Conosciamo lo scrittore Vincenzo Costanzo da lungo tempo, quale geniale ricercatore di storie significative e drammatiche che con maestria traduce in opere allettanti, dove ampio spazio ha la sua fervida fantasia, il suo amore per la terra di Sicilia, di cui vuole ritrarre storie avvincenti, in uno stile scorrevole; nel caso di quest’opera il suo modello narrativo è Capuana.
Nella sala del teatro “Opera dei pupi”, la presentazione di “Malasorte” Antica storia di Mineo, a cura di Maria Rita Pennisi, e di Anna Ruggieri, entrambe critici letterari; esperto lettore di alcuni passi interessanti dell’opera, Beppe Spoto. L’autore ha voluto coniugare cultura e solidarietà, come è stato acutamente rilevato da un rappresentante di Telethon, che sostiene le ricerche sulle malattie genetiche e sulle distrofie muscolari.
La serata si è svolta con equilibrio, dando ai numerosi partecipanti il senso di un incontro di amicizia e di vivacità intellettuale. Le relatrici hanno definito “storico” il romanzo, basato su fatti avvenuti nel mondo della cittadina di Mineo tra il 1614 e il 1615: l’intreccio di storie d’amore è piuttosto complesso con personaggi originali, tra i quali il conte di Buscemi e la contessa Giovanna d’Austria Branciforti ricoprono ruoli di primo piano; i proverbi si rincorrono sull’onda di un fatalismo proprio della Sicilia. Il colloquio con Vincenzo Costanzo apporta una luce particolare :
–Il titolo “Malasorte” per un romanzo storico è fatale, non è così? Quali sono i personaggi storici e dove hai attinto la documentazione relativa?
-“Il personaggio-chiave, Maddalena, nipote del Conte,viene trovata in stato di follia, nei pressi del castello del Conte, incendiato dai menenini: dall’espressione siciliana “Cchi malasorti ebbi, sta carusa!”, di cui si ignorava il nome, ne è scaturito il soprannome “ Malasorte”. Agrippino, tipico personaggio siciliano, che a causa di continue percosse, aveva provocato la fortuita morte della giovane moglie, caduta a terra, sbattendo tragicamente la testa, già anziano, la porta a casa sua, essendo rimasto solo. Personaggi storici sono Antonio Requesens e i giurati di Mineo, tra cui Orazio Xirotta. Mi sono basato sui racconti di mio nonno e su un opuscoletto scoperto nella sua libreria; inoltre a Mineo ho fatto delle ricerche.”
Anna Bella