Nella ricorrenza del 90° anniversario dell’arrivo in diocesi del quarto vescovo di Acireale, mons. Fernando Cento (1922-1926), ci piace ricordare uno dei più bei gesti del suo fecondo episcopato, vale a dire il dono della bella statua della Madonna di Loreto.
Il vescovo era originario di un paesino delle Marche, Pollenza – cinquemila abitanti in provincia di Macerata – dove era nato il 10 agosto 1883. Ordinato sacerdote il 23 dicembre 1905, il 22 luglio del 1922 venne eletto dal papa Pio XI vescovo di Acireale. Egli nutriva una profonda devozione mariana, specialmente nei riguardi della Madonna di Loreto, il cui celebre santuario, che da secoli è la meta di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, si trova a poca distanza da Pollenza. Si comprende, quindi, come il nuovo vescovo fosse lieto di trovare anche nella sua nuova diocesi un antico santuario dedicato alla Madonna nera, esistente sin dal Cinquecento ed ancora vivo centro di devozione.
Volendo incrementarne il culto, egli pensò bene di donare a questo santuario una fedele riproduzione della celebre statua venerata nella Santa Casa lauretana e ne diede incarico ad un giovane scultore suo concittadino, Manrico Marinozzi (1903-1973), il quale profuse la sua arte nello scolpire, con particolare cura, perizia e devozione, la statua, che, una volta terminata, venne spedita ad Acireale. Dopo essere stata esposta nella Basilica-Cattedrale, venne portata in processione sino al Santuario lauretano, sito fuori dal centro abitato, e collocata in una nicchia, tra gli affreschi settecenteschi raffiguranti i profeti Davide e Isaia. “Contemplando quest’opera d’arte, cogliamo con più evidenza come i volti della Madonna e del Bambino, i loro occhi come socchiusi, l’insieme compositivo soffuso di grazia e dai tratti particolarmente delicati, comunicano serenità e costituiscono un soave invito alla preghiera e all’umile ascolto di quanto Dio desidera comunicare ad ognuno di noi” (Antonino Terranova).
Si venne così a creare un nuovo collegamento spirituale e artistico tra le Marche e la Sicilia, considerata la radicata, plurisecolare devozione dei fedeli siciliani nei confronti della Vergine di Loreto. Con la nuova statua realizzata dal Marinozzi si venne anche a sigillare un legame indissolubile tra il Vescovo ed Acireale. L’11 giugno 1926, a seguito della sua nomina a Nunzio Apostolico in Venezuela, mons. Cento nella sua lettera di congedo dai fedeli diocesani così scriveva: “… e quando, voi specialmente dilettissimi acesi, salirete al mistico colle di Loreto ed entrerete nella cara chiesetta tra i cipressi, e vi inginocchierete davanti alla Bruna Madonnella che il vescovo marchigiano volle donarvi, oh, pregatela per lui, affinché lo guardi, lo protegga e benedica”.
Alla vigilia della sua partenza, il 20 giugno 1926 fu organizzato un pellegrinaggio al Santuario di Loreto, dove la statua della Madonna nera – scolpita in noce e in tutto simile a quella esistente a Loreto – fu solennemente incoronata. In una lettera inviata da Caracas, poco tempo dopo la sua partenza, mons. Cento dispose inoltre che, a sue spese, venisse pagato il sacrestano del santuario lauretano perché suonasse la campana della chiesa nella notte tra il 9 e il 10 dicembre, alle ore 3 antimeridiane, “mentre a quella medesima ora suonano le campane della Loreto Picena e di tutte le Marche, in memoria della Traslazione della Santa casa”.
Il legame di affetto tra mons. Cento e Acireale non venne mai a cessare, come dimostrano le sua visite alla nostra città, anche dopo che il beato papa Giovanni XXIII lo creò cardinale, il 15 dicembre 1958. Nel luglio dell’anno seguente, trovandosi in visita alla nostra città, nel corso di una solenne cerimonia in piazza Duomo, rese questa pubblica dichiarazione di amore: “Vi terrò sempre nel cuore… fino all’ultimo palpito penserò ad Acireale”. Nominato successivamente Penitenziere Maggiore (1962-1967), partecipò anche ai lavori del Concilio Vaticano II. Mons. Cento si spense a Roma, il 13 gennaio 1973.
Guido Leonardi