Il Mare Jonio, storica risorsa della Sicilia, risulta ad oggi in buona parte inquinato per via di differenti varianti di inquinamento di varia natura. Durante la nostra lunga stagione estiva, sentiamo spesso parlare di “divieto di balneazione”: le cause sono imputate quasi sempre al fattore inquinamento, in modo generico. Come vedremo però, esistono diverse tipologie d’inquinamento ed in particolar modo, d’inquinamento del mare Jonio.
Mare Jonio / Quali sono le varianti dell’inquinamento?
In relazione allo Jonio, possiamo distinguere tre differenti generi di inquinamento, riguardanti rispettivamente: spiaggia, superficie del mare e fondo del mare. Per quanto riguarda la spiaggia, i materiali maggiormente coinvolti sono: residui plastici (20%), polistirene (12%), cotton fioc (9%), tappi e coperchi (7%), filtri e mozziconi di sigarette (7%). Sulla superficie del mare sono presenti: residui plastici (21%), sacchetti di plastica (20%), contenitori di polistirolo (12%). In profondità invece: residui di plastica (28%), sacchetti di plastica (12%), contenitori per alimenti (11%), bottiglie di vetro (8%), reti per molluschi (8%).
Mare Jonio / Quali sono i criteri di Legambiente per definire le varianti dell’inquinamento?
Come facciamo a sapere se il mare in cui viviamo sia inquinato o meno? Legambiente, l’associazione di cittadini per la difesa dell’ambiente, avente il compito di raccogliere e diffondere dati sullo stato dell’ambiente e di formulare proposte per la sua salvaguardia, offre dei criteri di giudizio dettagliati e competenti tramite una tabella (a fianco). Il giudizio è deliberato su base scientifica in virtù dei risultati ottenuti dalle analisi microbiologiche.
Il monitoraggio di Legambiente in Sicilia
Sebbene non si sostituisca ai controlli ufficiali, il prezioso contributo di Legambiente attraverso il suo “monitoraggio SOS Goletta verde” punta a scovare le criticità presenti nei nostri mari, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio”. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge rappresentano ad esempio i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare. Alla data di oggi, l’ultimo monitoraggio delle acque della Sicilia risale al periodo tra il 7 ed il 23 luglio 2020. Grazie a volontari e volontarie dell’associazione, si riscontra la presenza di zone fortemente inquinate in tante località.
“I parametri indagati – si legge tra i criteri – sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e considerati come ‘inquinati’ i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia e ‘fortemente inquinati’ quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo”.
L’area di Messina
“In provincia di Messina è risultata fortemente inquinata la foce del torrente Patrì a Barcellona Pozzo di Gotto, entro i limiti la spiaggia libera del lungomare Colombo a Villafranca Tirrena”. Tre sono i punti analizzati nel trapanese dai tecnici di Goletta Verde, di cui due risultati entro i limiti (sul lungomare Alighieri a Trapani e a Marinella di Selinunte a Castelvetrano) e uno inquinato, sulla foce del fiume Delia a Mazara del Vallo.
L’area di Ragusa e Siracusa
Nel ragusano “il punto campionato sulla foce della Fiumara di Modica nel territorio comunale di Scicli è risultato “fortemente inquinato”. Agrodolce il bilancio in provincia di Siracusa, con la foce del canale Grimaldi nel capoluogo risultato “fortemente inquinato” e la spiaggia del Granatello ad Augusta con parametri entro i limiti previsti dalla legge.
L’area di Catania
Quattro i punti analizzati nella provincia di Catania: “fortemente inquinati lo sbocco dello scarico fognario all’inizio del lungomare Galatea nel comune di Acicastello e la foce dell’Alcantara tra Catalabiano e Giardini Naxos; inquinata la foce del torrente Macchia a Mascali. Infine, entro i limiti di legge il punto sulla spiaggia fronte canale Forcile in contrada Pontano d’Arci a Catania”.
Uno sguardo all’area marittima di Palermo
Sebbene non sia Mare Jonio, il monitoraggio del litorale del capoluogo di Sicilia passa per otto punti: “sono risultati fortemente inquinati il punto sullo sbocco dello scarico in via Messina Marine; sul piano stenditore del lungomare in località Porticello a Santa Flavia; sulla foce del fiume Chiachea a Carini; in località La Praiola a Terrasini e sulla foce del torrente Nocella tra i territori comunali di Terrasini e Trappeto. ‘Inquinato’ il punto campionato sulla spiaggia fronte canale presso piazza Marina a Cefalù“. Entro i limiti di legge, infine, risultano i punti analizzati presso la spiaggia libera in località porto a Termini Imerese, sulla spiaggia a sinistra della pompa di sollevamento di fronte via Barcarello in località Sferracavallo a Palermo.
Come viene effettuato il monitoraggio scientifico di Legambiente?
I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dai tecnici di Legambiente. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e, fino al momento dell’analisi, vengono conservati in frigo. Il momento dell’analisi avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo nel laboratorio mobile.
I parametri
I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, PH, conducibilità/salinità). Le analisi chimico-fisiche sono effettuate nel luogo stesso con l’aiuto di strumentazione da campo. Il numero dei campionamenti effettuati è definito in proporzione ai chilometri di costa di ogni regione. Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli >500 UFC/100ml.
FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiore di 400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli >1000 UFC/100ml.
Quali soluzioni?
Per risolvere questo problema è innanzi tutto necessario sensibilizzare le persone a non lasciare i rifiuti abbandonati in mare o sulle spiagge. Eliminando infatti almeno l’abbandono di rifiuti, potrebbe diminuire molto l’inquinamento da materiali visibili (basta molto poco, per la verità). Per quanto riguarda l’inquinamento da sostanze invisibili, una soluzione potrebbe consistere nel sistema di depurazione domestica. Una notevolissima quota di sostanze dannose, infatti, proviene proprio dagli impianti idrici urbani sia abitativi che industriali. Ogni singola persona può essere di grande aiuto, ma è necessario adottare da parte di tutti maggiore senso civico e responsabilità collettiva. Sul piano infrastrutturale, la costruzione di depuratori costieri può fare infine la differenza, restituendo ai territori l’immensa ricchezza di un mare pulito e accogliente.
Arianna Pastore