La XII Assemblea nazionale del Movimento ecclesiale d’impegno culturale, tenutasi recentemente a Fiuggi, sotto la presidenza di Carlo Cirotto, presidente uscente, propone orientamenti per il nuovo triennio, mettendo alla base l’insegnamento di Paolo VI, fondatore del Movimento a Cagliari:“La rottura tra Vangelo e cultura è senza dubbio il dramma della nostra epoca, come lo fu anche di altre. Occorre quindi fare tutti gli sforzi in vista di una generosa evangelizzazione della cultura, più esattamente delle culture”.
Poco più di duecento i soci, provenienti da tutta Italia; il gruppo di Acireale è composto da Marinella Sciuto, incaricata nazionale della Sicilia, Santo Toscano, presidente, Maria Galati, Salvatore Leonardi, Saro Musmeci, Pippo Rossi, Anna Bella.
L’assemblea avverte l’urgenza del ritorno all’essenzialità della Parola evangelica come obiettivo primario: in Cristo, Parola fattasi carne, “trova luce il mistero dell’uomo”, impegnato a essere cittadino degno del Vangelo, attraverso la speranza e l’ascolto della coscienza, attingendo alla molteplicità di esperienze, aprendosi con lealtà all’altro, in una visione globale del mondo, travagliato da inquietudine, alla ricerca di nuove prassi.
Molto articolato il tema per il rinnovamento della città, abbracciando svariate problematiche contemporanee, a cui contrapporre percorsi mirati al bene comune, imperniati su una presenza critica dei soci, specie in relazione alla cultura consumistica; su una vita all’insegna della sobrietà, sia con esplicita condanna della corruzione, pericolo numero uno della società democratica, sia con aperta difesa della legalità contro il mal costume di tangenti e speculazioni, attraverso incontri e occasioni aggregative. In rilievo, la formazione politica dei giovani, la difesa delle donne dalla violenza, l’aiuto ai migranti. Sull’equità nei rapporti sociali, da privilegiare una riflessione lungimirante, che metta in luce, in base ai cambiamenti dei sistemi economici, la sostenibilità economica, la ricerca in campi tecnologici atti allo sviluppo, specie dell’imprenditorialità giovanile, la diffusione della finanza etica, il contrasto all’evasione fiscale.
Con riferimento alle encicliche “Pacem in terris”, “Gaudium et spes”, “Humanae Vitae”, “Caritas in veritate” ed altre, alla luce di un “ nuovo umanesimo”, l’assemblea pone la “collaborazione della famiglia umana” e la giustizia; il cammino dell’integrazione e unità politica dell’Europa; l’interesse del Concilio per la “promozione di pace e di comunità tra i popoli”. La riflessione culturale verte in modo specifico su relazioni di coppia; rifiuto dell’omofobia; famiglia, “comunità formatrice ed educatrice”; problemi ambientali; Chiesa sinodale, povera e dei poveri, aperta alla soggettività femminile; dialogo con uomini e donne, accettati nella loro esistenza; in chiave di dialogo ecumenico e interreligioso, ispirarsi al messaggio di Gesù: ”Tutti siano una sola cosa…perché il mondo creda”.
Vivace il dibattito. Per il Meic si pone l’accento su nuovi mezzi mediatici e contenuti; in particolare, diffusione di “Coscienza”; approfondimento biblico nei gruppi e in iniziative nazionali; sostegno di iniziative della cosiddetta “Cattedra dei non credenti”.
A. B.