Jonh L. Allen Jr. è un giornalista americano che – tra il 2009 e il 2010 – ha ottenuto la possibiltà di intervistare il cardinal Timothy Dolan, decimo arcivescovo della diocesi di New York, nonchè figura di spicco nella Chiesa americana: basti pensare che è stato uno tra i papabili nell’elezione del 2013. Dolan, si dice nell’introduzione italiana al testo, è “notoriamente spontaneo e avverso al protocollo” e per questo trova consonanza con la figura di Bergoglio, salvo alcune differenze. Entrambi possono convergere sul fatto che il cattolicesimo ha impegnato troppa energia per una conservazione di se stesso e non abbastanza per la “missione”: la chiesa senza uno slancio missionario è perduta. Tutti e due non sono prelati di protocollo o burocrati, ma pastori. Per fare un esempio: Francesco “ha fatto del sogno di una nuova evangelizzazione qualcosa di più che un progetto sulla carta”. Potremmo aggiungere che anche il Vescovo americano ha la stessa concezione.
Secondo l’autore “chiunque voglia sapere quale sia il punto di riferimento della Chiesa cattolica negli Stati uniti […] deve conoscere l’uomo che ne è il suo volto e la sua voce, Dolan”. In tale affermazione troviamo un ulteriore invito alla lettura di “Un popolo di speranza”. L’autore ha scelto liberamente la forma dell’intervista (su modello di una pubblicazione del ’84 dal titolo Rapporto sulla fede) perché, a suo parere, attraverso di essa può far comprendere al lettore dove Dolan – tra le mille controversie odierne – vuole portare la Chiesa: questo non è un libro sul cardinale americano ma un libro scritto con Dolan. Nella prima parte di questo libro troviamo la storia del cardinale Dolan, la sua biografia e chi sia lui oggi. Nella seconda parte troviamo tutti quei tasti caldi del cattolicesimo e tutte le sfide della chiesa: dalla crisi degli abusi sessuali, al ruolo delle donne nella chiesa, alle questioni pelviche, alla fede e alla politica. La terza parte riguarda la fede e la vita cattolica: vengono trattati argomenti come l’ortodossia, l’ecclesiologia, la vita di preghiera o liturgica, ecc. Il linguaggio è semplice, scorrevole, accessibile. Il fine ed il motivo che ha portato l’autore a scrivere emerge in quasi ogni pagina: non è trovare uno “scoop” ma esplorare il pensiero del suo interlocutore e cercare sempre ciò per cui il cattolicesimo è a favore piuttosto ciò per cui è contrario.
Riccardo Naty