Linguaglossa / Le monache della Divina Volontà testimoni di vita nuova

0
335
Tomba di Piccarreta

“È cosa buona che dinanzi a ciò che i tuoi occhi vedono, che tu ti fermi ad osservare attentamente e, se occorre, non avere paura di chiedere di più. Non fare come quello che pur avendo visto, si girò dall’altra parte e tirò dritto per la sua strada. Ma non fu lodato, né giustificato”. (Lc 10, 30-37)

Anni addietro mi è capitato di aver visto partecipare ad una celebrazione, svoltasi nella Cattedrale di Acireale e presieduta dal vescovo, delle suore molto giovani. Erano vestite con un abito lungo di purpureo colore, accompagnato ad un velo azzurro chiaro, che dalla testa scendeva giù. Solo dopo venni a sapere che quei colori imitavano le vesti della Madre di Dio, come rappresentata in alcune icone secondo la tradizione bizantina.

Si sono poi presentate altre occasioni per incontrarle in cui ho potuto apprendere la loro vita e gli ideali che si proponevano. Sono le monache della Divina Volontà. Sono le figlie e i figli che continuano nel tempo gli insegnamenti di vita testimoniati dalla mistica di Corato Luisa Piccarreta, morta nel 1947 a 81 anni, dopo averne vissuto 61 immobilizzata a letto, ma che mai si mostrò triste o depressa.monache Divina volontà

Le monache della Divina Volontà

Da una vita totalmente donata a Dio e a Gesù, Crocifisso e risorto, in un vincolo indissolubile, nella gioia e nel dolore, fino a portare le stigmate del Signore nel suo corpo, anche se in modo invisibile, è nata una discendenza che, attraverso la vita comunitaria e in una condizione semplicemente secolare di essa, si è aperta a un futuro disegnato da Dio. E lo porta avanti nell’attesa della realizzazione della Sua Divina Volontà e dell’avvento del Suo Regno.

La testimonianza dell’assoluto di Dio, nel vissuto di questa comunità di uomini e donne, si traduce nel riporre una fiducia sconfinata nella Provvidenza del Padre Celeste, che si preoccupa di nutrire i suoi figli che gridano a Lui, giorno e notte, come i piccoli del corvo (Sal. 145,3).

Nello stesso momento in cui scrivo sulle monache della Divina Volontà, il cui motto è “Fiat, Totus Tuus”, mi viene in mente, luminosamente, l’immagine di un albero con radici profonde e incastonate nel terreno ma che col suo fusto s’innalza verso il cielo. E si ramifica in frondosi rami alle cui estremità penzolano, come fossero dei campanellini, delicati e deliziosi frutti.

A Linguaglossa le monache della Divina Volontà

Lego, allora, la vita e la loro testimonianza a quest’albero che fu Luisa Piccarreta, la prima e la piccola figlia della Divina Volontà. La forma di vita nuova espressa dalle monache, che dal 2017 vivono nella comunità di Linguaglossa, nel Convento dei Cappuccini annesso alla chiesa dell’Immacolata, viene espressa evangelicamente da un chicco di grano che, caduto in terra, muore e porta molto frutto.
I mistici assomigliano perfettamente a dei minatori che inabissandosi nei cunicoli della terra, silenziosamente, tra aride pietre, scovano il meglio della vita, portandolo alla luce come pepite d’oro. Nella loro vita forse sono stati emarginati, screditati ma poi, d’un tratto, ritornano prepotentemente anzi profeticamente.

chiesa Immacolata Linguaglossa
La chiesa dell’Immacolata con annesso convento dei Cappuccini, dove vivono le monache della Divina Volontà

Soltanto una generazione di maestri può assicurare una discendenza di discepoli. È stato sempre così! La piccola e promettente discendenza “piccarretiana”  è iniziata nel 2003, e  si traduce in una forma di vita Mariana di consacrate e di consacrati. Essa assomiglia a quel piccolissimo granello di senape che, secondo l’evangelista Matteo, cresce e si trasforma in un albero talmente grande nell’attesa di poter accogliere altri figli e figlie del Regno.

Oggi siamo spettatori di un forte inaridimento della vita e delle sue espressioni in tutti i campi; perché abbiamo voluto irrorare la nostra esistenza solo di autoreferenzialità e virtuosismi di una vita assolutamente vuota.

I mistici scoprono cammini nuovi

Tuttavia, se si vuole cercare ed apprendere qualcosa di diverso e straordinariamente affascinante, proprio nei nostri luoghi, è possibile guardare all’opera di questi minatori che si trasformano in veri e propri apripista, iniziatori di nuovi e sorprendenti cammini.

“La nuova evangelizzazione”, diceva Walter Kasper nella sua Lettera Pastorale del 1989, “è prima di tutti un impegno spirituale … senza la nostra convinzione personale, tutte le riforme, anche le più necessarie e ben intenzionate, vanno a cadere”.

Negli anni del Sinodo sarà importantissimo, anzi una questione vitale, andare alla fonte, alla scaturigine della vita cristiana, che risiede esclusivamente nell’esperienza del discepolato. Sono anche i mistici, nel loro silenzio, i maestri che possono indicarci i percorsi.
È stato detto, sapientemente, che il “cristiano del terzo millennio o sarà un mistico, o non sarà”!

Luisa Piccarreta ha ricevuto in dono da Dio stesso un particolare universo che essa per prima ha voluto rendere vivibile, per poi indicarlo ad altri perché anch’essi lo abitassero. Le monache della Divina Volontà abitano felicemente, in un pezzo di mondo dove c’è un tesoro nascosto. Non segreto né privato, infatti, attraverso la loro vita, lo svelano a chi sa esserne un estimatore.

Don Orazio Barbarino
Arciprete di Linguaglossa