Quanto è duro combattere le fake news sul web. Un’inchiesta svela come sia una prassi dilagante e anche di successo che molte aziende che offrono prodotti online utilizzano programmaticamente.
È un network italiano a legare siti di politica, news, proclami nazionalistici e disinformazione. Questo ha scoperto BuzzFeed, scandagliando decine di siti e pagine social scoprendo che sono tutti di proprietà della stessa azienda, la Web365. Un’azienda a conduzione familiare composta da sei persone più un team di giornalisti, a detta del proprietario.
Non è certo una novità che esistano network di questo genere, già lo scorso anno i proprietari di “LiberoGiornale” erano dovuti uscire allo scoperto dopo che una bufala sull’allora neo-premier Gentiloni si era diffusa oltremodo. Il meccanismo è semplice: un solo proprietario dietro decine di siti, un unico account pubblicitario, tanto clickbait e il guadagno è assicurato.
La pagina Facebook del principale sito del network della Web365 – Direttanews.it – conta circa 3 milioni di like, e secondo il software di analisi CrowdTangle ha ottenuto più di 5 milioni di condivisioni ai suoi articoli nell’ultimo anno. Non male per un network a conduzione familiare, considerando che DirettaNews24 è solo uno dei 175 siti controllati dalla Web365, che spaziano dallo sport al gossip, dalla salute agli animali domestici, dall’attualità alle quote delle scommesse. Inoltre il fratello del proprietario di Web365 risulta dipendente di un’altra azienda – secondo BuzzFeed appartenente alla stessa famiglia – che conta altri 60 siti internet, la NextMediaWeb.
Un unico filo conduttore li lega, il titolo sensazionalistico sul sito e i titoli clickbait sui social network. Cercare di portare più persone possibili sui propri domini facendole credere in cure miracolose con titoli come “Incredibile, 10 minuti e il tumore sparisce”, articoli che fanno leva sul sentimento anti-immigrati vengono pubblicati con titoli come “Germania, la Merkel parla e gli immigrati hanno in mano la città”, “Birmingham, la città più islamizzata si prepara per il Natale”.
Ma non sono solo bufale, la strategia è molto più complessa. Dopo la stretta di Facebook contro le fake news, i siti del network si sono adeguati. Niente più notizie sensazionalmente inventate, ma notizie vere, copiate in toto dai quotidiani nazionali, che vengono anche citati, e rese più attraenti – o indignanti – come ad esempio questa: “Pensioni, la Cgil boccia anche l’ultima proposta del governo: Mobilitazione il 2 dicembre”, ripresa completamente dal sito di Repubblica, alla quale viene aggiunto un piccolo trafiletto introduttivo: “Camusso sf*****a Gentiloni sulle pensioni”, con linguaggio scurrile e il nome del premier scritto in minuscolo.
Oggi di quello che è stato rivelato dall’inchiesta di BuzzFeed resta molto poco. Le pagine e i gruppi Facebook sono stati chiusi o oscurati dal social. Ma probabilmente stanno aspettando di non essere più sotto la luce dei riflettori. I siti invece sono ancora online, pronti per essere visitati.
Paola Dalla Torre