MADE / Sindrome dell’occhio secco da mascherina

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Questo articolo ha l’intento di condividere le conoscenze in ambito oculistico sulla MADE a tutti i lettori, soprattutto quelli che soffrono la sindrome dell’occhio secco, durante questo periodo di pandemia COVID-19, per prevenire o ridurre il discomfort oculare causato dalla mascherina. La pandemia da Covid-19 ci ha dettato un nuovo stile di vita, introducendo un inusuale accessorio nel nostro abbigliamento, nostro malgrado, irrinunciabile: la mascherina. Unitamente alle misure di distanziamento sociale e di igiene, indossare correttamente la mascherina diventa un gesto di fondamentale importanza per non mettere a repentaglio la nostra salute e quella altrui. Tuttavia, in molti lamentano fastidi riconducibili al doverla tenere indosso per lungo tempo.

L’uso prolungato delle mascherine, infatti, è stato associato ad alcuni sintomi, quali: cefalea, difficoltà di respirazione, irritazione cutanea, occhio secco e difficoltà visiva dovuta all’appannamento degli occhiali. Quindi, alle già note cause della Sindrome dell’Occhio Secco (allergie, inquinamento, abitudini e stili di vita, oscillazioni ormonali, fumo, assunzione di farmaci, utilizzo prolungato di computer, tablet e smartphone), oggi se ne aggiunge un’altra: l’uso, prolungato o improprio, della mascherina.

Mascherina / Come incide sul benessere oculare

Ma in che modo questo influisce sul nostro benessere oculare? Ebbene, l’uso di mascherine riduce significativamente la diffusione dell’aria verso l’esterno. Tuttavia, l’aria espirata deve disperdersi. Quando una mascherina non aderisce perfettamente al viso, la più probabile via d’uscita dell’aria espirata è verso l’alto. Ciò forza un flusso d’aria sulla superficie della cornea, creando condizioni che accelerano l’evaporazione del film lacrimale, ossia la pellicola che ricopre la superficie corneo-congiuntivale e costituisce l’interfaccia tra l’occhio e l’ambiente esterno. Causando dry spots (punti secchi), irritazione oculare e discomfort, in particolare in soggetti a rischio quali i portatori di occhiali o lenti a contatto, videoterminalisti, donne in menopausa. Oltre a peggiorare i sintomi nei pazienti con malattia dell’occhio secco preesistente.

In ambito oculistico viene sempre più spesso osservata una crescente incidenza di occhio secco legato all’uso della mascherina. Cosicché gli scienziati del Center for Ocular Research & Education (CORE) di Waterloo, in Canada, hanno coniato l’acronimo MADE (Mask Associated Dry Eye) per definire questa evenienza. La prima sensazione percepita dal paziente è quella di secchezza, bruciore, prurito e irritazione. Si può anche avvertire la presenza di un corpo estraneo, visione offuscata, fotofobia o la classica sensazione di “sabbia” negli occhi.

Sindrome dell’occhio secco / Come prevenire la MADE

Per evitare l’insorgenza della Made, è opportuno assicurarsi che la mascherina sia indossata in modo appropriato. Bisognerebbe fare particolare attenzione se si indossano occhiali, sia da vista che da sole. Il primo consiglio è utilizzare una maschera con filo nasale flessibile, ben adattabile al viso. Oltre a proteggere maggiormente dal contagio, evita che l’aria in eccesso fluisca verso l’alto, da sotto la mascherina verso gli occhi. In alternativa, o se il primo metodo non fosse sufficiente, si può fissare il bordo superiore della mascherina alla cute con del cerotto delicato in carta. È inoltre importante limitare il tempo di permanenza in ambienti con aria condizionata. I microclimi generati dall’aria filtrata, infatti, rendono l’ambiente particolarmente secco e possono asciugare il film lacrimale, contribuendo alla disidratazione della superficie oculare.

Sindrome dell’occhio secco / Buone abitudini salutari

Oltre alle suddette accortezze, è altresì essenziale idratarsi regolarmente durante la giornata bevendo almeno 1,5 litri di acqua. Aiuta l’occhio a mantenersi ben idratato, così da contrastare l’eccessiva evaporazione del film lacrimale. Molto utile per alleviare la sintomatologia si rivela anche l’istillazione di colliri lubrificanti senza conservanti. Questi fungono da sostituti lacrimali e ripristinano le fisiologiche componenti del film lacrimale.

Infine una sana alimentazione, ricca di carotenoidi e con un sufficiente apporto di Omega3, influisce positivamente sulla qualità del film lacrimale, incrementando la componente lipidica, che funge da barriera all’evaporazione. In conclusione, sebbene l’impiego della mascherina possa provocare alcuni fastidi, questo dispositivo rimane imprescindibile e fondamentale nella lotta alla diffusione della Covid19. Con i dovuti accorgimenti, gli eventuali disturbi riconducibili al suo utilizzo possono essere notevolmente ridotti.

assessorato salute regione sicilia

Mario Urso*Mario Urso Dispositivi Elettronici Vista

 Medico oculista esperto in gestione clinica, chirurgica e parachirurgica delle patologie oculari, in autonomia e in team