Medicina tradizionale o medicina non convenzionale? Risponde il Prof. Chiriacò.

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Medicina tradizionale o medicina non convenzionale?

Oggi sono circa sette/otto milioni  gli italiani che ricorrono a queste terapie alternative, riferendoci in particolare ad omeopatia e agopuntura, con un calo determinato ultimamente dalla crisi economica  dal momento che sono terapie pagate interamente dal paziente.

Per  fare il punto della situazione ne parliamo con il numero uno in Italia, il prof. Dario Chiriacò, medico chirurgo oculista e omeopata, nonché presidente dell’ordine dei medici di Rieti che risponde in qualità di responsabile nazionale della commissione medicina non convenzionale del FNOMCEO (FEDERAZIONE ORDINE DEI MEDICI E ODONTOIATRI). 

“ è difficile quantizzare perché è questione di fatturazione, ma  in generale si può dire che al sud Italia, a parte Napoli e Sicilia che sono oasi felici, l’omeopatia è poco sviluppata, al centro abbastanza e al nord molto usata perché si risente dell’influenza di Francia Austria e Germania dove è riconosciuta.

In Francia il farmaco omeopatico veniva rimborsato del 65% e ora del 30% per via della crisi.

In quasi tutte le parti del mondo esistono cliniche o ospedali dove viene  associata la medicina convenzionale ad omeopatia e agopuntura persino nelle unità di terapia intensiva, siamo indietro decenni rispetto a Francia, Germania e USA dove sono praticate a tappeto.

Già negli anni ’80 all’ospedale di Tel Aviv nei reparti di oncologia c’era l’omeopata.”

Sebbene si pensi che sia una cosa strana e in Italia vi si ricorra solo in un secondo tempo quando non abbia fatto effetto qualche altra terapia, l’omeopatia è una medicina e pertanto  va studiata.

Il  prof Chiriacò si sta appunto occupando di diffondere omeopatia corretta mediante la formazione di medici e farmacisti ben preparati.

“ le scuole devono avere delle regole e formare veramente bene, allo stato attuale è riconosciuto il farmaco omeopatico e non il medico omeopata, bisogna cambiare le cose, tenendo conto anche dell’aspetto economico.

L’omeopatia potrebbe essere una risorsa per il sistema sanitario in quanto si potrebbe realizzare un risparmio notevole sfruttandone l’azione preventiva naturale oltre che quella terapeutica.

Se ad esempio si organizzassero campagne preventive per le influenze stagionali ciò si tradurrebbe in un risparmio del consumo di antibiotici che sono farmaci certo molto più costosi di quelli omeopatici.

Basterebbe che il legislatore recepisse le direttive europee.”

Detto questo è il caso di spiegare cosa si intende per omeopatia.

 Mentre l’allopatia cura la malattia con rimedi uguali per tutti e quindi abbiamo i farmaci per l’influenza o per  il raffreddore indipendentemente dall’individuo che è ammalato,  l’omeopatia cura il malato, nella sua individualità, partendo dal presupposto che la stessa malattia si esprima  in modi diversi in individui che sono appunto diversi  e pertanto non curabili nello stesso modo e lo fa mediante un farmaco che somministrato in dosi imponderabili cura ciò che sarebbe capace di provocare se somministrato a dosi crescenti.  

Alessandra Distefano