Com’è andato l’incontro tra Papa Francesco e Putin? Solo in apparenza tra il Pontefice e il leader del Cremlino vi è molta distanza. In realtà, sono parecchi i dossier su cui le due autorità convergono. O quanto meno discutono. Francesco e Putin hanno compreso che il dialogo sarà sempre più proficuo di uno scontro, o della reciproca indifferenza.
L’incontro tra Papa Francesco e Putin
Nei giorni scorsi si è tenuto, a Roma, il terzo incontro ufficiale tra Papa Francesco e il presidente russo Vladimir Putin. L’occasione è stata data dalla visita di quest’ultimo nella capitale italiana. Gli aspettavano una serie di incontri con le massime autorità politiche del nostro paese. Ma si può certamente dire che l’incontro in Vaticano non sia stato una semplice tappa di passaggio. Piuttosto, è stata un’occasione fortemente voluta da entrambe le parti.
Un luogo comune abbastanza diffuso immagina il leader del Cremlino e il capo della Chiesa Cattolica su fronti ideologici molto distanti, se non addirittura opposti. Il primo è infatti considerato l’ispiratore massimo della cultura politica sovranista, un orientamento che com’è noto negli ultimi anni ha preso piede in Europa. E che vede tra i suoi nemici i fautori del cosiddetto “globalismo”. Tra loro, spesso, viene incluso appunto il papa. La realtà è un po’ più complessa. E deve tenere in conto la sintonia – anche personale, per quel che finora è potuto trapelare – tra due leader apparentemente così distanti.
Putin e Papa Francesco: una strana relazione
Tutto è iniziato nel lontano 2013, anno di elezione del Pontefice, del suo primo incontro con Putin e soprattutto della prima convergenza significativa tra Mosca e il Vaticano. Correva il mese di settembre, e sulla Siria si addensava l’ombra di un intervento militare statunitense. L’uso di armi chimiche da parte delle forze di Assad aveva infatti spinto il presidente Obama sull’orlo della guerra, per via del superamento di una linea rossa da quest’ultimo precedentemente tracciata. L’azione diplomatica congiunta di Francesco e di Putin, sebbene animata da scopi diversi (l’evitare un’escalation per il primo, mantenere Assad al potere per il secondo) fu determinante nello scongiurare l’evento.
Tre anni dopo, il papa si è reso protagonista di un atto simbolicamente persino più importante, anche se non direttamente correlato alla presidenza di Putin. Parliamo dell’incontro avvenuto all’Avana il 12 febbraio 2016 tra Francesco e il patriarca della Chiesa ortodossa Kirill, che ha segnato la prima tappa di un riavvicinamento storico tra le due confessioni. Sebbene persistano – specie da parte di alcune frange di ortodossi – delle resistenze all’ecumenismo religioso, dal meeting cubano è emersa la volontà di superare molte vecchie divisioni e l’eccessivo eurocentrismo che aveva caratterizzato le precedenti politiche delle due Chiese. Non a caso, oltre all’inconsueta scelta dell’Avana come sfondo dell’incontro, si è sviluppata sempre di più un’attenzione nei confronti del Medio Oriente e della protezione dei cristiani nel mondo.
L’essenza dell’incontro
Questioni sicuramente affrontate nella visita di Putin nella Santa Sede di qualche giorno fa. Un colloquio a porte chiuse, del quale è possibile quasi solo fare congetture, ma che ha palesato la soddisfazione finale di entrambi gli interlocutori. Il presidente russo, che ha pubblicamente giudicato “interessanti” i ragionamenti offertigli dal papa, gli è grato per vari motivi, non ultimo la posizione assunta dal Vaticano nei riguardi del recente scisma della Chiesa ortodossa ucraina (per il quale ha chiesto ai cattolici di non intromettersi nella crisi).
Putin vorrebbe invitare il papa a Mosca per coronare il suo ultimo mandato presidenziale. Tuttavia, i tempi non sono ancora maturi e le due diplomazie non si sono ancora sbilanciate sul punto. Da parte sua, Francesco sembra credere fermamente che con la Russia non debba essere interrotto il filo del dialogo. Certo, rimangono le indubbie divisioni su molti temi. Ma è chiaro, per il Pontefice, che per ottenere ascolto – ad esempio su temi per i quali Mosca non si è fatta sentire moltissimo, come quelli ambientali – bisogna a propria volta saper ascoltare l’interlocutore. E trovare un contatto dove si può.