Con le ultime visite senologiche programmate, eseguite nella sede etnea della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, si è conclusa anche in provincia di Catania la Campagna nazionale “Nastro Rosa LILT For Women”, che nel 2018 ha raggiunto la 26° edizione.
L’iniziativa, patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero della Salute -, informa un comunicato della Lilt – si rivolge alle donne ponendo al centro dell’intero mese di ottobre la prevenzione del cancro al seno tramite visite senologiche e iniziative pubbliche di confronto fra medici e cittadini sul tema della prevenzione.
Nel mese di ottobre, in provincia di Catania, si sono svolti dibattiti, anche con il coinvolgimento dell’associazionismo, e – a Belpasso – l’iniziativa di raccolta fondi pro Lilt “La Scacciata per scacciare il cancro”.
Alla campagna 2018 hanno aderito circa duecento donne che hanno prenotato ed eseguito la visita senologica effettuata dai medici LILT presso gli ambulatori dell’associazione, presso la Breast Unit dell’Azienda Ospedaliera“Cannizzaro” e presso il centro X-Ray Catania.
Il bilancio di questa edizione 2018 è tracciato dalla dottoressa Aurora Scalisi, vicepresidente della Lilt di Catania, soddisfatta per i risultati raggiunti sin qui, ma consapevole del fatto che la prevenzione dovrà compiere ancora tanta strada.
«Anche per questa campagna 2018 – afferma la Scalisi – possiamo affermare di aver raggiunto il duplice obiettivo di informare e prevenire: abbiamo interloquito con tutte le donne che hanno colto l’opportunità di aderire a questa iniziativa, sia sociale che sanitaria, notando che circa il 10% di quante si sono sottoposte alla visita senologica in occasione della campagna non aveva mai eseguito in vita propria né la visita, né alcun accertamento strumentale come la mammografia o l’ecografia; di contro, il 90% ha dichiarato di utilizzare la prevenzione come arma sociale per combattere il cancro.
Nel Sud rimane ancora un forte gap di prevenzione rispetto al Centro e al Nord Italia: molte donne, purtroppo, sconoscono ancora le opportunità che il sistema sanitario offre gratuitamente per prevenire l’insorgenza di un tumore. Spesso le donne che partecipano alle iniziative sociali sono quelle già sensibilizzate quindi, se vogliamo, a minore rischio di malattia.
A mio giudizio – conclude la dottoressa Scalisi – ognuno per il proprio ruolo dovrebbe orientare l’informazione facendo un ulteriore sforzo per raggiungere quei quartieri più disagiati dove è ancora assente la cultura di fondo della prevenzione».
Chiude il presidente della Lilt Carlo Romano: «Di anno in anno “Nastro Rosa” mostra una grande crescita, a testimonianza del fatto che l’esigenza della prevenzione entra nell’apparato genetico di tutti. Per vincere la battaglia comune contro il cancro c’è bisogno dei cittadini: ognuno è chiamato a dare un proprio piccolo contributo facendo prevenzione e rafforzando realtà come la Lilt, associandosi ed aderendo ai programmi di prevenzione».