Lo stemma episcopale del nuovo Vescovo di Acireale

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Lo stemma episcopale di mons. Antonino Raspanti, undicesimo vescovo della diocesi di Acireale, è diviso in tre parti: una superiore e due inferiori. Nella prima, di colore azzurro, si allude alla tensione ideale del vescovo, che vede l’intera realtà creaturale sussistere nella Trinità divina, rappresentata dai tre anelli d’oro intrecciati (simbolo usato sin dal XIII secolo). Questi anelli sono accompagnati, sulla sinistra, da una stella (anch’essa d’oro) che simboleggia la Vergine Maria.

Quelle inferiori, invece, presentano degli elementi che si collegano alla storia personale di Mons. Raspanti.

Nella seconda parte, di colore rosso, è presente l’immagine di un’aquila d’oro con le ali abbassate che regge con gli artigli un libro chiuso; è questo il simbolo di San Giovanni evangelista, a cui è intitolata la Facoltà Teologica di Sicilia (con sede a Palermo), che mons. Raspanti ha frequentato fin dal 1977, prima da studente, quindi come docente e, successivamente, preside. L’aquila ricorda, tra l’altro, anche lo stemma delle città di Alcamo, di cui il vescovo è originario, e di Palermo, a cui è legato per il lungo periodo di insegnamento svolto proprio in quella città.

La terza parte rappresenta un paesaggio naturale che allude alla nuova realtà in cui egli dovrà operare: tre scogli emergenti dal mare calmo e di altezza degradante, sullo sfondo di un cielo azzurro, così come compaiono nello stemma della città capodiocesi. Al di sopra dei faraglioni sono state aggiunte tre api d’oro, simbolo di laboriosità e di dolcezza.

Dolcezza che compare  anche nel motto: HUMILITAS AC DULCEDO. Due parole semplici, ma impegnative, pronunciate da San Francesco di Sales (1567-1622) poco prima di morire e che riassumono il suo infaticabile servizio episcopale nella Ginevra calvinista: tenersi in umiltà davanti a Dio e usare dolcezza verso il popolo  a lui affidato.

La blasonatura è completata dalla croce astile trilobata d’oro e dal cappelo prelatizio (galero) di colore verde, dal quale pendono dodici fiocchi, sei per lato; ornamenti, questi, che indicano la dignità episcopale.

Guido Leonardi

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