È molto forte pensare che mentre noi passeggiamo per i nostri paesi, un nostro concittadino passeggia per lo spazio … ebbene sembra un film di fantascienza, ma è vero: Luca Parmitano, militare ed astronauta, è un giovane di Paternò, nato il 27 settembre 1976 ed è il primo italiano ad aver svolto attività extraveicolari nello spazio.
Nel 2007 è stato assegnato al reparto sperimentale di volo e selezionato dall’Aereonautica militare per diventare pilota collaudatore sperimentatore. Si è diplomato come Experimental Test Pilot alla EPNER, la scuola piloti sperimentatori francese a Istres.
Nel luglio del 2009 Parmitano ha conseguito un master in Ingegneria del Volo Sperimentale presso l’Istituto Superiore dell’Aereonautica e dello Spazio di Tolosa in Francia.
Parmitano è maggiore dell’Aereonautica Italiana. Ha accumulato più di 2.000 ore di volo, si è qualificato su oltre 20 tipi tra aerei ed elicotteri militari e ha volato su oltre 40 tipi diversi di velivoli.
Il 28 maggio 2013 è partito insieme ai suoi compagni Fedor Nikolaevic Jurcichin e Karen L. Nyberg con la la Sojuz TMA-09M dal Cosmodromo di Baikonur, Kazakistan, in direzione della Stazione Spaziale Internazionale. È il suo primo viaggio nello spazio ed il loro rientro sulla terra è previsto per il prossimo novembre. La missione prevedeva che Parmitano partecipasse a due passeggiate spaziali, la prima, della durata di sei ore e sette minuti, si è svolta il 9 luglio 2013. La seconda ha avuto luogo il 16 luglio, ma si è interrotta anzitempo a causa di un problema tecnico. Poco dopo l’inizio della sessione Parmitano ha riportato di avere dell’acqua all’interno del casco. Dato che l’acqua continuava ad aumentare ed aderiva al volto di Parmitano causandogli difficoltà di visione e di respirazione, il direttore di volo David Korth ha ordinato ad entrambi gli astronauti di rientrare. Nel complesso ha avuto una durata di 92 minuti. Per investigare le possibili cause è stata aperta un’inchiesta e la NASA ha dichiarato che non saranno programmate ulteriori attività extraveicolari finché l’origine del problema non sarà stata chiarita.
Parmitano nel suo diario descrive come si svolga la propria giornata, dalla sveglia alle 5,50 (orario di Greenwich) fino alla cena. Racconta dei controlli da effettuare con i centri spaziali (Houston, Huntsville, Monaco di Baviera, Tsukuba, Mosca) e dei vari esperimenti giornalieri, ma racconta anche di aspetti umani legati al mantenimento fisico ed al desiderio di mantenersi in costante contatto con i propri affetti lontanissimi fisicamente, ma vicini al proprio cuore.
“Approfitto della presenza della presenza del collegamento satellitare in banda Ku per fare le mie telefonate, chiamo i miei genitori, con i quali sono riuscito a parlare piu’ frequentemente in questi cinque mesi che negli ultimi tre anni di addestramento in giro per il mondo. Non abbiamo moltissimo tempo a disposizione prima che cada la linea, ma che importanza ha ? Non e’ importante quanto tempo parliamo – forse non e’ molto importante neanche quel che ci diciamo – ma quel tenue contatto che si stabilisce tra le nostre voci mi permette di creare nella mia mente l’immagine serena di mio padre e mia madre che mi ascoltano dalla Terra…
“L’ultimo momento della giornata, prima di spegnere la luce e chiudermi nel mio sacco a pelo, lo dedico a mia moglie. Le cinque ore di differenza ci separano piu’ delle migliaia di chilometri e di vuoto: lei e’ nel pieno delle attivita’ giornaliere mentre io mi preparo a dormire.
“Eppure, con infinita, femminile pazienza, Kathy mette tutto da parte – i mille problemi di ogni giorno, di ogni madre, di ogni moglie – per donarmi alcuni minuti di serenita’, una parentesi di tempo sospeso, un piccolo gioiello di quiete inestimabile: una pausa dal mondo che e’ fatta della stessa materia dei sogni”.
Alessandra Distefano