Com’è diventato santo Padre Pio? E dove? Perché il suo paese natale, Pietrelcina, è tenuto nell’ombra? Perché il frate non riuscì a lasciare quel piccolo borgo fino all’età di quasi trent’anni (si ammalava ovunque andasse e guariva solo se vi ritornava)?
Per anni in questa località del Beneventano, come evidenzia il comunicato stampa, il frate cappuccino ha combattuto il Demonio, sconfiggendolo sempre, anche se nessuno ne parla. Tutta la sua formazione, i trent’anni che lo hanno forgiato, sono inspiegabilmente dimenticati, come se non contassero nulla; mentre lì è la radice di tutto. Padre Pio è divenuto santo a Pietrelcina, nel Sannio profondo, in un paese che è un luogo dell’anima, come ne esistono pochi in Italia e nel mondo, che nei vicoli del Castello, lungo la via del Rosario e all’ombra della cappellina dell’olmo di Piana Romana o della chiesetta di San Michele ispira a tutti serenità e pace, e anche gioia e stupore. Luigi Ferraiuolo, come si evince dalla nota stampa, ha condotto a Pietrelcina un’inchiesta serrata – alla maniera del new journalism – nata dall’omonimo programma televisivo che curava su Tv2000, che gli ha permesso di ricostruire molti episodi inediti e di raccogliere testimonianze oculari mai prima d’ora documentate, come un Padre Pio “rivoluzionario”, attento ai bisogni della sua gente e alle questioni sociali come nessun altro, contrariamente alla vulgata che lo racconta chiuso in un confessionale. Attento alla politica e al servizio ai cittadini dei politici, fedele alle indicazioni dei pontefici, ma capace di scontrarsi con Alcide De Gasperi e Giulio Andreotti sulla riforma agraria. E’ paradossale che non abbia mai conosciuto in vita, a esempio, il politico romano, il Divo Giulio, che poi ha scritto una petizione a favore della sua Santità. Oppure poco indagato è l’amore del frate per la scienza e la medicina, contro le pretese magiche del popolino del Sud. Incredibile è ancora oggi il numero dei vip che lo amano o lo rispettano, che Ferraiuolo ha intervistato: da Massimo Giletti a Orietta Berti, Toto Cutugno, Antonio Bassolino e tanti altri. E’ anche la prima volta che un editore laico, la Lindau, attraverso il marchio “La Fontana di Siloe” si interessa a Pietrelcina. Infatti Padre Pio non è mai stato raccontato dalla parte di Pietrelcina, con tante novità mai pubblicate prima. Non è un caso che già a venti anni lo chiamavano “u monac che anduvina”. Non manca un capitolo aggiornatissimo sullo scontro di San Giovanni Rotondo con la comunità dei frati cappuccini sul cuore del Santo.