L’Accordo Sykes Picot è uno degli accordi più importanti della storia del Medio-Oriente e le sue conseguenze sono tutt’oggi visibili e palpabil.
Medio-Oriente / Accordo Sykes Picot e conseguenze
L’Accordo Sykes-Picot è un accordo tenuto per molto tempo segreto tra Regno Unito e Francia. Stipulato nel 1916, nel pieno della primo conflitto mondiale. Per quanto fosse incerto l’esito della Grande Guerra, era chiara la sorte dell’Impero Ottomano, destinato irrimediabilmente a crollare. Nel panorama bellico, l’Impero Ottomano non aveva più le risorse indispensabili al fine di continuare ad essere parte del conflitto, ma anche la situazione interna era abbastanza grave. Si diffondevano i primi movimenti nazionalisti, seguiti da rivolte anch’esse di matrice nazionalista.
L’impero Ottomano
L’impero Ottomano occupava gran parte della zona medio orientale, una zona di estrema rilevanza per le forze occidentali ed europee. Queste infatti avevano interessi di matrice socio-economica e colonie. Le principali erano di pertinenza di Francia e Gran Bretagna. Le due superpotenze, già alleate durante il conflitto, decisero di cooperare per ampliare la loro sfera di influenza sulla zona, consci che il crollo del forte impero fosse ormai imminente.
Medio-Oriente / Accordo Sykes Picot e conseguenze: gli attori
All’epoca dei fatti, la Gran Bretagna è consapevole dell’imminente crollo dell’Impero Ottomano, per tale ragione dimostra interesse per i territori medio-orientali per due motivi specifici: la posizione strategia e l’elevata ricchezza di combustibili fossili nel territorio, ma anche di materiali importanti per l’esportazione come cotone e seta. La Gran Bretagna aveva stretto degli accordi con Hussein Eden Ali al-Hashimi. Era il capo della famiglia Hashemite, molto influente per via del suo ruolo di capo religioso alla Mecca, con cui le forze coloniali strinsero generici accordi.
Gran Bretagna e Arabi
Gli inglesi cercarono di convincerlo a spingere gli arabi in una rivolta così da far cessare lo sforzo bellico per contrastare i turchi. Il patto con lui prevedeva che egli avrebbe esaudito la loro richiesta e in cambio il Regno Unito avrebbe creato uno stato arabo governato e controllato da lui e dai suoi figli. Ovviamente si trattava di un accordo molto vago ed aperto a disparate interpretazioni. Infatti una delle questioni più importanti erano i confini.
Non era chiaro dall’accordo quali sarebbero stati i confini del regno arabo voluto da Hussein in Syria. Libano e Palestina non erano neanche state prese in considerazione durante le trattative. Nel 1915 ci sono delle tensioni tra Francia e Gran Bretagna proprio per l’accordo tra il Regno Unito e Hussein. Tra il novembre del 1915 e il maggio del 1916 le due potenze, Gran Bretagna e Francia incaricarono rispettivamente Mark Sykes e Francois Georges-Picot, funzionari e diplomatici, di condurre i negoziati e dividersi i territori. Dai loro incontri ne risulta l’omonimo accordo.
Medio-Oriente / Accordo Sykes Picot e conseguenze e la distribuzione del territorio
L’accordo prevedeva una divisione del Medio Oriente tra Francia, Gran Bretagna e Russia. Secondo l’accordo, le potenze coloniali avrebbero così concesso un regno arabo, ma senza che questo fosse necessariamente indipendente. Non consultarono né l’Impero Ottomano né i rappresentanti dei movimenti nazionalisti, soggetti e attori di estrema importanza per la stessa gestione del territorio. L’accordo prevedeva che la Francia ampliasse la sua sfera di influenza su Turchia, Libano e Siria. Dall’altra parte la Gran Bretagna ottenne il controllo su Giordania, Iran, Iraq, Kuwait, Qatar, riuscendo a gestire tutto il territorio della Mezzaluna fertile.
