Maestri d’arte / Nei carretti di Domenico Di Mauro la storia e la cultura della Sicilia

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Domenico Di Mauro
Fonte: catania.italiani.it

La storia di Domenico Di Mauro è una testimonianza viva di passione, arte e resistenza culturale. Nato il 4 aprile 1913 a Guardia Mangano, frazione di Acireale, in provincia di Catania, Domenico ha trascorso la sua infanzia in una famiglia borghese ma piuttosto umile. La sua figura si distingue per l’amore per la pittura e per la capacità di trasformare un semplice carretto in una straordinaria opera d’arte, capace di raccontare la storia e la cultura della Sicilia attraverso i colori e le forme.

Gli inizi: L’apprendistato nella bottega del suocero

Fin da giovanissimo, Domenico Di Mauro manifestò una spiccata predisposizione per il disegno, ma fu la sua passione per l’arte dei carretti siciliani a indirizzarlo verso una strada che avrebbe segnato la sua vita. A soli dodici anni iniziò a frequentare la bottega di Antonio Zappalà, maestro carrettiere di Aci Sant’Antonio. La figura di Zappalà, soprannominato “Minicu u’Surdu”, per la sua abilità artistica rappresentò per Domenico un punto di riferimento fondamentale, poiché il suocero era considerato uno dei massimi esperti del settore e un maestro nella decorazione dei carretti siciliani. Successivamente, Zappalà, divenne suo suocero.

Aci Sant’Antonio, infatti, vanta una tradizione secolare nella costruzione e decorazione dei carretti, che negli anni ’30, contava ben venticinque maestri di quest’arte. Tra questi, oltre a Zappalà, spiccano i nomi di Antonio Pappalardo, Giuseppe Bottino e Gaspare Zappalà. Questi maestri non solo trasmettevano tecniche e tradizioni, ma erano anche veri e propri caposcuola che ispiravano le generazioni future di pittori e carrettieri.

L’evoluzione artistica e la poetica

La pittura di Domenico Di Mauro non si limitò però solo alla tradizione, ma si fuse con l’arte popolare e le influenze contemporanee. Con il passare degli anni, il suo talento emerse in tutta la sua potenza. Utilizzava colori vivaci e intensi, in grado di restituire la vivacità delle scene che rappresentava. La sua ricerca cromatica e la sensibilità figurativa gli consentivano di trasferire sulla tela e sulle fiancate dei carretti l’essenza della Sicilia: l’Etna, il mare, la luce calda del sole, e le atmosfere popolari della sua terra.

Nel 1934, all’età di 21 anni, Di Mauro si arruolò nell’esercito per un periodo di servizio militare che lo portò a viaggiare nel nord Italia, ma nel 1936 tornò ad Aci Sant’Antonio, dove sposò Sebastiana Zappalà, dando inizio a una nuova fase della sua vita e della sua carriera artistica. A quel punto, dopo aver acquisito esperienza e consapevolezza del proprio talento, aprì una sua bottega, dove continuò a dipingere carretti e a trasmettere la tradizione siciliana alle nuove generazioni.

Durante gli anni del fascismo, Di Mauro si avvicinò alla politica e al movimento socialista, di cui divenne un militante. La sua indole indipendente e il suo rifiuto delle ingiustizie lo portarono a diventare una figura importante nella lotta contro il regime. La sua attività politica e la militanza antifascista gli costarono diversi rischi, tra cui la possibilità di essere mandato al confino, ma riuscì a evitare questa sorte grazie all’anonimato offerto dalla sua vita nel piccolo paese.

L’artista del carretto siciliano, Domenico Di Mauro nella sua bottega di Aci Sant’Antonio. Foto di Pietro Nicosia. Fonte: catania.italiani.it

L’Incontro con Carlo Levi e il successo internazionale

Il periodo del dopoguerra segnò una nuova fase nella vita di Di Mauro. Durante gli anni ’40, il suo incontro con il pittore e scrittore Carlo Levi rappresentò un punto di svolta per l’artista siciliano. Levi, grande intellettuale e antifascista, divenne un amico e un punto di riferimento per Di Mauro. Durante una campagna elettorale, Levi suggerì a Di Mauro di dedicarsi alla pittura su tela, ma Domenico decise di continuare a dipingere i carretti, preferendo restare fedele alla sua tradizione. I carretti siciliani sono tra i simboli più rappresentativi della Sicilia e della sua tradizione. L’esplosione di colori che caratterizza le fiancate dei carretti vuole riprendere la bellezza del sole, del mare, della terra e degli agrumi, simboli della Sicilia. Questi carri raccontano storie, leggende, episodi religiosi e mitologici, e sono sempre stati considerati un mezzo per tramandare la cultura e la storia dell’isola.

Ma Levi non fu l’unico a riconoscere il valore del suo lavoro. L’incontro con Corrado Cagli alla fine degli anni ’50 e la successiva partecipazione alla mostra internazionale di pittura di Acitrezza segnarono il consolidamento della sua fama. A partire dagli anni ’70, Di Mauro iniziò a esporre il suo lavoro all’estero. La sua arte raggiunse anche la Francia, dove nel 1982 partecipò alla festa dell’Umanitè di Parigi, rappresentando la Sicilia nel padiglione “Tourisme et Travail”. Il successo fu tale che il responsabile dell’evento gli chiese di tornare l’anno successivo con un carretto completo.

Premi, riconoscimenti e l’eredità lasciata

La carriera di Domenico Di Mauro culminò con numerosi riconoscimenti. Nel 1983, in occasione della manifestazione internazionale “Etna d’Oro”, ricevette il prestigioso “Trofeo del Maestro”, battendo anche l’artista Renato Guttuso. Successivamente, nel 1991, fu nominato Cavaliere della Repubblica Italiana dal presidente Francesco Cossiga per il suo contributo all’arte e alla cultura siciliana. Nel 2015, grazie alla sua carriera e ai suoi meriti, fu inserito nel “Registro delle Eredità Immateriali” della Regione Siciliana.

Fonte: catania.italiani.it

Il suo sogno, mai realizzato, era quello di aprire una scuola di pittura di carretti. Un luogo dove formare giovani artisti che potessero proseguire la tradizione dei carretti siciliani. La sua bottega, che divenne un vero e proprio centro di formazione, ospitava non solo apprendisti provenienti dall’Accademia di Belle Arti, ma anche giovani che volevano imparare il mestiere dell’artista del carretto. La sua era un’arte che non solo parlava di tradizione, ma che cercava di portarla nel futuro, nonostante le difficoltà.

Di Mauro morì il 20 marzo 2016, all’età di 102 anni, lasciando un’eredità culturale straordinaria. I suoi carretti, con le loro scene vivide e colorate, sono oggi simbolo di una Sicilia autentica, ricca di storia e tradizione, e continuano a vivere nelle collezioni private e nei musei di tutto il mondo.

E’ stato l’ultimo grande pittore di carretti siciliani, un’artista che ha saputo conservare e innovare una tradizione secolare. La sua arte, intrisa di passione e dedizione, ha reso il carretto siciliano un’icona di bellezza e cultura. La sua vita e il suo lavoro continueranno a vivere non solo nei suoi carretti, ma anche nel cuore di tutti coloro che riconoscono in lui la rappresentazione di un’isola che sa mescolare tradizione e modernità in modo unico e indimenticabile.

Giorgia Fichera