L’opinione del territorio: gli editoriali dei giornali Fisc ripresi dal Sir

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La situazione socio-politica italiana, Papa Francesco, la Gmg di Rio: gli editoriali delle testate cattoliche

Proponiamo un estratto della rassegna settimanale, curata dall’agenzia Sir (Servizio Informazione Religiosa), degli editoriali dei giornali diocesani, in cui, questa settimana, viene citato anche il nostro periodico.

fisc_1«La situazione socio-politica italiana, Papa Francesco, la Gmg di Rio de Janeiro… Sono alcuni degli argomenti di cui parlano gli editoriali dei settimanali diocesani aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) in uscita in questi giorni. Ne proponiamo una rassegna tra quelli giunti in redazione.

Situazione italiana. “L’Italia va sempre più a fondo”. È il commento che accomuna molti editoriali dedicati alla situazione socio-politica italiana. “Gli scandali di vario genere hanno leso la credibilità dei politici e della politica, anche quando è buona politica. Il punto è che non si ragiona più in termini d’ideali”, denuncia Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone). Ci si muove, invece, “in nome d’interessi, disposti a calpestare ogni regola. I soli interessi coagulano gruppi d’interessi parziali. Il bene del Paese salta e successivamente salta pure il tornaconto individuale e di gruppo. L’attuale crisi lo dimostra”. “Il triste teatrino della politica continua ad andare in scena, con protagonisti sempre più impresentabili, mentre nel frattempo l’Italia va a fondo”, sostiene Alessandro Repossi, direttore del Ticino (Pavia). La crisi “neppure sotto il solleone dà segnali di arretramento”, scrive Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì) e della Fedeltà (Fossano), evidenziando: “Nei nostri tempi di crisi non è fuori luogo augurarsi che si possa investire, come una risorsa praticabile, su una certa dose di profezia che fa leva sull’equilibrio (perso da troppi)”. L’equilibrio è appunto “profezia, cioè scelta di andare oltre, di cercare il meglio per tutti, di farsi carico di ognuno, di non smarrire la bussola… In fondo – se proiettato all’esterno – l’equilibrio conduce al bene comune, che è traguardo non da poco, paziente ma mirato”. “Questo Paese ha le energie, soprattutto morali, per uscire dalla crisi terribile che frena l’iniziativa anche dei più coraggiosi?”, domanda a sua volta Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), per il quale “questi interrogativi tornano con inquietudine e minacciano il nostro futuro”. La crisi va a braccetto con “tante meschinità della politica” e, intanto, continua “il dramma della situazione economica e sociale che ogni giorno presenta paurosi decadimenti”, sottolinea Gianpiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto). Infatti, “l’Agenzia di rating Standard & Poor’s ha ulteriormente degradato il nostro Paese alla triplice ‘B’, prossimo alla bocciatura totale” e “Confindustria sta lanciando grida per la costante perdita di competitività delle imprese e la progressiva diminuzione della nostra industria manifatturiera”. E, come se non bastasse, la crisi c’è pure la vergogna del razzismo, di cui parla Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona): “I razzismi continuano a fiorire in tante civilissime zone del ricco Occidente. Non bastano i nominalismi. Occorre educare costantemente al rispetto della vita umana, della dignità umana che è assoluta in tutte le persone viventi, uomini e donne, bianchi e colorati, ricchi e poveri. Senza educazione, i razzismi continueranno a infangare il mondo. E a insanguinarlo”. Avverte, invece, dei rischi connessi alla legge sull’omofobia, che nei prossimi giorni arriverà in aula a Montecitorio, Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste): “Eravamo abituati che a chiudere le chiese, a incarcerare i sacerdoti, a imporre una visione etica delle cose da parte delle istituzioni pubbliche, a dire cosa si debba e non si debba insegnare nelle scuole, cosa si debba credere ufficialmente buono e cattivo fossero i regimi dittatoriali o totalitari. Oggi sono le democrazie, che impongono con la pressione non solo psicologica un nuovo Credo e impongono ai cittadini di scegliere tra la verità delle cose e la legge dello Stato”.

