utilizzato la sua arte come uno strumento per dare voce alle cause degli “ultimi”, alle cause più spinose e delicate. Quelle su cui, magari, potrebbe essere più semplice chiudere un occhio o, anche, forse, girarsi dall’altra parte.
Lui, invece, ha sempre adoperato la propria matita per raccontarle.Zerocalacre presenta libro a Palermo

Dell’autore ricordiamo, dunque, le opere Kobane Calling che, appunto, racconta la causa curda contro lo stato islamico, La profezia dell’armadillo, La politica non c’entra niente. Ricordiamo anche la serie andata in onda su La7 nella trasmissione Propaganda live, Rebibbia Quarantine e la serie Netflix Strappare lungo i bordi.

Zerocalcare incontra la comunità di Ezidi

No sleep till Shengal racconta il viaggio di Zerocalcare nel Nord Iraq, a Shengal, dove vive una comunità di Ezidi, un popolo del Kurdistan appartenente ad un culto pre-islamico. Protetta ed aiutata dal popolo curdo a mantenere la propria autonomia nel territorio loro appartenente contro lo stato islamico ed i continui attacchi turchi.libro Zerocalcare

Gli Ezidi, vicini ai principi delle comunità curde ed ai principi della loro rivoluzione, fondano la propria società sui principi di una democrazia radicale. Al centro della quale si pone l’autodeterminazione della donna, l’autodifesa come valore cardine, il contatto, la vicinanza ed il rispetto della natura.

Purtroppo, però, da un anno circa la comunità ezida viene costantemente bombardata dalla Turchia. Questa, come possiamo facilmente immaginare, vuole evitare la costituzione di una comunità vicina ai valori fondanti del Kurdistan.

No sleep till Shengal è, quindi, uno strumento necessario per accendere i riflettori su una causa che, altrimenti, sarebbe dimenticata dagli occidentali e, a questo proposito, quando chiedo a Zerocalcare se lui si sente più un artista o un attivista e se pensa che le due cose possano o meno convivere, mi risponde che lui si reputa semplicemente una persona che “fa fumetti” e non reputa di rientrare in nessuna delle due categorie da me nominategli. Mi dice essere per lui un obbligo raccontare,  data la risonanza mediatica che sa di possedere.

 

Giulia Bella

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