Masci/ Al 60° di fondazione la presidente Sonia Mondin al Sir: “Vogliamo essere testimoni di speranza”

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Sembra essere il numero tre la cifra dell’incontro con il quale il Movimento adulti scout cattolici italiani (Masci) ha concluso a Sacrofano (Roma) le celebrazioni del suo 60° di fondazione. Tre le consegne affidate dal Papa, tre le tavole rotonde che hanno scandito le tre giornate (7-9 novembre). È emozionata la presidente nazionale Sonia Mondin, mentre confida al Sir: “Vogliamo impegnarci per essere testimoni e uomini e donne di speranza. Mi piacerebbe che, vedendoci, la gente esclamasse: ‘Come sono belli questi scout!’”.
Quale il bilancio di queste giornate e quali stimoli per il lavoro futuro?
“Sono stati momenti di grazia e di fraternità, di festa e condivisione di riflessioni e contenuti. Il tutto in un clima di profonda armonia. Questi giorni sono stati il coronamento di un percorso inaugurato lo scorso 18 giugno con l’apposizione di una targa commemorativa alla Domus pacis di Roma, dove è avvenuta l’istituzione del nostro movimento, e proseguito con un cammino a livello regionale. Nella prima delle tavole rotonde ci siamo confrontati con i responsabili di Azione cattolica, Cittadinanzattiva, Focsiv, Sant’Egidio, Unitalsi. La nostra intenzione è metterci operativamente in rete con queste associazioni per potenziare il nostro impegno di collaborazione a servizio dei valori e del bene comune”.

Sonia Mondin
Sonia Mondin

Sabato avete scelto di dare voce alla politica……

“Roberta Pinotti, ministro della Difesa; Roberto Cociancich e Edo Patriarca, rispettivamente senatore e deputato Pd; Andrea Romizzi, giovane sindaco di Perugia (Fi), pur nella diversità delle appartenenze politiche provengono tutti dallo scoutismo e testimoniano che è possibile incarnare all’interno delle istituzioni i valori che derivano dall’aver fatto la promessa e compiuto il percorso scout. Se dovessi sintetizzare il dibattito di sabato lo definirei due ore di testimonianza di bella, alta e buona politica intesa come servizio alla città e al bene comune. Domenica invece, con l’incontro degli ex presidenti e segretari, abbiamo inteso recuperare la memoria storica del movimento per ritrovarci nella nostra identità e guardare meglio ai nostri prossimi sessant’anni”.
Che cosa le rimane dell’incontro con Papa Francesco?”
“È stato un momento di grazia personale e per il movimento. Poter abbracciare il Santo Padre è stata per me una gioia di quelle che rimangono indelebili, come quella del proprio matrimonio o della nascita di un figlio. Una grazia anche per il Masci: è la prima volta nei nostri 60 anni che ci viene concessa un’udienza privata. Uniche e grandi le parole del Pontefice e il suo averci ricondotto ai nostri cardini: famiglia, creato e città, piste lungo le quali decliniamo il ‘metodo della strada’ in modo adulto. Il Papa ci ha chiesto di continuare a fare strada e lo faremo mettendo al centro della nostra azione educativa il servizio e la formazione permanente, alla luce dell’insegnamento del nostro fondatore Mario Mazza, per il quale l’educazione è un processo senza fine. Siamo chiamati a riscoprire gli strumenti e i contenuti di un metodo nato per i giovani, ma che Mazza ha saputo adattare agli adulti rendendolo inossidabile. Guardando al futuro dovremmo impegnarci per diventare concretamente ciò che lo scoutismo ci chiede di essere: testimoni e donne e uomini di frontiera, capaci di abbandonare le nostre sicurezze per aprirsi alle novità e alle domande sempre più complesse delle persone, sforzarsi di essere loro compagni di viaggio”.
Nel 2015 vi aspettano due importanti appuntamenti: il primo, a giugno, un grande convegno sull’educazione…
“Stiamo pensando ad un focus sull’educazione, tema inscritto nel nostro Dna e da sempre al centro dell’attenzione della Chiesa. Da vent’anni si sente parlare di emergenza; occorre andare oltre e parlare di sfida e opportunità. Attraverso le sue articolazioni sul territorio, il Masci intende avviare un processo di riflessione; posso anzi dire che è già iniziato grazie ai contributi emersi dalle sollecitazioni rivolte in questi giorni ai partecipanti. È tempo di riqualificare e affinare il nostro percorso formativo-educativo, nella consapevolezza dei bisogni degli adulti e della complessità dei processi educativi, e questa richiesta di trovare un nuovo denominatore comune è partita dalla base. Il titolo del convegno potrebbe essere ‘Quale educazione per quali adulti’”.
A ottobre l’assemblea approverà alcune modifiche allo statuto. In quale direzione andranno questi cambiamenti?
“Una proposta di modifica riguarda la diarchia, ossia l’inserimento all’interno dei nostri organismi, sull’esperienza dello scoutismo giovanile, di una co-presenza maschile e femminile, perlomeno a livello di presidenza e di segreteria, opzionale a livello regionale. Perché due sguardi e due punti di osservazione diversi generano il nuovo, esprimono attenzioni differenti e si completano a vicenda. Un’altra proposta riguarda la governance, ossia la strutturazione degli organi associativi: consiglio nazionale, segreteria, comitato esecutivo. Vorremo aprire una riflessione sulla validità dell’impostazione attuale. È già al lavoro una Commissione statuto. Stanno emergendo sensibilità diverse, ma da presidente mi pongo al di sopra di ogni preferenza e desidero sia un percorso ‘di base’, non delegato agli addetti ai lavori. Siamo noi che dobbiamo dirci che tipo di struttura andremo a disegnare”.

Giovanna Pasqualin Traversa

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