Papa Francesco a Lampedusa
Papa Francesco a Lampedusa

Papa Francesco. Sui settimanali spazio anche ad alcune riflessioni sul Pontefice. “Controcorrente”: per Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), è “la nuova parola-programma di Papa Francesco, che giorno per giorno, in un vero e proprio crescendo, richiama i fratelli di fede alle loro esigenti responsabilità”. E “andare controcorrente significa essere se stessi, rispettare e onorare la propria identità, mantenere coerenza con le proprie convinzioni, nonostante le difficoltà crescenti, diventare un esempio vivente per i vicini e i lontani, testimoni di un mondo diverso, dove gli egoismi sono assopiti se non vinti e dove regna incontrastato l’imperativo dell’amore, annunciatori di un mondo come dovrebbe essere e non come è”. A pochi giorni dalla storica visita di Papa Francesco a Lampedusa, la Voce dell’Jonio (Acireale) propone alcune riflessioni: quella del Papa è stata “una condanna dell’indifferenza, e un invito a piangere e a condividere la sofferenza degli altri, di questi ultimi, che sono anch’essi fratelli e persone dotate di dignità umana”. Pure Giovanni Tonelli, direttore del Ponte (Rimini), parla della visita a Lampedusa: “È la globalizzazione dell’indifferenza, che il Papa denuncia come malattia mortale dei nostri tempi”. Perciò, è necessario “un cambiamento a volte totale, una vera conversione. Ma il Papa è convinto e noi con lui, che tutto ciò sarà utile a noi come al fratello nel bisogno, perché ci ridona il bene più grande che abbiamo, la nostra umanità, la capacità di piangere e di sorridere, la com-passione, un significato al nostro correre, spesso invano”. Per Cammino (Siracusa), sono state splendide le parole del Papa sull’incapacità di piangere davanti alla sofferenza dei nostri fratelli: “L’osservazione colpisce in modo particolare perché tocca il nervo dolente della nostra società: la desensibilizzazione corporea e affettiva di ciò che si genera nella relazione. Passare davanti a un uomo che soffre, che è ferito, che ha fame, che ha bisogno di aiuto, senza farci modificare da lui, ma continuare la nostra strada sempre in corsa, vuol dire non sentire cosa sente quell’uomo, continuare a camminare e fare le nostre cose anche se c’è un uomo che muore accanto a noi”. Il Corriere Apuano (Massa Carrara-Pontremoli) afferma: “Papa Francesco, a Lampedusa, ha ricordato la tragedia dei migranti. Un gesto rivoluzionario quello di mettere i profughi in prima fila, mostrando un’isola provata da decenni di sbarchi e di campi profughi sovraffollati sino a sembrare carceri”. Secondo la Guida (Cuneo), “il Papa venuto ‘dalla fine del mondo’ apre i suoi viaggi con Lampedusa, affinché la fine diventi inizio: testimonianza non facile da dare davanti al braccio di mare che ha inghiottito l’equivalente in naufraghi di dodici Titanic”.

Locandina della GMG di Rio de Janeiro
Locandina della GMG di Rio de Janeiro

Gmg 2013. Diversi editoriali si concentrano sulla Gmg di Rio. Ricordando la quarantina di giovani cagliaritani in partenza per il Brasile sulle pagine del Portico (Cagliari), l’arcivescovo Arrigo Miglio evidenzia: “L’esperienza delle Gmg è andata via via crescendo e oggi si presenta come il grande pellegrinaggio dei giovani chiamati a scambiarsi la testimonianza della fede e a condividerla con quanti ancora non l’hanno sperimentata. Ne ha bisogno la Chiesa intera, ne ha bisogno la nostra Chiesa particolare”. La Voce Alessandrina (Alessandria) racconta l’esperienza dei giovani partecipanti alla Gmg attraverso il diario del vescovo Guido Gallese. Bruno Cappato, direttore della Settimana (Adria-Rovigo), osserva: “Il sorriso e la forza delle testimonianze dei giovani che vanno alla Gmg o che addirittura vi ritornano è qualcosa di meraviglioso, di speciale. Dalle parole che abbiamo raccolto da alcuni di loro avvertiamo una trasparenza luminosa, qualcosa di profondo che possiamo chiamare ricerca, fede, desiderio di vivere la vita non inutilmente”. Elio Bromuri, direttore della Voce (Umbria), sottolinea: “La Giornata mondiale della gioventù – è abbastanza ovvio notarlo – per la Chiesa è uno scossone, un salto in mezzo alla piazza del mondo, uno schiaffo all’indifferenza e alla supponenza di molti ‘atei Soloni’”. Anche Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-San Severino Marche), parla della prossima Gmg, offrendo “lo scenario e alcune date da tenere sotto controllo, anche se la differenza di cinque ore farà sì che ciò che avviene a Rio alle ore 18, in Italia lo si seguirà alle 23”. Ed ecco l’augurio che Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), rivolge ai giovani partecipanti alla Gmg: “I giovani a Rio sappiano mantenere autentica la ‘febbre della loro giovinezza’ radicata in Cristo Risorto, perché – come scriveva lo scrittore francese Georges Bernanos – ‘è la febbre della giovinezza che mantiene il resto del mondo a temperatura normale! «Quando la giovinezza si raffredda, il resto del mondo batte i denti’”».

(Fonte: SIR)

 

 

 

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