Da pochi giorni si è conclusa, a Linguaglossa, l’esperienza esaltante del Campo Scuola organizzato dall’Associazione Nazionale Alpini, con l’autorevole e prestigiosa presenza di Giuseppe Spampinato, presidente siciliano degli Alpini.
Ha acceso una piccola ma significativa fiaccola, il direttore responsabile del Campo, Marco Ardei, coadiuvato dal nostro Antonino Di Marco, infaticabile animatore della sezione locale degli Alpini.
Un nutrito gruppo di 17 ragazze e ragazzi, provenienti da varie località d’Italia, e due dalla Spagna, ha aderito alla proposta fatta dall’ANA, nel segno di un ritorno di condivisione dei valori dello stare insieme, in una società democratica e sempre più complessa.
Il punto di partenza della proposta si fonda sul fatto che non ci si può più permettere di disperdere la secolare testimonianza di appartenenza e di dedizione, a tutto campo, della generosa famiglia degli Alpini.
Ed ecco i punti salienti dell’esperienza, ruotanti attorno alla conoscenza dei luoghi, con lezioni di topografia e orientamento sia nel paese che in montagna.
Non è mancata una proposta di addestramento di spegnimento incendio, mettendo i ragazzi a conoscenza di tutti i mezzi che intervengono al momento dell’operazione. Anche con l’aiuto in cielo, di un elicottero.
Il campo scuola degli alpini esperienza didattica e di condivisione
Il gruppo è stato immerso nella vasta gamma del servizio sanitario. E in modo speciale in quello di emergenza e nella conoscenza della vita, della presenza e dell’opera dell’ANA a livello nazionale, territoriale. Includendo anche l’esperienza delle truppe alpine, nell’ambito più vasto delle stesse Forze Armate.
I ragazzi entusiasti hanno potuto conoscere e apprezzare la bellezza della nostra terra. E l’immensa ricchezza rappresentata dalla Pineta Ragabo di Linguaglossa in stretto rapporto, non sempre idilliaco, con il Vulcano Etna, che rappresenta il valore aggiunto.
In occasione, infine, dei campi scuola estivi organizzati dagli Alpini, con una suggestiva cerimonia hanno posto, nel rifugio intitolato a Giorgio Privitera, una targa a suo ricordo. Il carabiniere alpino, morì eroicamente nell’esercizio del suo dovere. Presenti le massime autorità alpine dell’isola, il sindaco avvocato Luca Stagnitta, e il sottoscritto Arciprete parroco don Orazio Barbarino. La presenza di Nino Privitera, padre di Giorgio, è stato un dono grande per tutti i ragazzi. Nel segno profetico che non si muore mai quando si ama veramente.
Linguaglossa continua ad essere nel panorama delle nostre realtà territoriali una fucina di idee e di esperienze. È un laboratorio non soltanto di idee, ma di proposte alternative concrete che superano di gran lunga i tanti bla bla odierni. Si tratta, ovviamente di continuare, e nell’umiltà, di seguitare a mettere più vita, più coinvolgimento reale in tutti i progetti. Mettere, come era scritto nel programma, il noi prima dell’io.
don Orazio Barbarino
Arciprete di Linguaglossa