“27 gennaio, Percorsi di memoria” è una conferenza, tenutasi in remoto, a cura di Marinella Sciuto, vice presidente nazionale del MEIC – Movimento ecclesiale di impegno culturale.
La prof.ssa Sciuto è docente di Filosofia e Storia al liceo scientifico di Acireale.
Sin dal 2009, ha maturato molte esperienze nell’insegnamento della Shoah, con personaggi di spicco, e correlate da viaggi nei campi di concentramento in Polonia.
Seconda relatrice, la dott.ssa Daniela Vasta, specializzata in Storia dell’arte all’Università Cattolica di Milano. Dal 2016 è stata funzionario curatore storico dell’arte presso la Sovrintendenza Capitolina di Roma. Attualmente lavora presso la Galleria d’Arte Moderna e si occupa di didattica museale e comunicazione.
Abbiamo incontrato Marinella Sciuto per conoscere i contenuti di questa conferenza.
Prof.ssa Sciuto, ci dice cos’è il MEIC?
Il MEIC è un movimento nato nel 1932 a Cagliari e da allora ha accompagnato varie fasi della storia italiana. Fino agli anni 80 veniva inteso come “Movimento dei laureati cattolici”. Con la nuova sigla, attualmente in uso, si evidenzia un’apertura più marcata verso chi ha voglia di impegnarsi. O che per chi vuole continuare un percorso sull’incarnazione del Vangelo nella vita odierna.
Attualmente ha il compito di fornire dei contributi, da parte di intellettuali cattolici, alla vita ecclesiale, sociale e politica del Paese. E’ presente, in Italia, in circa 80 Diocesi.
Ci avviciniamo a diversi temi e in particolare a quello di essere cittadini e fedeli.
Iin questo campo fa da protagonista il Concilio Vaticano II e la rivoluzione che ha portato la sua messa in opera che ancora continua.
Altro argomento principe è la Costituzione. Il futuro dell’Italia era già nel cuore di Paolo VI, allora cardinale Montini. Egli, nel ’43 con il “codice di Camaldoli”, espresse il suo concetto di come i fedeli abbiano sempre il compito di impegnarsi per migliorare il paese in cui vivono.
“Percorsi di memoria”: prof.ssa Sciuto, come nasce la conferenza?
La conferenza, più che per un’esigenza comune, nasce dalla mia passione, lunga dieci anni, verso tutto quello che riguarda la Shoah. Ho voluto portarla avanti anche con il MEIC.
Del resto, il punto focale del gruppo è che ognuno espliciti, dal punto di vista culturale, la propria specializzazione mettendola al servizio della comunità. Ci piace pensarci come un bacino di utenze.
Per esempio il MEIC ha avuto un’intesa con San Sebastiano, tramite don Rocca, nella realizzazione di un servizio culturale. Per quanto riguarda i “percorsi di memoria”, ho fatto una riflessione sulla Shoah per alimentare l’essere cittadini. Perché questa catastrofe ha colpito il popolo ebraico ma non solo, rappresenta un momento identitario del nostro essere cittadini.
“Percorsi di memoria”, Sciuto:”l’antisemitismo è un fenomeno ancora attivo”
La “Memoria” deve funzionare come antidoto all’indifferenza o rispetto per tutti i fenomeni di emarginazione e di intolleranza presenti tutt’oggi.
Abbiamo riflettuto sulla testimonianza di Primo Levi e di Liliana Segre, evidenziando che l’antisemitismo è un fenomeno, tuttora attivo, e che, in fondo, la cristianità tutta ha ancora cose non risolte.
C’è da dire che, da tempo, l’intesa ebraico – cristiana con le giornate del dialogo, che ricorre il 17 gennaio, si è mitigata notevolmente, riscoprendo origini comuni.
In conferenza abbiamo toccato i temi dell’unicità della Shoah nel senso che l’evento, nel suo genere, effettivamente è unico nella storia. Ecco perchè, anche a distanza di tanti anni, deve essere ancora studiato.
C’è stato il riferimento alla legge del parlamento italiano del 2000 che ha riconosciuto il 27 gennaio come giorno della memoria. Giorno in cui, nel 1945, sono stati abbattuti i cancelli del campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz per liberare gli ultimi superstiti.
In Israele questa data non coincide, poichè ricorre il 27esimo giorno di Nissan, che nel calendario ebraico ricorda la rivolta del ghetto ebraico di Varsavia. Questa data, per loro, è importante perchè non ricorda l’ebreo vittima, ma l’ebreo che è capace di ribellarsi.
La Shoah deve essere percepita, dall’Europa e dal mondo intero, come un trauma non come un momento emotivo e basta. Deve rappresentare per ognuno una violazione personale. E questa dimensione deve essere trasmessa, naturalmente, anche dalla scuola.
La seconda relatrice su cosa si è basata?
La dott.ssa Daniela Vasta ha riflettuto sulla rappresentazione dell’arte contemporanea di questo evento, con delle slide di artisti italiani ed esteri. Essi hanno mostrato questo doloroso passato, mettendo in rilievo il trauma di questa pagina di storia che ancora oggi risulta incomprensibile. L’opera d’arte riesce ad esprimere il dolore di questi momenti in modo unico.
Mariella Di Mauro