Media e minori, bilancio del Comitato per il 2010: sempre più violazioni

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Un intenso lavoro che ha portato ad un incremento di segnalazioni, violazioni e provvedimenti adottati nel corso del 2010. È quello compiuto dal Comitato di applicazione del Codice di autoregolamentazione Media e Minori che ha presentato il consuntivo il 15 marzo a Roma. I casi considerati sono stati più numerosi di quelli dell’anno precedente: 320 nel 2010 (264 nel 2009). Così pure le violazioni accertate (72 nel 2010, 46 nel 2009) e le delibere di raccomandazione: 23 nel 2010 rispetto alle 20 nel 2009. Dell’attività svolta dal Comitato e delle prospettive future abbiamo parlato con il presidente Franco Mugerli.

 Qual è il suo giudizio sul bilancio dell’anno passato?

“Lo sviluppo dell’offerta televisiva, insieme ad interessanti e nuove opportunità, ha incrementato anche una programmazione destinata prevalentemente ad un pubblico di adulti e non adatta agli spettatori più piccoli. C’è ancora molta strada da percorrere affinché il Codice di autoregolamentazione tv e minori, che certamente è stato oggetto di attenzione da parte delle emittenti televisive in questi otto anni dalla sottoscrizione, sia sempre meno disatteso. Se guardiamo all’attività dell’ultimo anno ci sono segnali che preoccupano molto. Il numero dei casi segnalati e delle violazioni accertate ha subito un incremento del 60% nel 2010 e del 150% nel 2009. è importante guardare in profondità questi dati per capire come comportarsi. Se una parte consistente dei numeri si riferisce a canali satellitari o nuovi canali digitali, tuttavia il forte incremento è dovuto ancora alle emittenti generaliste. Inoltre, i risultati statistici si possono analizzare anche per generi: metà delle violazioni sono attribuibili a film e telefilm, con prevalenza dei canali satellitari che trasmettono programmi vietati ai minori di anni 14. Il fatto che i contenuti siano trasmessi con accesso condizionato e a pagamento, non esime l’emittente dal sottostare ad un dispositivo di norma previsto dal decreto Romani”.

Quale segnale si può cogliere dall’incremento dai casi e delle violazioni accertate?

“Il numero dei canali a disposizione sta aumentando e, di conseguenza, stanno lievitando anche i programmi non adatti al pubblico di minori. Tuttavia la percentuale più consistente di segnalazioni riguarda alcuni generi particolari, tra i quali l’infotainment. Cronaca e approfondimento diventano oggetto di talk show e, anche in fascia protetta, vengono proposti contenuti e modalità di rappresentazione non idonee. Certamente è cresciuta anche la sensibilità da parte del pubblico ma questi dati evidenziano che c’è ancora tanto da fare, fermo restando il grande sforzo messo in campo dalle televisioni in questi anni per rispettare il Codice”.

 I nuovi media, in particolare internet, stanno trovando spazio nell’attività del Comitato?

“Il Comitato ha cambiato denominazione da quasi quattro anni, in seguito ad un decreto del presidente della Repubblica. Le competenze, però, sono ancora legate all’ambito televisivo. Ci auguriamo che possano esserci date nuove competenze di fronte alla crescente interdisciplinarietà e interscambiabilità dei media. Oggi, ad esempio, un programma televisivo può essere rivisto su internet in qualsiasi momento della giornata cambiando radicalmente gli schemi di fruizione. In tal senso, si tratta di chiedere un adeguamento delle norme del Codice che tengano conto di questa multidisciplinarietà ma anche del panorama molto più vasto delle comunicazioni dove si gioca una partita ancora più importante per la tutela dei minori”.

 Quali sono le linee guida per le emittenti televisive?

“Tre documenti sono stati già inviati alle emittenti nel corso dell’anno, in seguito a problematiche riscontrate nella pratica televisiva. Il primo riguarda l’utilizzo delle immagini storiche. La televisione sta svolgendo una funzione importante nel riproporre filmati e ricostruzioni che aiutano ad accostarsi alle vicende storiche in maniera interessante. Tuttavia, si profila anche una serie di problematiche attinente alla crudezza di alcune immagini che dovrebbero invece essere trasmesse con specifiche modalità di proposta. Il secondo documento è invece relativo ad una questione purtroppo ancora attuale, gli assassini e le violenze sui minori. Si è evidenziato il rischio della spettacolarizzazione, richiamando l’emittente ad una serie di attenzioni doverose perché i soggetti di queste cronache sono direttamente i minori. Infine, il Comitato ha voluto precisare e interpretare un passaggio del Codice in cui si afferma che le reti che gestiscono più di una emittente (Rai e Mediaset) devono garantire all’interno della programmazione della prima serata ‘programmi adatti ad una fruizione familiare congiunta’. Il Comitato ha stabilito che le due reti devono garantire una programmazione che possa essere fruibile senza problemi da tutta la famiglia”.

 a cura di Riccardo Benotti

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