Mare Jonio / Dove sono depuratori e bandiere blu?

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Nel mare Jonio, bacino del mar Mediterraneo orientale, sono ovviamente presenti depuratori delle acque reflue e zone in cui sono spesso assegnate Bandiere blu. Questi depuratori, in alcune parti della costa jonica, sono tuttavia purtroppo guasti o insufficienti. Il triste risultato è che in alcune precise aree, non di rado, molti scarichi fognari finiscono direttamente in mare. E’ indispensabile dunque capire, per valorizzare il nostro mare e difenderlo dalle varianti d’inquinamento, come dovrebbe funzionare un vero e proprio sistema di depurazione delle acque reflue.

 Mare Jonio / Tra depuratori e bandiere blu: in cosa consistono gli impianti?

Si possono definire “impianti di depurazione” gli impianti destinati al trattamento delle acque reflue. Parliamo di quel particolare processo attraverso cui avvengono le varie procedure di decontaminazione delle acque, provenienti da scarichi civili ed industriali. La depurazione delle acque reflue avviene attraverso diverse fasi. Durante queste transizioni, vengono eliminate le sostanze tossiche dai rifiuti liquidi, trasformando il tutto in fanghi. Questi, non essendo ancora del tutto privi di materiale dannoso, a loro volta subiscono altri particolari trattamenti.

A questo punto, i fanghi ottenuti possono essere smaltiti in discariche speciali, utilizzati in agricoltura oppure trasferiti presso gli impianti adibiti al compostaggio. Gli impianti di trattamento e smaltimento delle acque reflue vengono solitamente gestiti da aziende private. Il loro compito specifico è seguire attentamente le varie lavorazioni ed i trattamenti adeguati, effettuando anche le dovute analisi preventive. Questo processo consente di definire l’esatta entità del rifiuto, da smaltire poi attraverso delle lavorazioni proprie.

Mare Jonio / Depuratori e bandiere blu: il sequestro a Taorminamare jonio depuratori bandiere blu impianti

A Taormina, in provincia di Messina, è presente l’impianto di depurazione “Sud”. Comprende la rete fognaria dei comuni di Taormina, Giardini Naxos, Letojanni e Castelmola, ma è finito sotto sequestro lo scorso 5 Marzo 2021, dopo un’indagine della polizia scientifica e dell’Arpa di Messina, che hanno accertato un cattivo stato di trattamento e gestione delle acque reflue.

Mare Jonio / Depuratori e bandiere blu: dove si trovano?

Altri depuratori sono presenti nella zona di Pantano d’Arci e Paternò: scaricano nelle acque del Fiume Simeto. L’impianto di depurazione della città di Catania, del tipo biologico a fanghi attivi, è ubicato all’interno dell’area di sviluppo industriale in Contrada Pantano D’Arci (zona sud della città). E’ attualmente in funzione un primo modulo (I lotto) composto da una linea per liquami civili (250.000 A.E.). E’ invece in fase di realizzazione un secondo modulo (II lotto) che prevede una linea per liquami industriali (75.000 A.E.). Tuttavia in data 8 Marzo 2021 il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, e il commissario per la depurazione, Maurizio Giugni, hanno annunciato che nel 2023 verranno aperti i cantieri per la progettazione definitiva del depuratore di Pantano D’arci.

Il depuratore nella zona di Sant’Anna di Mascali raggruppa invece i comuni del litorale jonico di Giarre, Riposto, Mascali, Fiumefreddo di Sicilia e Sant’Alfio. Nel 2020, nella sede del Consorzio per il Servizio di depurazione dei liquami tra i comuni di Giarre, Riposto, Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Sant’Alfio, si è tenuta un’importante riunione operativa. A convocarla, il Commissario straordinario unico per il coordinamento e la realizzazione degli interventi di fognatura e depurazione. In questa sede, si è discusso di un possibile ampliamento del depuratore con un futuro allaccio dei comuni di Santa Venerina e Zafferana Etnea. Si tratta di uno dei depuratori più controversi, spesso non efficiente o in carenza di manutenzione, come evidenziato dalle gravi forme di inquinamento verificate nel mare mascalese.

Legambiente: cos’è la Bandiera blu?

La Bandiera Blu è un riconoscimento internazionale, istituito nel 1987, anno europeo dell’Ambiente. E’ assegnato ogni anno in 49 paesi, inizialmente solo europei ma più recentemente anche extra-europei, con il supporto e la partecipazione di due due agenzie dell’ONU. Si tratta di UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) e UNWTO (Organizzazione Mondiale del Turismo). La Fondazione per l’Educazione Ambientale (FEE) ha sottoscritto con queste un Protocollo di partnership globale ed è riconosciuta dall’UNESCO come leader mondiale nel campo dell’educazione ambientale e dello sviluppo sostenibile.

La Bandiera Blu consiste pertanto in una sorta di eco-label volontario assegnato alle località turistiche balneari che rispettano i criteri relativi alla gestione sostenibile del territorio. Obiettivo principale di questo programma è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località balneari verso un processo di sostenibilità ambientale.

Con quali criteri si assegna la Bandiera blu? Dove sono, sulla costa Jonica?mare jonio depuratori bandiere blu

I criteri sono elencati sul sito della citata FEE. La Bandiera blu si assegna tenendo conto di due principali criteri: quella per le spiagge certifica la qualità delle acque di balneazione e dei lidi, mentre quella degli approdi turistici assicura la pulizia delle acque adiacenti ai porti e l’assenza di scarichi fognari. Vediamo a seguire quali sono, per quanto riguarda le province che bagnano la costa jonica, ma non solo, le località che hanno ricevuto la nomina di “spiagge Bandiera Blu” nel 2021.

Provincia di Messina:

  • Santa Teresa di Riva – Lungomare di Santa Teresa di Riva
  • Lipari – Stromboli – Ficogrande, Vulcano Gelso, Vulcano Acque Termali, Canneto, Acquacalda
  • Tusa – Spiaggia Lampare, Spiaggia Marina

Provincia di Ragusa:

    • Ispica – Ciriga I° tratto, Ciriga II° tratto, Ciriga III° tratto, Santa Maria del Focallo
    • Pozzallo – Pietre Nere, Raganzino
    • Ragusa – Marina di Ragusa

Bandiere blu: sono criteri obiettivi?

I programmi internazionali FEE hanno il supporto e la partecipazione delle agenzie Onu Unep e Unwto e in Italia sono certificate secondo la norma ISO 9001-2008. La FEE però, non avendo laboratori o strumenti per effettuare analisi, demanda il controllo alle singole Autorità per il territorio di ciascuna Regione. La quasi totalità della documentazione richiesta alle amministrazioni si basa sull’autocertificazione. Ciò implica pertanto un potenziale rischio di mistificazioni che solo una matura corresponsabilità delle istituzioni preposte può scongiurare.

Arianna Pastore