La prima serie italiana e quella francese di calcio chiudono i battenti, concedendo la meritata passerella ad almeno due storie di “calcio” sostenibile, quelle di Lilla e Sassuolo. Le quali, in un tempo di necessaria “riqualificazione” a più livelli, costituiscono due modelli da approfondire. In barba a velleità di SuperLega dei ricchi o di altri voli finanziari. Guardando a casa nostra, la Serie A sentenzia però innanzitutto come, oltre alle già retrocesse Parma, Benevento e Crotone, si aggregheranno in Champions League, con l’Inter campione e l’Atalanta già qualificate, anche il Milan e la Juventus. Esiti per nulla scontati, quest’ultimi, se è vero che i bianconeri ottengono una qualificazione clamorosamente insperata. Almeno fino a poche settimane fa e raggiunta in virtù di un ancora più clamoroso pareggio, al “Diego Armando Maradona”, da parte del Napoli contro il Verona.
Lilla, Sassuolo e i verdetti del calcio sostenibile
Per i partenopei, un boccone amarissimo che non solo vanifica un finale di campionato da incorniciare, ma vede il presidente Aurelio De laurentiis “licenziare” via twitter, senza neanche passare prima da comunicati e microfoni, un allenatore a dir poco integerrimo e appassionato come Rino Gattuso. Il Milan, dal canto suo, espugna proprio il campo di un’Atalanta vistosamente appagata dalla terza fantastica stagione consecutiva, seppure mai arrendevole.
Il modello Sassuolo
Se l’ex Europa League, riformata con il nome di Conference League, sarà dunque sfida per il Napoli e per la Lazio già sicura del sesto posto, il settimo posto ha visto Roma e Sassuolo finire a pari punti: 62. Accedono i giallorossi, ma solo in virtù della miglior differenza reti totale rispetto ai neroverdi del promettente allenatore Roberto De Zerbi, che dopo anni di esemplare lavoro lascia per tentare, l’anno prossimo, la grande avventura Champions con gli ucraini dello Shakhtar Donetsk. Il Sassuolo sfiora solamente il..
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