La Russia ed i suoi interessi in Medio Oriente
Proprio perché in parte alleata, Gran Bretagna e Francia decisero di cedere il controllo della parte orientale delle Turchia alla Russia zarista. All’ex ministro degli esteri russi Sergej Sazanov interessava principalmente controllare la zona di Costantinopoli, il Bosforo, i Dardanelli ed espandersi nell’Anatolia Orientale. I britannici avrebbero ottenuto la loro sfera di influenza nella parte sud del paese, mentre i francesi avrebbero controllato la parte nord. Questo accordo era mal visto anche da alcune figure degli stessi paesi. È infatti il caso dell’inglese George Macdonogh, capo dell’intelligence al dipartimento di guerra britannico.
La leggenda nera dell’Accordo Sykes Picot
Nonostante la loro estrema importanza, nessuno consultò i gruppi nazionalisti, né durante la fase delle trattative, né in seguito ad accordo siglato. Il fatto che all’appello mancassero gli attori realmente protagonisti e primariamente interessati alla vicenda portò a conseguenze non di poco conto. La Gran Bretagna insieme agli altri alleati ha in parte violato la Declaration of London del 1914, secondo cui le forze alleate sarebbero dovute essere consultati al momento della spartizione dei territori in Medio- Oriente.
Interventismo britannico e la sindrome del salvatore
Nonostante i forti contrasti, l’accordo fu mantenuto. Ciò che ha causato ulteriori problemi alla causa medio-orientale è stata un’altra delle promesse fatte dalla Gran Bretagna. Non è una novità nella storia del colonialismo britannico quella di assumere i panni del “salvatore” interessato. Era accaduto già con gli arabi contro i turchi e l’iter fu ripetuto con il popolo ebraico. I britannici però ignorano la dichiarazione. I gruppi nazionalisti non furono presi in considerazione né durante la fase delle trattative né in seguito ad accordo siglato. Il fatto che questo accordo fosse stato firmato in segreto, senza la partecipazione di alcuno degli attori realmente protagonisti e primariamente interessati alla vicenda, portò a conseguenze non di poco conto.
Medio-Oriente / Accordo Sykes Picot e conseguenze: oggi
Uno dei tanti errori commessi dal governo britannico quando si trovava nei vari territori del Medio Oriente era stato quello di fare promesse che non avrebbe mantenuto. In primis con Hussein Eden Ali al-Hashimi, quindi con gli Arabi e rispetto alla liberazione dei turchi.
La Balfour Declaration del 1917 prevedeva che la Gran Bretagna avrebbe aiutato la popolazione ebraica a trovare una “homeland”. Gli inglesi, per ragioni sia politiche che opportunistiche avevano garantito la terra della Palestina sia alla popolazione ebrea che quella araba. Non è una novità quindi, nella storia del colonialismo britannico, quella di assumere il ruolo del salvatore. Il mancato raggiungimento di accordi e “gli inganni” a cui sono state sottoposte le popolazioni, ha causato ed è all’origine dei più importanti problemi a cui assistiamo tutt’oggi.
La questione palestinese e l’ISIS
Infatti sono legati all’accordo i problemi di rilevanza internazionale rispetto alla legittimità dello Stato di Israele e alla co-abitazione tra ebrei e musulmani. La questione della Palestina è una delle più importanti del dibattito internazionale. Allo stesso accordo è legata la nascita e la presenza dell’ISIS come attore extra-statale. Proprio in un video pubblicato dalla stessa organizzazione terroristica si faceva rifermento ai confini decisi a tavolino nell’accordo Sykes-Picot. Confini che non hanno alcun tipo di valenza per loro. Oltre a queste questioni, sono moltissimi a scappare proprio dai territori medio-orientali proprio alla luce di queste conseguenze, per cui il tasso di emigrazione è particolarmente alto.
Vittoria Grasso